Bellano, 12 marzo 2024 – L’appuntamento di inizio primavera è un omaggio alla natura, protagonista di questa stagione, e alle montagne del triangolo lariano: sabato 23 marzo, ore 18, al Cinema di Bellano sarà presente Alberto Rollo per parlare del suo ultimo libro Il grande cielo. Storia sentimentale di un escursionista (Ponte alle Grazie), in dialogo con Armando Besio, curatore della rassegna "Il bello dell'orrido".
Il grande cielo è la personale ricerca dell’autore di un posto nel mondo per sopportare il grigio del quotidiano, della montagna, con il suo cielo pieno di nuvole e pieno di sogni, come educazione alla vita e via di fuga.
“La visione delle montagne è andata crescendo insieme a quella della città. Mi sentivo messo davanti a due grandezze, a due misure”.
La moto raffigurata in copertina e presente nell’incipit del libro, una Guzzi rossa, è quella del padre ed è anche il fil rouge che collega Il grande cieloal suo precedente memoir Un’educazione milanese (Manni), tra i finalisti del Premio Strega 2017. Comune ai due testi è l’esplorazione di una città, Milano, e di una generazione, quella degli anni ’50. Il quartiere popolare di Mac Mahon, raccontato dai romanzi di Giovanni Testori, è dove cresce Alberto Rollo, nato nel 1951: l’educazione comunista ricevuta dal padre, operaio con radici pugliesi, e dalla madre, cattolica, emerge pian piano insieme agli anni di ribellione sotto il segno dell’utopia politica e la speranza del comunismo come ideologia sognante; la giovinezza e la vita da adulto emergono capitolo dopo capitolo insieme al cambiamento della metropoli, la fine della vita operaia nelle grandi fabbriche, l’avvento della moda: una Milano diversa, con un nuovo skyline disegnato da archistar.
Rispetto al precedente, in questo testo si aggiunge un’esplorazione nuova, o meglio, attesa per tutta la vita, quella delle montagne, con i loro suoni, spazi, cime e cieli: l’esplorazione di luoghi osservati sin da bambino attraverso il racconto di storie, incontri e personali metafore.
“Vieni,” aveva detto mio padre quando mi aveva portato a contemplare le montagne. Ci metteva la sensibilità del maestro, sapeva raccontare. Diceva che ci saremmo venuti quando avrei potuto calzare degli scarponi. Indicava una cima e mi faceva immaginare la difficoltà, la fatica, il mistero. E più immaginavo più sentivo crescere il desiderio di cercare una strada e cominciare a salire. “Adesso non si può,” diceva. E allora? Allora perché portarmi lì, davanti alla barriera verde, ai picchi nudi sopra i boschi, al cielo così alto e azzurro che gridava.
Alberto Rollo inizia così la sua educazione sentimentale ai paesaggi di montagna, sul limitare dei boschi, oppure osservando dal basso le cime, guardando i cieli azzurri e lontani, arrivando all’inizio di un sentiero che non è il momento di percorrere perché non c’è mai la calzata giusta per farlo. Un’educazione all’attesa.
La cima osservata in quell’uscita in moto con il padre è il monte San Primo, spartiacque del triangolo lariano e meta vicina a Sormano, località di vacanza della famiglia Rollo. Da qui parte la sua personale esplorazione delle Prealpi lombarde, di quei “profili non privi di gravità e autorevolezza” cui si inchina tutt’ora con gratitudine: i Corni di Canzo, la Grignetta e il Grignone, ma anche le cime della Val Codera e della Valtellina, il gruppo delle Orobie.
Il grande cielo è un memoir letterario e montanaro, il racconto di tante camminate in salita, con il passo lento e cadenzato dell’escursionista che regala scoperte continue, ma soprattutto una grande costellazione di luoghi, persone e presenze. Dagli amici di una vita, ai grandi della letteratura (Dino Buzzati, Giovanni Testori, Rainer Maria Rilke, Antonia Pozzi tra i tanti), passando per innumerevoli metafore che donano ai lettori il dimenticato piacere dell’innocenza nella scoperta. Ci sono storie che parlano delle grandi montagne italiane, dalle Dolomiti al Bianco, e ci sono storie che parlano attraverso i suoni della natura e della montagna.
Il grande cielo è una lunga escursione per cime e sentieri in compagnia dell’autore e del suo zaino pieno di storie, ricordi, emozioni, sfumature e scoperte.
L'AUTORE
Alberto Rollo, nato a Milano, è scrittore, critico, traduttore e figura significativa dell’editoria italiana: una lunga carriera come direttore letterario per Feltrinelli e poi editoriale per Baldini+Castoldi e Mondadori. Operatore culturale, grande appassionato di musica, è traduttore, fra gli altri, di Jonathan Coe, Steven Millhauser, Truman Capote, Henry James. Ha pubblicato Un’educazione milanese (2016, finalista al Premio Strega 2017), L’ultimo turno di guardia (2020, Premio internazionale L’Aquila, terna finalisti Premio Napoli) e Il miglior tempo (2021).
PROSSIMI APPUNTAMENTI & INFORMAZIONI
Il calendario dei mesi primaverili prosegue:
- sabato 20 aprile: Sara Chiappori e Marco Bechis / Cile 1973. Il golpe contro Allende nelle tavole di Punto Final
- sabato 26 maggio: Antonio Franchini / Era mia madre. "Il fuoco che ti porti dentro", il romanzo memoir di un protagonista dell'editoria italiana
Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito e si svolgono nel Cinema di Bellano (via Roma, 3).
La rassegna è realizzata grazie al sostegno di: Comune di Bellano,ArchiViVitali, Orrido di Bellano, Torneria Automatica Alfredo Colombo, La Scala (società tra avvocati).
LA RASSEGNA
La rassegna “Il bello dell’orrido”, promossa dal Comune di Bellano e dall’Associazione ArchiViVitali, nasce nel 2019 sulla suggestione data dall’orrido, la gola profonda scavata dal fiume Pioverna che rappresenta a Bellano un’attrazione naturale dalla bellezza selvaggia, vera “calamita” per il visitatore di ieri e di oggi. Seguendo il fascino del “sublime” esercitato da questo luogo su scrittori e artisti, “Il bello dell’orrido” propone una rassegna di incontri con autori e autrici contemporanee per soffermarsi su questo concetto artistico. Armando Besio è il curatore degli incontri: laureato in Storia dell’Arte, già giornalista del Il Secolo XIX e Repubblica, dirige da 16 anni il Festival culturale “Zelbio Cult. Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”.
Alle 17 di sabato inaugura la mostra:
Giancarlo Vitali
LA MONTAGNA PIÙ BELLA DEL MONDO
per Antonio Stoppani nel bicentenario della nascita
Spazio Circolo, Bellano
ArchiViVitali e Comune di Bellano in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano
23.3 | 29.9.24.
Duecento anni fa, il 15 agosto 1824, nasceva a Lecco Antonio Stoppani. Conosciuto come l’autore de “Il Bel Paese”, il best-seller “educativo” che ha contribuito a far conoscere l’Italia ai neo-italiani e contemporaneamente ha avvicinato i giovani all’alpinismo come pratica di conoscenza, Stoppani è soprattutto un gigante delle scienze della terra che guarda alla natura come a un patrimonio da custodire nella sua sacralità e geodiversità.La mostra di Giancarlo Vitali “La montagna più bella del mondo”, organizzata dal Comune di Bellano e ArchiviVitali in collaborazione con il Civico Museo di Storia Naturale di Milano e allestita presso lo spazio Circolo di Palazzo Lorla, è un dichiarato omaggio a questa straordinaria figura d’intellettuale eclettico.
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