2023-02-11

Secondo semestre 2022: lieve decelerazione congiunturale, a fronte di un miglioramento tendenziale.


Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale sul secondo semestre 2022, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio risulta coerente con il quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como).

 

“Negli ultimi sei mesi dello scorso anno, lo scenario territoriale si mostra ancora articolato - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni - con alcuni indicatori in rallentamento, anche se in modo contenuto. Le dinamiche rilevate sono in linea con il sentiment dei colleghi imprenditori emerso nel semestre, confermato anche dai dati nazionali, e sembrerebbero indicare un assestamento della fase di crescita più che una decelerazione vera e propria, anche tenendo conto delle note difficoltà che hanno interessato la prima metà dell’anno”.

 

“Le criticità sul versante dell’approvvigionamento delle materie, i problemi lungo le supply chain internazionali, i costi elevati dell’energia elettrica e del gas sono infatti tutt’altro che superati” - prosegue il Presidente Agostoni. “Il fatto che quasi quattro realtà su cinque confermino una contrazione della redditività, a fronte di discreti livelli di attività, rappresenta un elemento importante di attenzione, al quale si unisce l’incertezza legata al proseguire del conflitto armato in Ucraina e alle tensioni economiche ed internazionali”.

 

“Tuttavia - conclude Plinio Agostoni - in questo panorama possiamo evidenziare il dato incoraggiante delle aspettative formulate per il semestre in corso, con il segno più per tutti gli indicatori, così come resta complessivamente positivo il giudizio sull’andamento generale del sistema produttivo territoriale nel 2022”.

 

“Anche sul versante dell’occupazione si confermano i segnali confortanti sino ad ora rilevati - evidenzia il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori -, con un trend che continua a mantenersi stabile, quando non indica una propensione all’aumento. Tanto che, al di là delle difficoltà legate al contesto economico generale, il disallineamento fra le necessità in termini di competenze evidenziate dalle imprese e la loro disponibilità sul mercato del lavoro resta il nodo più importante da risolvere per il sistema produttivo territoriale”.

 

CONSEGUENZE DEL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA

La prosecuzione del conflitto e la progressiva applicazione delle sanzioni internazionali hanno determinato un aggravio della situazione già di per sé difficile.

Per oltre i due quinti del campione (42,6%) è stato registrato un peggioramento delle criticità riguardanti l’approvvigionamento delle materie prime, sia riguardo alle difficoltà per ottenere le forniture, sia in termini di prezzo.

Inoltre, per il 29,2% delle imprese è stata riscontrata una diminuzione della domanda e per il 21,6% una contrazione della quota di export e del fatturato dipendenti sia direttamente dalle zone interessate dal conflitto, sia indirettamente.

 

DOMANDA

L’indicatore associato agli ordini per le imprese di Lecco e Sondrio rivela una contrazione a livello congiunturale mentre sul fronte tendenziale si registra una stagnazione.

Il raffronto con la prima metà del 2022, periodo per il quale era stata registrata una crescita del +5,7% rispetto ai precedenti sei mesi, rivela una diminuzione del 3,5%, dato che disattende le previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+2,4%).

La variazione misurata rispetto al confronto con i livelli del semestre luglio-dicembre 2021 si attesta invece al -0,3%.

Sono positive, seppur con entità contenuta e in linea con quanto esaminato a livello congiunto, le aspettative per l’andamento degli ordinativi dei primi sei mesi del 2023: in media è atteso un incremento del 3,1%.

 

PRODUZIONE

L’attività produttiva delle imprese lecchesi e sondriesi registra, nella seconda metà del 2022, una contrazione di entità contenuta su entrambi gli orizzonti temporali di analisi considerati.

Il dato tendenziale registra una diminuzione di un punto percentuale e mezzo (-1,5%) in confronto ai livelli del semestre luglio-dicembre 2021.

Il confronto congiunturale con i primi sei mesi del 2022, quando era stato rilevato un aumento del +5,4% rispetto alla seconda metà 2021, si attesta invece al -3,3%, in peggioramento rispetto alle aspettative indicanti la conservazione dello scenario.

Le ipotesi riguardati l’evoluzione dell’attività per il semestre gennaio-giugno 2023 indicano un aumento del +3,2%.

La capacità produttiva mediamente utilizzata dalle aziende di Lecco e Sondrio nel semestre si attesta al 68,2%, al di sotto di quanto registrato per la prima metà dell’anno (77,9%).

All’interno del campione sono identificabili differenze nel tasso di impiego degli impianti sulla base della dimensione aziendale: le realtà fino a 50 occupati indicano una capacità media del 65% a fronte del 73,3% segnalata dalle imprese più grandi.

La produzione che le imprese del campione gestiscono ricorrendo alla subfornitura determina un contributo di circa cinque punti percentuali (4,8%). L’outsourcing coinvolge sia realtà italiane (2,9%), sia partner esteri (1,9%).

 

FATTURATO

Tra luglio e dicembre 2022 il fatturato delle aziende di Lecco e Sondrio evidenzia un lieve rallentamento congiunturale, a fronte di un marcato aumento tendenziale.

Il raffronto con i livelli della prima metà dell’anno, semestre per il quale le vendite avevano registrato un incremento di oltre dieci punti percentuali (+10,4%) rispetto alla seconda metà del 2021, mostra una decelerazione del -1,2%, al di sotto delle previsioni precedentemente formulate e indicanti +3,1%.

La variazione rispetto al semestre luglio-dicembre 2021 evidenzia invece una crescita di quasi otto punti percentuali (+7,7%).

Si confermano positive le aspettative per l’evoluzione del fatturato nei primi sei mesi del 2023, al pari di quanto esaminato per gli indicatori riferiti alla domanda e all’attività produttiva; in media le aziende del campione attendono un incremento del 4,8%.  

Secondo i giudizi espressi riguardo l’andamento del fatturato nel periodo ottobre-dicembre 2022, emerge un quadro prevalentemente caratterizzato da stabilità, confermata per oltre due realtà su cinque.

In caso di variazioni, le dinamiche risultano più favorevoli sul mercato domestico che per l’export.

Analizzando nel dettaglio, le vendite in Italia sono considerate stabili per il 43,8% del campione, in crescita per il 31,3% e in diminuzione per il 24,9%.

Le esportazioni si mantengono sui livelli del precedente trimestre per circa una realtà su due (47,1%), aumentano per il 17,9% delle imprese e rallentano per il 35%.

È importante segnalare, per una miglior comprensione del quadro, che i pareri qualitativi formulati per la prima metà dell’anno erano risultati principalmente improntati alla crescita e alla stabilità per entrambi i mercati, italiano ed estero, di riferimento. 

Le imprese del territorio operano sui mercati internazionali e, tra luglio e dicembre 2022, la quota di fatturato realizzato al di fuori dell’Italia è risultata pari a circa un terzo del totale (31,3%).

L’area dell’Europa Occidentale si conferma la principale meta di destinazione delle merci lecchesi e sondriesi, assorbendo oltre la metà delle esportazioni, pari ad una quota del 18,2% del fatturato totale.

Ulteriori mercati in interesse Est Europa (2,9%), Stati Uniti (2,7%), BRICS (1,9%), America Centro-Meridionale (1,4%) e Asia Occidentale (1,1%).

La quota di fatturato dei rimanenti Paesi esteri è pari al 3% mentre in Italia è realizzato il 68,7%.

 

MATERIE PRIME

Sul fronte delle materie prime, le imprese lecchesi e sondriesi confermano per il secondo semestre 2022 il permanere di alcune criticità che rendono più difficoltosa la gestione delle attività, in coerenza con quanto esaminato per il campione dei tre territori congiuntamente considerato.

Si è continuato innanzi tutto a registrare dinamiche di aumento dei costi dei materiali e dei beni principalmente utilizzati dalle aziende. Tra luglio e settembre circa due terzi (65,5%) delle imprese hanno segnalato di aver dovuto far fronte ad un aumento dei listini dei propri fornitori e, tra questi, il 22% ha indicato che gli apprezzamenti delle commodities sono stati superiori ai dieci punti percentuali (+10%).

Nei tre mesi successivi, tra ottobre e dicembre, il numero di imprese che ha segnalato aumenti si è attestata a circa la metà (49,1%), con una quota del 14,7% che ha evidenziato costi più marcati di oltre il 10%.

Oltre ai maggiori prezzi, le imprese sono state costrette a fare i conti con le distorsioni e i colli di bottiglia presenti lungo le catene di fornitura, in particolare l’allungamento delle tempistiche necessarie a ricevere le merci per il 56,4% del campione, la diminuzione delle quantità effettivamente fornite rispetto a quelle ordinate (31,1%) e, in misura minore, il peggioramento della qualità dei materiali e delle merci ricevute (11%). 

La concomitanza con i forti rincari che hanno interessato i prezzi dell’energia elettrica e del gas ha portato a ulteriori complicazioni dello scenario.

Circa quattro realtà su cinque (77,9%) hanno indicato di aver subito una contrazione dei propri margini di profitto, il 43,9% ha comunicato di essere stata costretta ad applicare una riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva, il 24% ha segnalato di aver limitato una parte dell’attività aziendale ed infine il 21,4% ha rivelato di aver posticipato o in alcuni casi ridimensionato gli investimenti aziendali già programmati.

 

OCCUPAZIONE

Il quadro occupazionale delle imprese di Lecco e di Sondrio assume gli stessi toni di quanto esaminato a livello complessivo per i tre territori.

Tra luglio e dicembre 2022 la maggior parte dei giudizi, pari al 72,1%, risulta orientato alla stabilità; si rileva al contempo una maggior incidenza di indicazioni di espansione dei livelli (18,1%) rispetto a quelle di contrazione (9,8%).

Le aspettative riguardanti l’andamento dell’occupazione nei primi sei mesi del 2023 confermano, in miglioramento, lo scenario appena delineato: per oltre sette realtà su dieci (72,2%) è rilevata stabilità, per il 23,2% è segnalato un aumento mentre per il restante 4,6% è indicata una diminuzione.

 

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