Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale per i primi sei mesi del 2023, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio risulta coerente con quanto esaminato a livello complessivo dai centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como).
“I dati rilevati per la prima parte dell’anno in corso mostrano un contesto ancora eterogeneo, dal quale non emergono particolari elementi di preoccupazione” afferma il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni. “Gli indicatori riguardanti domanda, produzione e fatturato - continua - evidenziano una crescita a livello congiunturale, per quanto ancora modesta, mentre sul versante tendenziale notiamo un calo medio altrettanto lieve. È tuttavia importante tenere conto, nel leggere questo dato, che ci stiamo confrontando con l’andamento particolarmente positivo del primo semestre 2022, caratterizzato da crescite al di sopra delle aspettative.
“Il tasso di utilizzo medio degli impianti produttivi è in crescita, le dinamiche relative all’occupazione sono buone - dice ancora Plinio Agostoni - ed anche dal punto di vista degli investimenti e dei nuovi progetti le aziende del territorio indicano una sensibile vitalità: oltre ad interventi in ambito di ricerca, sviluppo e digitalizzazione, sono segnalate azioni legate alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico, oltre che orientate alla patrimonializzazione d’impresa. Nondimeno restano alcuni elementi sfavorevoli, a partire dalle distorsioni lungo le catene di fornitura e dalle dinamiche di prezzo legate alle materie prime, anche se in parziale miglioramento. E se poco meno della metà del campione sottolinea di subire impatti significativi sui costi di produzione, il 70% delle imprese registra una contrazione della marginalità a causa delle maggiori componenti di costo”.
“L’accesso al credito è un’ulteriore nota dolente - conclude il Presidente Agostoni -, considerando il fatto che rispetto ai rapporti con gli istituti di credito viene evidenziato un peggioramento delle condizioni per tre imprese su cinque, soprattutto a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse ma anche in relazione alla disponibilità degli istituti bancari stessi a concedere risorse. Le previsioni per la seconda metà dell’anno, infine, sono in lieve decelerazione, ma resta alta la domanda di competenze e non si fermano i progetti di crescita”.
“Il dato relativo all’occupazione è rassicurante e non solo si mantiene stabile - sottolinea il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori -, ma fa registrare una maggior propensione all’aumento degli organici rispetto alla riduzione. Ancora una volta dobbiamo anzi annotare la domanda di risorse umane che resta senza risposta, indicata da oltre la metà delle imprese; un gap che contribuiamo a contrastare con una serie di progetti per l’orientamento e lo sviluppo delle competenze che, in autunno, proporranno alcune novità”.
TRANSIZIONE GREEN, SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA E INVESTIMENTI
Le imprese di Lecco e Sondrio sono risultate particolarmente attive nel corso dei primi sei mesi del 2023 dal punto di vista degli investimenti e dei progetti di sviluppo.
Tra le iniziative che le realtà aderenti all’osservatorio hanno indicato, risultano particolarmente diffuse quelle riguardanti il risparmio energetico (63,7% del campione) e la sostenibilità ambientale (43,8%), l’acquisto di impianti, capannoni e più in generale il capitale fisico (62,6%). Importanti, inoltre, gli investimenti inerenti alle tecnologie per la digitalizzazione dell’organizzazione e dei processi aziendali (51,9%) e quelli in ambito ricerca e sviluppo di prodotti e processi aziendali (41,3%).
In misura più contenuta le imprese hanno anche segnalato azioni volte all’internazionalizzazione (14,1%).
DOMANDA
Tra gennaio e luglio 2023 la domanda evidenzia una dinamica congiunturale positiva e al di sopra delle previsioni, mentre la variazione tendenziale con i livelli del primo semestre 2022 risulta negativa.
Il confronto ad un anno con la prima metà del 2022 indica una diminuzione dell’1,7%.
L’analisi effettuata rispetto al semestre luglio-dicembre 2022, quando gli ordini erano stati valutati in diminuzione (-3,5%) sui livelli dei sei mesi precedenti, rivela invece un incremento di quasi otto punti percentuali (+7,8%), soddisfacendo al rialzo le previsioni precedentemente formulate (+3,1%).
Non esprimono particolare fiducia le ipotesi per l’andamento della domanda nella seconda metà dell’anno in corso. Le aziende del campione indicano infatti di attendere, in media, una diminuzione di circa quattro punti percentuali (-4,1%).
PRODUZIONE
Sul fronte della produzione, le imprese fanno emergere un andamento compatibile con quello della domanda: seppur con variazioni differenti, si registra una diminuzione tendenziale a fronte di un incremento congiunturale.
Il dato esaminato attraverso il raffronto con i livelli del semestre gennaio-giugno 2022 si attesta al -4,1%.
La variazione congiunturale misurata rispetto al semestre luglio-dicembre 2022 risulta invece pari al +1%, dato che, da un lato, si mostra maggiormente favorevole rispetto a quanto registrato nella seconda metà dello scorso anno rispetto ai sei mesi precedenti (-3,3% nei confronti del periodo gennaio-giugno 2022) e, dall’altro, conferma solo parzialmente le aspettative precedentemente formulate (+3,2%).
Si attestano su valori negativi, in coerenza con quanto rilevato per la domanda, le ipotesi per l’andamento dell’attività nella seconda metà del 2023 (-2,8%).
Il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi delle imprese lecchesi e sondriesi nel primo semestre dell’anno risulta pari al 77,8%, dato in crescita di circa dieci punti percentuali rispetto a quanto registrato per il semestre luglio-dicembre 2022 (68,2%).
Tra le realtà del campione non si riscontrano particolari differenze a livello dimensionale, le imprese fino a 50 occupati indicano una capacità produttiva (78,2%) sostanzialmente in linea con quella delle aziende medie (77,3%) mentre, suddividendo le aziende sulla base dell’attività merceologica, emergono alcune distinzioni: si registra un tasso di impiego del 83,4% per le imprese metalmeccaniche, del 73,7% per le tessili e del 71,4% per quelle di altri settori.
Il contributo alla produzione dell’attività che le aziende lecchesi e sondriesi realizzano tramite la subfornitura è pari al 6%, quota che si aggiunge a quanto generato al proprio interno. Le realtà del campione collaborano principalmente con soggetti italiani (4,8%) e, in casi limitati, con aziende estere (1,2%).
FATTURATO
Nel primo semestre 2023 il fatturato registra, rispetto ai due orizzonti temporali di analisi, variazioni contenute ma di segno opposto. In linea con quanto esaminato per gli indicatori associati alla domanda e alla produzione, si riscontra infatti un incremento congiunturale a fronte di una lieve decelerazione tendenziale.
Il raffronto con il corrispondente semestre 2022 rivela una diminuzione di circa un punto percentuale (-0,7%).
L’analisi congiunturale rispetto ai livelli del periodo luglio-dicembre 2022, quanto il fatturato era stato valutato in diminuzione di oltre un punto percentuale (-1,2%) rispetto ai sei mesi precedenti, indica invece un incremento del 2,8%, dato che soddisfa parzialmente le previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale (+4,8%).
Le ipotesi sull’andamento delle vendite nella seconda parte del 2023 sono negative e si attestano, in media, al -2,6%.
Esaminando i pareri qualitativi formulati dalle realtà di Lecco e Sondrio riguardo l’evoluzione del fatturato nella seconda metà del semestre, nel dettaglio tra aprile e giugno 2023, è riscontrabile una maggior incidenza di indicazioni di rallentamento rispetto a quelle di diminuzione, a fronte di un prevalente giudizio di stabilità.
Nel dettaglio, per quanto riguarda il fatturato in Italia si registra stabilità per circa due realtà su cinque (39%), diminuzione per il 35,7% e aumento per il rimanente 25,3%.
Con riferimento all’export, i giudizi riguardano la stabilità per quasi una realtà su due (47,4%), il calo per il 36,4% e la crescita per il restante 16,2%.
Le realtà di Lecco e Sondrio confermano di essere attive sui mercati di tutto il mondo e, nel corso dei primi sei mesi del 2023, di aver generato una quota pari a circa un terzo (31,9%) del loro fatturato oltre i confini nazionali.
Le esportazioni dei due territori, apprezzate per la loro qualità, sono indirizzate in primis verso l’Europa Occidentale, area che assorbe circa la metà delle vendite estere e una quota pari al 15,7% del fatturato totale.
La struttura geografica dei mercati serviti comprende inoltre l’Est Europa (2,8%), i BRICS (2,5%), l’Asia Occidentale (2,4%), gli Stati Uniti (2,3%) e l’America Centro-Meridionale (2,2%). Nei rimanenti paesi, e al di fuori dell’Italia (68,1%), è realizzato complessivamente il rimanente 4% del fatturato.
MATERIE PRIME
Le imprese confermano il permanere di criticità inerenti all’approvvigionamento delle materie prime e alle distorsioni lungo le supply chain internazionali, che risultano incidere in maniera meno marcata rispetto alle dinamiche registrate nel 2022.
Sul fronte dei costi di approvvigionamento, tra gennaio e marzo 2023 il 22% del campione ha indicato di aver dovuto far fronte ad un aumento dei listini dei fornitori, mentre la quota di aziende che ha segnalato riduzioni, e dunque valori di acquisto maggiormente favorevoli, si è attestata al 35,7%.
Tra aprile e giugno, l’aumento è stato indicato dall’8,2% del campione a fronte di una diminuzione che è stata invece registrata dal 46,2% delle imprese.
Con riferimento alle sole indicazioni di aumento, nel precedente Osservatorio erano state riscontrate quote del 65,5% tra luglio e settembre 2022 e del 49,1% tra ottobre e dicembre 2022.
Sul versante delle condizioni di fornitura, è stata rilevata l’estensione delle tempistiche necessarie ad ottenere le materie prime necessarie all’attività per il 28,8% delle imprese del campione (il 56,4% nel secondo semestre 2022), la disponibilità di merci inferiore ai fabbisogni richiesti per il 13,4% delle aziende (il 31,1% in precedenza) e il peggioramento della qualità dei materiali e dei beni approvvigionati per il 12% (l’11% tra luglio e dicembre 2022).
Questi elementi hanno determinato effetti negativi: in oltre un caso su dieci (11,1%) è stata segnalata una limitazione dell’attività aziendale, nel 29,3% si è resa necessaria una riorganizzazione dell’attività produttiva o del lavoro, nel 43,0% sono stati registrati impatti significativi sui costi di produzione e, infine, in sette casi su dieci (70%) è stata comunicata una contrazione dei margini di profitto.
OCCUPAZIONE
Lo scenario occupazionale è coerente con quanto esaminato per il campione congiunto.
In continuità con le dinamiche registrate per il semestre luglio-dicembre 2022, la situazione della prima metà del 2023 è caratterizzata dal una diffusa stabilità dei livelli, indicata da circa due terzi (64,7%) delle imprese. Nei casi di variazione, i giudizi prevalenti riguardano l’aumento (22,1%) anziché la diminuzione (13,2%).
È utile segnalare, per una più corretta interpretazione del quadro appena delineato, la difficoltà che il 56,5% delle aziende ha indicato riguardo all’individuazione di personale con le competenze necessarie ai fabbisogni aziendali.
Le ipotesi riguardanti l’andamento dell’occupazione tra luglio e settembre 2023 confermano il generale quadro di conservazione dei livelli (67,2%), avvalorato anche dalle previsioni di aumento (18,8%) e diminuzione (14%) di entità simile.
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