Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
Perché le nostre istituzioni europee e nazionali e l’insieme dei partiti e delle classi dirigenti hanno mentito, pur sapendo in lor coscienza di mentire, sulle cause della guerra fratricida in Ucraina? Perché hanno scelto di partecipare unilateralmente a questo scontro militare affidando al solo popolo ucraino, con il sacrificio di migliaia di vite umane, il compito di sconfiggere la Russia?
Perché non hanno mai posto in atto un’azione diplomatica che avrebbe evitato la guerra e oggi, a oltre un anno dall’inizio dello scontro armato, continuano ad alimentare con armi sempre più offensive un popolo e un governo ormai esausti, deboli e inefficaci all’arduo compito affidato loro.
Prevalgono le azioni terroristiche che manifestano evidenti segnali di barbarie e di debolezza, azioni criminali come l’abbattimento della diga di Nova Kakhovka sul fiume Dnepr, gli assalti terroristici in territorio russo a Belgorod.
Questi interrogativi si fanno sempre più pressanti in ogni singolo cittadino. Anche quelli più disinformati si chiedono cosa aspettano i Governi occidentali a intervenire e a fermare la guerra!
E’ un compito che spetta a loro, al Governo Usa in primis. All’Europa - se ancora esiste - e agli Stati che vogliono la pace, la loro sicurezza, la coesistenza e cooperazione reciproca.
Proprio il 6 giugno quando il cardinale Zuppi, emissario di pace di Papa Francesco, si trovava a Kiev, veniva colpita la diga costruita in epoca sovietica da Krusciov nel 1957 per creare questo grande invaso idrico da dove partiva il “canale di Crimea”, che serviva a garantire l’acqua dolce alla Crimea, all’agricoltura, alla grande centrale idroelettrica di Simferopol per sfociare nel Mar d’Azov, oggi di nuovo negata a causa dei criminali di guerra.
Il compito di lavorare per la pace compete a tutte le parti in campo, non c’è solo la Russia con Putin che sciaguratamente ha deciso di invadere l’Ucraina, divenuta dopo il colpo di Stato del febbraio 2014 uno strumento di destabilizzazione e di insicurezza, causata dall’espansione della Nato in territori che storicamente appartenevamo all’Unione Sovietica, ed era preferibile che mantenessero la loro neutralità e autonomia politica per l’interesse loro, dell’Europa e della Russia.
Ad oggi il Governo di Kiev risponde unicamente alle logiche militari e allo scontro armato proprio grazie alle promesse e all’aiuto interessato della Nato e dell’Occidente. O riusciamo a invertire questa rotta guerrafondaia, oppure aumenterà la nostra complicità a un massacro ormai esplicito, tra due popoli.
Rimane tuttavia un grande interrogativo che dovrebbe inquietare le nostre coscienze: quale futuro lasceremo alle generazioni che verranno dopo di noi? Qual è l’esempio e quale sarà il testimone che raccoglieranno?
Una risposta la potremmo individuare guardando alla nostra storia, ai nostri “padri”, che anch’essi subirono la fame e vissero la guerra, e anche dalla nostra legge madre, la Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo, che ampiamente ci ammonisce e ci vieta l’uso della guerra!
Sergio Fenaroli (Lecco)
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