Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
L’anno nuovo si è aperto con una preoccupante prospettiva. Al fronte ucraino e a quello israeliano si è aggiunto l’intervento militare anglosassone nel già martoriato Yemen, accusato di compromettere le rotte commerciali nel Mar Rosso, che potrà preludere a un ulteriore escalation con un coinvolgimento militare diretto di altri Stati dell’area mediorientale.
E’ impressionante quanto sta accadendo intorno a noi e ancor più preoccupante è l’assenza di una mobilitazione di tutte le forze democratiche istituzionali nazionali ed europee, che passivamente subiscono il diktat anglosassone composto dai governi Usa e inglese.
Mai nel passato abbiamo assistito a un presidente Usa che non si sia opposto alle logiche militari e guerrafondaie. Lo abbiamo constatato con la guerra fratricida in Ucraina condotta per procura con esclusivi interessi economici decisi dalle lobby anglosassoni contro gli interessi dell’Europa, molto più che contro la Russia di Putin.
Tale cattivo esempio l’ha adottato Netanyahu contro Hamas, decretando una guerra che sta annientando il popolo palestinese. Si vuole imporre la propria superiorità non riconoscendo i diritti e le ragioni di un popolo che da 75 anni attende di vivere e coesistere con quello israeliano.
Ora con grande apprensione stiamo seguendo gli eventi e le conseguenze di questo intervento militare destabilizzante nello Yemen, senza che i promotori avessero allertato e coinvolto non solo i loro referenti internazionali ma nemmeno i loro alleati. Dove si vuole arrivare? Si sentono gli unici padroni del mondo? Tutto il mondo dovrebbe seguire questo loro esempio?
E’ sempre più evidente come l’attuale classe dirigente occidentale non sappia più come orientarsi, prevalgono la sudditanza e il silente servilismo. Il pericolo maggiore lo vedo proprio in casa nostra, in un Occidente e in una vecchia Europa che non sanno rinunciare al predominio e ai propri privilegi e non hanno alcuna disponibilità ad accettare che altri popoli possano decidere il loro futuro, da vivere in sicurezza e serenità.
L’Europa e gli Usa quest’anno si confronteranno con i loro cittadini, in giugno con le elezioni del Parlamento europeo e a novembre con il voto per il nuovo presidente Usa. Saranno occasioni significative per misurare la condivisione di questa classe dirigente, sempre più in guerra e incapace di trovare soluzioni che sappiano rispondere agli interessi comuni. Auguriamoci e impegniamoci affinché siano opportunità per una autentica svolta democratica e di pace per il mondo intero.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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