Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni si stanno esibendo le personalità istituzionali più eminenti, capi di Stato e governi di tutto il mondo partecipando all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Si va delineando una sostanziale divisione tra gli esponenti dei paesi Occidentali e il resto del modo. La discriminante più evidente sono l’atteggiamento, il giudizio, le valutazioni sulle cause e responsabilità delle guerre in corso nel cuore dell’Europa, in Ucraina e in Medioriente tra Israele e il popolo arabo palestinese.
Dagli interventi prevale un pensiero unico primatista sostenuto proprio dalle gerarchie dominanti che non accettano un cambiamento di rotta che possa consentire ad altri popoli, che subiscono la secolare rapina delle loro risorse e le conseguenti disuguaglianze, di crescere e svilupparsi.
Siamo in un mondo iniquo che individua la guerra quale strumento per imporre il proprio dominio e ripudia il dialogo e il confronto con altri popoli che rivendicano i loro diritti di crescita e di autodeterminazione. Le tragedie ambientali richiedono una transizione ecologica, non più rinviabile, che si scontra con interessi e potentati consolidati che non vogliono rinunciare ai loro egoistici interessi.
Sulle macerie create dalle élites occidentali dovrà nascere un altro mondo. Con molta probabilità noi non lo vedremo, lo dovranno costruire le future generazioni. Il compito nostro è quello di non ostacolarlo, di porre le premesse perché ciò avvenga. Il compito è arduo. Le forze e le personalità politiche progressiste che hanno conoscenza storica e responsabilità politica e istituzionale non promuovano quell’impegno diplomatico necessario a evitare che le controversie sfocino in scontri bellici.
Su questo palcoscenico si è “esibita” anche la nostra premier Meloni, la quale dovrebbe spiegare e motivare le ragioni dell’attacco rivolto al popolo del Venezuela, basato esclusivamente sulle menzogne diffuse dalle piattaforme comunicative golpiste.
Siamo in salita, il governo della destra italiana distoglie l’attenzione dai problemi che preoccupano le famiglie e i lavoratori che vedono sempre più decurtate le loro risorse per arrivare a fine mese. Si diletta nell’imporre misure che limitano le libertà sindacali e collettive, divide il Paese con le autonomie regionali differenziate, pretende di imporre la dittatura del premierato, operazione comunicativa di massa per distogliere l’attenzione dai problemi reali che incombono su tutti noi.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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