Foto Peverelli
Dopo due anni di stop dettati dall’emergenza Covid, ieri i costruttori di Lecco e Sondrio si sono ritrovati presso la sala convegni dell’esperimento insieme alle più importanti autorità dei due territori e ai rappresentanti del tessuto economico-produttivo locale in occasione dell’Assemblea annuale di ANCE Lecco Sondrio dal titolo “Imprese, Territorio & Politica”. A dialogare con il presidente Sergio Piazza, in una tavola rotonda ricca di spunti significativi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica Sen. Alessio Butti, l’On. Chiara Braga, l’On. Giulio Centemero e l’On. Mauro Del Barba, mentre l’On. Maurizio Lupi - impossibilitato ad essere presente - ha mandato un videomessaggio.
Tanti i temi messi sul tappeto dal presidente Sergio Piazza, con l’obiettivo di sviluppare un confronto sulle problematiche che più da vicino interessano il mondo delle imprese edili, al termine di un triennio che ha visto il settore crescere in modo significativo ma non ordinato e soprattutto senza programmazione, con una serie di elementi esterni a fungere per alcuni versi da volano - si pensi al Superbonus ma anche all’avvio dei cantieri per il PNRR - ma anche a cambiare radicalmente lo scenario in corsa, come nel caso degli aumenti senza controllo dei prezzi delle materie prime e dell’energia o il blocco della cessione dei crediti.
Superbonus
“Il Superbonus ha prodotto numerosi benefici, ma ha determinato anche tante criticità: dalla complessità delle procedure per accedervi alle incertezze che più volte ne hanno caratterizzato l’applicabilità, fino alla nascita di tanti nuovi operatori improvvisati che sono nati solo per ragioni speculative. E poi c’è il problema del blocco della cessione dei crediti, che minaccia migliaia di imprese, In ogni caso, a monte, vi è stato un errore: non è pensabile che lo Stato intervenga con un bonus che restituisce al cittadino più di quanto lui spenda. Cambiare dunque era necessario. Ma occorre risolvere i problemi aperti” ha affermato in apertura il presidente di ANCE Lecco Sondrio, che ha proseguito con una proposta originale: “Se è vero che l’obiettivo del provvedimento è ancora di grande attualità, ovvero la riduzione dell’inquinamento prodotto dai vecchi edifici e il loro efficientemente energetico, perché non pensare di fare un’analisi del costo complessivo reale che richiederebbe l’adeguamento di tutto l’edificato depurato dai benefici in termini di aumento del PIL e delle entrate che questo piano determinerebbe e spalmare su un decennio l’intervento, con benefici fiscali ridotti, così da avere una programmazione di lungo respiro e costi annuali contenuti?”
Una proposta che ha indubbiamente fatto discutere i partecipanti alla tavola rotonda. L’On Del Barba, convenendo sull’esigenza di introdurre un minimo di conflitto di interessi riducendo l’aliquota come deciso dal Governo Meloni, ha concordato sulla necessità di introdurre sul tema non più provvedimenti spot ma di più lungo termine, per favorire la programmazione da parte delle imprese, evidenziando il problema emerso con il Superbonus dell’eccesso di burocrazia portata dall’Agenzia delle entrate e da Enea. “È importante pianificare: approfondiamo la proposta del presidente Piazza di calcolare il montante totale e il Poi, con un principio: basta pasti gratis, deve esserci un co-investimento del cittadino” ha affermato l’On. Centemero, sottolineando come in Italia manchi la certezza del diritto, a causa del continuo cambio di regole, e come questo sia un ostacolo concreto per le imprese.
Se l’obiettivo del Superbonus resta ancora oggi condivisibile, per l’On. Braga il problema è stato che la modalità applicativa ha finito per penalizzare i condomini e gli edifici pubblici, ovvero proprio quelli che maggiormente avevano l’esigenza di riqualificarsi. “Il decalage era già previsto, - ha continuato - ma non va bene cambiare le regole mentre si gioca, perché questo crea incertezza. La priorità ora è risolvere il tema dei crediti incagliati. Per il futuro occorre riorganizzare il sistema degli incentivi secondo criteri di maggior programmazione e maggiore stabilità”. Un punto di vista per molti aspetti condiviso anche dall’On. Lupi, che pure ha sottolineato l’eccezionalità del provvedimento, non più proseguibile nel tempo nelle modalità con cui è stato pensato: “È fondamentale una compartecipazione del privato nel rifacimento di un edificio. Ora dobbiamo impegnarci a risolvere il problema della cessione del credito per dare certezze a chi ha investito”.
Fortemente critico sul Superbonus è stato il Sen. Butti: “Per interventi che hanno permesso di riqualificare meno del 6% del patrimonio edilizio esistente, si sono spesi 60 miliardi, con una spesa superiore di 37 miliardi a quanto era stato previsto, per altro avvantaggiando soprattutto i ceti più abbienti. E che dire dei 4,4 Miliardi di crediti di imposta inesistenti? Una vera truffa. Il nostro primo intervento è servito per evitare che questi problemi proseguissero. Abbiamo inoltre messo in sicurezza il fondo sul rincaro dei prezzi e stiamo mediando con Eurostat, con l’obiettivo di risolvere la cessione dei crediti. Per il futuro, se vogliamo intervenire sulla difesa dell’ambiente e la riduzione delle emissioni, dobbiamo favorire l’intervento sui condomini che sono vetusti, hanno dimensioni ragguardevoli e interessano molte famiglie”.
Politiche del lavoro
Il secondo tema affrontato dal presidente di Ance Lecco Sondrio è stato quello delle politiche del lavoro: “Ci troviamo a fare i conti con una grave carenza di personale, forse perché il nostro settore non è attrattivo, anche se il problema è più generale e investe tutti i settori in cui è richiesto lavoro manuale. – ha sostenuto Piazza - Come invertire questa tendenza? Potendo offrire più soldi a chi lavora. E ciò significa ridurre, ma in modo significativo, il cuneo fiscale, e soprattutto detestare totalmente i premi di produzione, il lavoro straordinario E poi occorre premiare quelle imprese che fanno formazione e sicurezza, introducendo per esempio un K tecnico premiale nelle gare”.
“Il reddito di cittadinanza è stato un disincentivo all’occupazione. Occorre favorire concretamente chi lavora e la strada di una defiscalizzazione proposta dal presidente Piazza, sia pure in modo parziale e non totale, è l’unica. Poi c’è un problema di cultura manuale in Italia: lo Stato deve favorire maggiormente le scuole professionali, ma anche le associazioni imprenditoriali devono fare la loro parte” ha affermato l’On. Del Barba. Riflessioni che hanno incontrato anche il parere condiviso da parte dell’On. Centemero: “Alla base c’è un problema culturale: lavorare in edilizia non è cool. Il problema è il modello culturale che tutti, anche la Tv pubblica, stanno fornendo. Ritengo sia fondamentale investire su forme di outplacement, reskilling, etc e su assunzioni dei giovani. In Finanziaria abbiamo inserito una detestazione dei premi fino a 3000 Euro all’anno: è un inizio”.
Per l’On. Braga il problema sta da un lato in come viene pagato il lavoro, ma soprattutto nel fatto che molte aziende effettuano un dumping scorretto non applicando il CCNL dell’edilizia, mentre l’On Lupi ha sostenuto sia fondamentale lavorare sul taglio del cuneo fiscale e sull’incentivazione per le aziende che assumono i giovani, mettendo fine a logiche di assistenzialismo. “Siamo intervenuti sul cuneo fiscale. Troppo poco? È molto più di quanto fatto dai Governi precedenti. È il segnale di un’inversione di tendenza, di una nuova strada che intendiamo perseguire” ha concluso il Sen. Butti.
PNRR e caro materiali
“Ci attendevamo che l’avvio dei lavori per il PNRR segnasse l’inizio di un nuovo modo di affidare le commesse da parte dello Stato: più trasparenza e meno burocrazia. In realtà non è stato così e la burocrazia resta la madre di tutte le battaglie. Il caro materiali rischia di bloccare i cantieri e di far slittare le opere, perché nonostante i correttivi introdotti le imprese non possono lavorare in perdita. Quindi sarà necessario rivedere il PNRR e ridurre le opere in programma” ha sostenuto il presidente di ANCE Lecco Sondrio, Sergio Piazza, intervenendo sull’argomento.
“Non possiamo permetterci di rivedere il PNRR: dobbiamo trovare gli strumenti giusti per far decollare il piano di opere previsto” è stato il commento dell’On. Del Barba, cui ha fatto eco l’On. Braga: “Rimettere in discussione il piano è un errore. Va tenuto in conto l’impatto dell’aumento dei materiali e dell’energia e rifinanziate le compensazioni, soprattutto rivedendo i meccanismi di erogazione alle imprese, troppo lunghi e farraginosi”. D’accordo su una rimodulazione del programma del PNRR invece l’On. Centemero, così come l’On. Lupi. Per il Sen. Butti, infine, il piano va rinegoziato, almeno in parte: “Il 55 per cento delle opere legate all’edilizia sono destinate al Mezzogiorno: purtroppo per la metà non vedranno la luce, perché la situazione nel Mezzogiorno è molto più complessa che nel Centro-Nord. Occorre rivedere le scelte fatte”.
Nuovo Codice degli Appalti
Ultimo tema affrontato dal presidente di ANCE Lecco Sondrio, l’urgenza di arrivare ad un nuovo Codice degli Appalti: “Se è vero che per realizzare un’opera sino ad oggi siamo dovuti andare in deroga significa che non funziona. Il Codice degli appalti dovrebbe regolare i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione; invece si è preteso che si occupasse anche di lotta alla corruzione, infiltrazioni mafiose, etc. Dobbiamo avere un testo chiaro e semplice, con regole precise, e un sistema che valorizzi le imprese oneste e colpisca i disonesti”.
Se l’On. Del Barba ha concordato sull’esigenza di mettervi prontamente mano, perché non funziona, “evitando però di intervenire sulle parti che tendono ad impedire i fenomeni di illegalità”, l’On. Centemero ha sottolineato come la sua semplificazione sia fondamentale. Il timore che mettervi mano significhi un “rischio paralisi, quando invece abbiamo bisogno di stabilità” è stato invece evidenziato dall’On. Braga, che pure ha ricordato come su 230 articoli solo 14 siano dedicati all’esecuzione dei lavori. L’impegno ad una semplificazione del Codice è stato assunto dall’On. Lupi che ha sottolineato come “l’impresa deve essere finalmente considerata una risorsa e non un elemento negativo, come fatto finora”.
Per il Governo, il Sen. Butti, pur evidenziando come “vi sia bisogno di stabilità nel quadro regolatori perché viceversa si scoraggiano i numerosi investitori, anche esteri, dall’operare in Italia”, ha accolto la richiesta di ANCE Lecco Sondrio: “Non possiamo avere uno strumento rigido, che blocca l’attività delle imprese perché intende estendere la sua competenza anche su altre tematiche. Occorre che le imprese sane possano lavorare, e che chi sbaglia sia sanzionato rigorosamente. a non si può pensare di affidarne la stesura al Consiglio di Stato: non ho mai visto un magistrato frequentare un cantiere”.
Premiazioni
Al termine dell’Assemblea sono state anche premiate le imprese con quarant’anni di fedeltà al sistema associativo. Sono state premiate le seguenti imprese:
· Per 40 anni di appartenenza al sistema associativo nell'anno 2020:
o i fratelli Enrico, Grazia E Stefano Fumagalli dell'Impresa I.C.E. FUMAGALLI s.r.l. di Nibionno
· Per 40 anni di appartenenza al sistema associativo nell'anno 2021:
o Marco e Roberto Bianchi Bazzi dell'Impresa EDILBOMA s.r.l. di Lecco
o Silvia, Giulio E Marco Benzoni dell'Impresa edile BENZONI s.r.l. di Mandello del Lario
o Giulio Nogara dell'Impresa NOGARA STRADE s.r.l. di Taceno
o Renato Maggi dell'Impresa EDILMOLGORA s.r.l. di Olgiate Molgora
· Per 40 anni di appartenenza al sistema associativo nell'anno 2022:
o Emilia Ripamonti dell'Impresa POZZI VIRGINIO STRADE s.r.l. di Lecco
o Mario Pirola dell'Impresa PIROLA s.n.c. di Pirola Ing. Mario di Castello Brianza
Un ringraziamento particolare, infine, è andato a Renzo Tarabini, dipendente di ANCE Lecco Sondrio, ormai prossimo alla pensione, per l'impegno e la dedizione a favore del servizio di elaborazione paghe.
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