Le valutazioni del presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati
Il turismo come risorsa fondamentale per un territorio che non deve farsi sfuggire le opportunità legate ai fondi del Pnrr e delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ma anche l'appello alle istituzioni, in primis al Comune della città capoluogo, perchè si rendano disponibili ad ascoltare le istanze di chi rappresenta le imprese evitando il "muro contro muro".
Nell'analizzare l'anno appena concluso e nell'approfondire le prospettive per il 2023, sono questi i due aspetti principali su cui si sofferma il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati: "Nel 2022 speravamo di potere ripartire alla grande, dopo due anni di pandemia, ma è arrivata la guerra e tutto è cambiato. Tante imprese hanno dovuto far fronte a rincari pesanti, anche perchè sono iniziate vere e proprie speculazioni, con aumenti delle materie prime in larga parte ingiustificabili. Negli scorsi mesi moltissimi associati hanno ricevuto bollette esorbitanti e la situazione continua a essere preoccupante: purtroppo come Paese paghiamo le scelte compiute in passato in campo di approvvigionamenti energetici. C'è poi la preoccupazione per l'inflazione: il caro vita danneggia soprattutto le fasce più deboli e comporta inevitabilmente un calo dei consumi che- per le realtà del commercio, del turismo e dei servizi che rappresentiamo - vuole dire meno lavoro e meno occasioni di sviluppo e occupazione". E aggiunge: "Viste le premesse, nel 2023 Confcommercio Lecco dovrà fare ancora di più per i propri associati, gestendo situazioni sempre più complesse. Tante imprese, dopo le fatiche e le chiusure per la pandemia, oggi hanno bollette che riducono pesantemente la redditività. Dobbiamo essere pronti a dare loro risposte veloci ed esaustive, supportandole con servizi performanti".Nel contesto attuale il turismo pare essere il settore che gode di salute migliore: "Nel 2022 questo comparto nel Lecchese è andato molto bene, con risultati importanti che in alcuni casi hanno riportato gli operatori ai fasti dell'era pre-Covid. Però abbiamo bisogno di una politica meno restrittiva da parte degli organi locali e di una visione più strategica. Il turismo è stato in questi mesi l'unica ancora di salvezza del territorio e, a detta di tutti, è il fattore che può fare la differenza per il futuro di Lecco. Ma invece di agevolarlo e di sostenere gli operatori, spesso si decide di mettere freni e ostacoli. Sia chiaro: siamo per le regole, le accettiamo e non vogliamo il far west. Però è bene che tutti si ricordino che prima viene sempre il buonsenso". Perchè il turismo sia davvero centrale nelle politiche del territorio serve un ulteriore sforzo: "Bisogna lavorare, ognuno secondo il proprio ruolo, per favorire e accrescere la nostra attrattività. A Lecco servono persone che si fermano: altrimenti abbiamo solo utenti di passaggio e un turismo "mordi e fuggi" che porta pochi benefici e dà fastidio ai residenti. Serve un turismo che si integra con la cittadinanza: dobbiamo diventare una eccellenza e fare vivere la città capoluogo e il territorio nel suo complesso. Questo vuol dire, ad esempio, provare a mettere mano in modo coerente e serio al problema della viabilità. Non possiamo permetterci cantieri perenni, abbiamo necessità di infrastrutture degne di questo nome. Abbiamo due occasioni uniche e irripetibili: il Pnrr e le Olimpiadi Invernali 2026. Non possiamo perdere questa opportunità che purtroppo è limitata nel tempo. Pensiamo solo all'effetto che ha avuto l'Expo 2015 sul territorio...".
Una delle vicende paradigmatiche dell'anno appena trascorso è stata quella che ha visto Confcommercio Lecco e Fipe contrapporsi al Comune di Lecco sulla questione dell'occupazione del suolo pubblico: "Se non fosse arrivata la norma nazionale, oggi i nostri operatori sarebbero penalizzati da prescrizioni assurde che delimitano, e perciò limitano, le loro capacità. Senza entrare negli aspetti tecnici della vicenda, voglio ribadire un concetto che vale per il Comune di Lecco e per tutte le realtà istituzionali: serve più collaborazione e maggiore ascolto. Non bastano gli incontri, che sono sì importanti, ma per dialogare è fondamentale la volontà di ascoltarsi e di confrontarsi. Confcommercio Lecco lo chiede perchè rappresenta migliaia di imprese".
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