2024-08-05

Venezuela, quale futuro? Si lavori per il dialogo e la coesistenza


Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

La comunità internazionale, dopo il voto del 28 luglio scorso per l’elezione del presidente della Repubblica, si sta chiedendo chi ha realmente vinto le elezioni: il presidente uscente Nicolas Maduro, oppure Edmundo Gonzales sostenuto dall’estrema destra e dal circuito mediatico?

Per dirimere tale importante enigma, la loro Costituzione affida al Tribunale Supremo di giustizia il compito di analizzare i documenti ufficiali redatti da ogni seggio elettorale, raccogliendo i rispettivi voti ricevuti dai candidati per stabilire in termini inequivocabili e con la necessaria trasparenza e legalità il vincitore.

Dalla chiusura dei seggi si è aperta una campagna mediatica diffamatoria. Il “fraude”, il furto elettorale denunciato dall’opposizione capeggiata da Corina Machado e da Edmundo Gonzales, che attribuirebbe a quest’ultimo la vittoria conseguita con il 70% di voti contro il 30% di Maduro, è stato prontamente e artatamente diffuso in tutto il mondo.

Il Consiglio nazionale elettorale, nel suo secondo bollettino ufficiale, affida la vittoria a Maduro al 52% mentre al candidato oppositore il 43%. Per tale ragione sarà il Tribunale a definire il vincitore. Dei 10 candidati a presidente non si è presentato il solo Gonzales e ciò la dice lunga sulla disponibilità a un leale confronto.

Si dovranno accertare le cause e le responsabilità del sabotaggio cibernetico del sistema informatico che non ha consentito, come in tutte le altre occasioni, la trasmissione dei dati elettorali in tempo reale e in concomitanza un’orchestrazione di mobilitazioni e assalti posti in essere contro sedi istituzionali, scuole e ospedali con distruzioni di sedi del Partito Socialista Unito in varie città del Paese, attività destabilizzanti finalizzate a screditare le istituzioni e favorire il caos, alimentando confusioni e incidenti che già hanno causato morti e feriti.

Ci sono tutti gli ingredienti che hanno rafforzato le convinzioni degli osservatori esterni, che quanto è successo in Venezuela si possa annoverare tra i vari tentativi di destabilizzazione, dal tentato golpe del 2002 alle guarrimbe del 2013 per ribaltare le volontà popolari democraticamente espresse con le elezioni e imporre personaggi pronti a ubbidire e a eseguire scelte e decisioni imposte dai “potenti del Nord”.

Proprio in questi giorni si festeggiano i 25 anni dalla nascita del nuovo Venezuela con il comandante Hugo Chavez e la Rivoluzione bolivariana. Le dichiarazioni del presidente Maduro sono orientate in tutte le direzioni, ma in particolare ai potentati statunitensi. Non potranno fare come in Ucraina e in Medio Oriente. Lavoriamo al dialogo, alla pace e alla coesistenza accettando le diversità, un atteggiamento saggio e condivisibile.

Sergio Fenaroli (Lecco)

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