Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questa riflessione sul conflitto in atto in Ucraina:
E’ difficile convincere, a oltre un anno di distanza dall’invasione dell’esercito russo in Ucraina, pur con argomentazioni storiche fondate e verificabili, che quel conflitto armato era in atto da 8 anni e a ragion veduta scientemente pianificato fin dagli anni Novanta dal dissolvimento della vecchia Unione Sovietica. C’è stato chi, pur potendolo, non ha fatto nulla per evitare quella guerra fratricida.
Gli artefici di tale piano non sono da ricercare esclusivamente negli Usa ma nella stessa Europa, dove non sono mancate le forze che ambivano a sconfiggere “quel mondo”, storicamente sconfitto dalla caduta del muro di Berlino e dal dissolvimento dell’Urss.
Tuttavia, non paghe di questo grande risultato che avvenne quasi senza colpo ferire, se non con lo sconvolgimento economico e sociale di “quel mondo del socialismo reale”, venne assecondata se non addirittura aizzata ogni rivendicazione nazionalista che si caratterizzò con un forte e radicato sentimento anticomunista e antisovietico, che alimenta tutt’oggi una russofobia ogni giorno sempre più accentuata, anche da taluni nostri mezzi di comunicazione nazionali, pubblici e privati.
In questi ultimi 30 anni la geografia politica europea è cambiata, la prima guerra in Europa avvenne nei primi anni ’90 con il dissolvimento della ex Jugoslavia. Fu un laboratorio anch’esso preparato ad arte, dove la Nato sperimentò un suo primo intervento armato. Tutti ricordiamo le bombe su Belgrado, creando un pregiudizievole precedente che ci delegittima ancora ai giorni nostri.
La Nato, di cui siamo parte integrante, ha assunto da quegli anni una funzione e un ruolo che non rispondono ai princìpi di difesa dell’alleanza atlantica, bensì rappresentano un braccio armato militare destabilizzante che con la sua annessione e espansione geografica nell’Est europeo ha pregiudicato i princìpi fondamentali di sicurezza dei nostri avversari, i russi.
La Nato dispone oggi di un esercito dispiegato reale, di gran lunga potente sia sul piano degli armamenti, dei mezzi e degli uomini più forte al mondo, tuttavia ciò non basta per attaccare e vincere una potenza militare e atomica come la Russia, pena il dissolvimento dell’intero genere umano.
L’Ucraina e il popolo ucraino, con questa guerra fratricida insieme ai militari russi, sono gli unici a lasciare sul campo vite umane e a subire gli orrori di questa guerra per procura che stanno conducendo a nome delle “élites” occidentali. Nessuno sta difendendo la libertà e la democrazia dell’Europa contro il totalitarismo di Putin.
L’escalation militare è sotto gli occhi di tutti, l’Europa deve riscoprire i valori e i princìpi dei propri padri fondatori, basati sulla pace, la coesistenza e la cooperazione, deve finire di fare i “cavalier serventi” degli amici d’Oltreoceano. Salvaguardare la propria sicurezza e favorire gli interessi comuni è la priorità.
Non è accettabile e credibile continuare da un lato a gettare sul fuoco la benzina e dall’altro chiamare i pompieri per spegnere il fuoco.
La sicurezza è un valore da garantire a tutti i popoli, in tutti i continenti della Terra. L’umanità è una sola e con la natura va difesa e valorizzata. Uniamo allora gli sforzi per combattere insieme il cambiamento climatico da noi causato e con azioni credibili incamminiamoci verso un futuro condiviso.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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