Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
Richiamarsi in termini generici all’Occidente è una forma comune per identificare un’area geopolitica del mondo, la più avanzata economicamente e culturalmente della Terra, che ha saputo tessere i propri interessi in questi ultimi secoli a discapito di altri popoli e Paesi che hanno subìto l’influenza e lo sfruttamento economico coloniale del “vecchio continente”, l’Europa.
Nell’epoca moderna contemporanea e attuale, nell’accezione “occidentale” si intende un’area geopolitica più ampia, includendo l’intera Comunità europea, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, l’Australia, la Gran Bretagna dalla exit Ue e altri Stati che per opportunità e convenienza economica si richiamano e riconoscono nei valori e alleanze militari oggi espressi.
Le popolazioni che le abitano (tutti quanti noi) hanno anch’esse beneficiato del benessere economico e della più elevata condizione di vita sociale assistenziale sino a garantirne la più prolungata età media di vita, acquisita tuttavia grazie all’iniquità e alle disuguaglianze imposte dal “dominio occidentale” rispetto ad altre popolazioni soggiogate da questo modello di scambio ineguale.
La crisi sistemica in cui ci stiamo dibattendo da almeno 30 anni pone al centro queste disuguaglianze che aggiunte alla necessità di affrontare il mutamento climatico in atto, conseguenza di questo iniquo sviluppo economico e industriale, impone la necessità di un cambio radicale e accelerato per garantire un futuro alle nuove generazioni e all’intera umanità, fermando il fenomeno migratorio incentivato dal “miraggio occidentale”.
Il sistema capitalistico conosciuto è di fatto fallito insieme a tutte le classi dirigenti che lo hanno alimentato. Ora è necessario progettare un “nuovo ordine economico mondiale”, una nuova classe dirigente globale che sappia far tesoro degli errori compiuti e ricercare insieme un nuovo ordine condiviso e non più imposto con l’uso delle armi e la guerra.
Queste sono le ragioni di fondo che animano tutti noi che siamo contro tutte le guerre e oggi in particolare contro questa guerra fratricida per procura che si consuma in Ucraina, ma ordita dalle “élites occidentali” - Usa, Europa, Nato - contro la Russia, propiziata dal dissolvimento dell’Urss.
Pertanto è più aderente e corretto identificare e parlare della “élites occidentali” individuando in esse le classi dirigenti delle società più evolute, la classe politica, le personalità più ricche e influenti e i signori della guerra, incuranti delle posizioni e delle opinioni della stragrande maggioranza dei popoli occidentali, inascoltati, che sono contrari alla guerra e auspicano un futuro di pace e progresso inclusivo per tutti i popoli della Terra.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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