2024-07-29

“Le elezioni presidenziali in Venezuela, un voto contro l’odio, contro la violenza e la contrapposizione”


Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

L’attenzione generale è attratta dalle Olimpiadi in Francia e dalle prestazioni dei nostri atleti. Si attenuano le tensioni malgrado continuino sempre con più ferocia le guerre e i loro orrori.

La scorsa ultima domenica di luglio si sono svolte importanti elezioni presidenziali in Venezuela. Giustamente definite “storiche” dopo oltre 25 anni dall’elezione di Hugo Chavez a presidente del Venezuela, il popolo è stato chiamato a confermare il processo rivoluzionario avviato nel lontano 6 dicembre 1998. Dalla morte prematura di Chavez avvenuta nel 2013, per ben due volte Nicolàs Maduro è stato il fedele continuatore di questo processo e oggi si ripresenta per il suo terzo mandato presidenziale.

I problemi economici e i contrasti politici non sono mai mancati, sia per l’opposizione interna ma soprattutto per il boicottaggio e le pesanti sanzioni che il governo Usa ha sempre adottato contro la Rivoluzione bolivariana, accentuando conflitti, con contrapposizioni sostenute dalla estrema destra interna, e ostacolando di fatto una positiva evoluzione di un governo popolare e democratico.

La competizione elettorale è stata aperta, l’opposizione di destra si è coalizzata ispirata da Corina Machado, costituzionalmente incandidabile, e capeggiata da Edmundo Gonzales. Il risultato non era scontato.

L’esito elettorale e le ripercussioni internazionali sono ben evidenti a tutto il mondo, in primis in Usa. La stessa Europa e il nuovo ordine mondiale multipolare che si va delineando sotto la sigla dei BRICS, di cui il Venezuela a breve sarà parte attiva, oltre all’ ALBA bolivariana ideata e fondata da Fidel e Chavez nel 2003.

Le elezioni si sono svolte in un clima di grande e straordinaria mobilitazione, in un clima di pace e di festa. Già dalle prime ore del mattino si sono formate lunghe code composte da giovani e da gente anziana di ogni ceto che ordinatamente e civilmente si sono mobilitati per adempiere a un loro fondamentale diritto (ha votato circa il 60%, consapevole della rilevante posta in gioco).

La scelta del partito socialista unificato al governo ha improntato tutta la campagna elettorale per favorire la partecipazione contro l’odio, la violenza e la contrapposizione scelta dalla destra, prevenendo le provocazioni e i disordini, favorendo la trasparenza del voto, l’accettazione della volontà popolare.

Nicolàs Maduro è stato rieletto con il 51,2%. A lui compete ora il compito di ricomporre l’unità dei venezuelani. Presto convocherà tutte le forze di governo e di opposizione per favorire una convergenza con scelte condivise proprio per salvaguardare la loro autonomia e sovranità nazionale.

L’esperienza del socialismo del XXI secolo, inaugurata da Hugo Chavez, continuerà in Venezuela e potrà rappresentare un esempio positivo, favorendo le volontà e le speranze di tutti i popoli, di tutti i continenti e anche il nostro, per costruirsi un futuro di pace e di coesistenza.

Sergio Fenaroli (Lecco)


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