Permangono le criticità determinate dalle distorsioni sul versante delle materie prime e dal caro gas-energia, su cui incide negativamente il proseguire del conflitto che ha per teatro l’Ucraina.
Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di novembre 2022, rispetto ai livelli di ottobre lo scenario mostra un peggioramento per tutti gli indicatori, mentre resta in tenuta il quadro occupazionale. Continuano anche le criticità determinate dalle distorsioni sul versante delle materie prime e dal caro gas-energia, su cui incide negativamente il proseguire del conflitto che ha per teatro l’Ucraina.
“La nostra indagine conferma un atteso rallentamento degli indicatori, evidenziato anche a livello nazionale dal Centro Studi di Confindustria - sottolinea il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni -, ma in un quadro generale dove la capacità produttiva resta comunque su livelli elevati e dove circa due terzi dei giudizi del campione indicano stabilità o crescita dei livelli per tutti gli indicatori. Inoltre, il dato dell’occupazione resta stabile, a ulteriore conferma che il tessuto economico del territorio è sano e che il rallentamento non dipende da problemi strutturali, ma dalle ben note criticità di natura esogena”.
“La prospettiva per il futuro non è quindi cupa - prosegue il Presidente Agostoni -, nonostante il permanere di elementi preoccupanti: gli elevati costi di energia elettrica e del gas, nel lungo periodo non sostenibili per molte aziende, le distorsioni sulle catene di fornitura e la contrazione della redditività aziendale, determinata dai maggiori costi operativi. Anche per questo avremmo voluto una legge di bilancio più coraggiosa, con uno sforzo maggiore per gli obiettivi prioritari della crescita e del lavoro”.
“I giudizi riguardanti la conservazione dei livelli dell’occupazione - commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - confermano lo stato di salute delle nostre province, dove si registrano diversi casi di aziende che indicano di aver accresciuto i propri organici, mentre resta limitato il ricorso agli ammortizzatori sociali che emerge da questa edizione dell’Osservatorio. Le difficoltà nell’individuare profili tecnici e in generale risorse qualificate da inserire in organico resta anzi un elemento critico per le imprese, in modo trasversale rispetto ai settori”.
CONSEGUENZE DEL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA
Il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina ha determinato impatti anche sulle imprese di Lecco e Sondrio, in coerenza con quanto rilevato nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio.
Oltre un’impresa su quattro (27,5%) ha registrato una contrazione della propria quota di export in novembre, sia in maniera diretta nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto, sia indirettamente, attraverso i rapporti commerciali con i clienti.
In aggiunta, il 22,8% delle aziende ha indicato di aver riscontrato un aumento delle criticità riguardanti l’approvvigionamento delle materie prime.
DOMANDA
L’indicatore associato alla domanda risulta principalmente orientato alla conservazione dei livelli rispetto ad ottobre, sebbene questi siano in diminuzione per oltre un’azienda lecchese e sondriese su tre in novembre, sia per quanto riguarda il mercato domestico, sia sul fronte estero.
Analizzando nel dettaglio, la domanda in Italia è considerata invariata per il 45,8% del campione ed è in decelerazione per il 35,6%, mentre aumenta per il rimanente 18,6% delle imprese.
Le esportazioni sono considerate invece stabili per il 53,9% delle imprese, in rallentamento per il 34,6% e in crescita per il restante 11,5%.
PRODUZIONE
L’attività produttiva delle imprese di Lecco e Sondrio risulta orientata prevalentemente al mantenimento dei livelli registrati in ottobre, così come evidenziato in oltre un caso su due (52,6%). La stabilità è ulteriormente avvalorata dal bilanciamento tra le indicazioni di aumento (24,6%) e di diminuzione (22,8%) che assumono entità simili.
Il tasso medio di utilizzo degli impianti si attesta a quota 80%, di tre punti percentuali al di sopra rispetto a quanto esaminato nell’ambito dello scorso Osservatorio (77% a settembre 2022).
La situazione riferita al tasso di impiego degli impianti non è omogenea e all’interno del campione sono riscontrabili alcune differenze, in particolare considerando la dimensione aziendale. Le realtà con oltre 50 occupati rivelano una maggiore capacità produttiva impiegata (83,8%) rispetto alle aziende più piccole (76,9%).
A livello settoriale, invece, le aziende metalmeccaniche (80,4%) e degli altri settori (80,1%) esprimono un impiego di poco superiore a quello mediamente registrato per le realtà tessili (77,5%).
FATTURATO
I giudizi che riguardano l’andamento del fatturato in novembre risultano variegati, sia a livello italiano, sia per l’export.
Sul versante domestico si registra una diminuzione, rispetto ai livelli di ottobre, per il 35,6% del campione, stabilità per il 33,9% ed una crescita per il 30,5%.
Le vendite all’estero confermano le quote di ottobre in oltre due casi su cinque (42,3%), decelerano nel 34,6% ed aumentano nel rimanente 23,1% dei casi.
PREVISIONI
Sul fronte previsionale le imprese lecchesi e sondriesi segnalano in prevalenza aspettative di stabilità per le prossime settimane, così come indicato da circa una realtà su due (47,5%).
In caso di variazione, le ipotesi per l’andamento del business nelle prossime settimane sono maggiormente orientate alla diminuzione (33,9%), rispetto alla crescita (18,6%).
Con riferimento all’orizzonte di visibilità sul portafoglio ordini, circa una realtà su tre (32,2%) indica di poter programmare le attività solo per poche settimane, il 39% del campione segnala un orizzonte di qualche mese, mentre il 28,8% comunica un periodo superiore al trimestre.
MATERIE PRIME
Le aziende di Lecco e Sondrio confermano il permanere di criticità inerenti all’approvvigionamento delle materie prime e ai costi dell’energia.
Nel mese di novembre, rispetto ad ottobre, il 44,8% del campione ha segnalato di aver fatto fronte ad un aumento dei listini delle principali commodities utilizzate in azienda.
Oltre ai maggiori costi di approvvigionamento, le aziende del territorio hanno confermato l’esistenza di difficoltà legate alle inefficienze lungo le catene di fornitura, in particolare l’allungamento dei tempi necessari a ricevere le merci, indicato dal 51,7% delle imprese e alla diminuzione delle quantità effettivamente approvvigionate dai fornitori rispetto a quelle richieste, segnalata dal 22,4% delle aziende.
Per il 15,5% è stato inoltre indicato un peggioramento della qualità delle forniture.
Le dinamiche legate all’andamento costo dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime hanno influito negativamente su quasi nove realtà lecchesi e sondriesi su dieci (86,2%). Per il 23,7% del campione si è verificata una riduzione dell’attività aziendale, per il 32,2% è stato necessario provvedere ad una riorganizzazione del lavoro e dell’attività produttiva, per il 35,6% è stato rilevato un ridimensionamento o un posticipo degli investimenti aziendali e, infine, per il 78% è stata registrata una contrazione dei margini.
RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’
Le realtà leccesi e sondriesi guardano con attenzione al rapporto con gli Istituti di credito in novembre. Secondo i giudizi formulati la situazione presenta infatti alcuni elementi di peggioramento.
Con riferimento alle condizioni praticate, il quadro è considerato mantenersi stabile rispetto a quanto registrato ad ottobre per il 72,4% del campione, ma è in peggioramento per il restante 27,6%.
Per quanto riguarda invece il giudizio espresso dalle imprese rispetto alla loro liquidità, nel 45,8% dei casi il quadro è ritenuto nella norma, nel 37,3% viene espressa soddisfazione, mentre nel 16,9% la situazione è considerata come migliorabile.
OCCUPAZIONE
A differenza di quanto esaminato per gli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato, lo scenario occupazionale delle aziende di Lecco e Sondrio risulta orientato ad una generale conservazione dei livelli, così come indicato da oltre quattro realtà su dieci (81,3%).
In caso di indicazioni di variazione, l’espansione degli organici (13,6%) risulta più diffusa rispetto alla diminuzione (5,1%).
Da segnalare che nel mese di novembre circa una realtà su dieci (13,6%) tra quelle aderenti all’Osservatorio ha segnalato di aver fatto ricorso ad ammortizzatori sociali.
Le aspettative formulate riguardo l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi confermano sostanzialmente l’orientamento alla stabilità (71,2%), mentre in caso di ipotesi di variazione l’aumento (13,6%) e la diminuzione (15,3%) assumono entità simili.
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