Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
L’Italia democratica popolare chiede la pace in Ucraina: è questo il messaggio che scaturisce dall’imponente manifestazione per la pace di Roma, promossa e sostenta da oltre 600 associazioni disseminate in tutta Italia, con la partecipazione di molti esponenti politici ai quali competerà trasformare questo auspicio in atti legislativi concreti, anteporre la diplomazia, favorire il dialogo e fermare le armi.
La pericolosa escalation delle armi non favorirà alcuna soluzione pacifica. Dall’aggressione militare russa all’Ucraina abbiamo solidarizzato, aiutato, accolto il popolo ingiustamente aggredito e svilito dalla sua sovranità, subendo gli orrori e le devastazioni di una guerra fratricida.
Dopo quell’atto scellerato è necessaria una svolta. Riteniamo si sia giunti a un tale punto nell’escalation militare da dover dare la parola alla diplomazia e al dialogo tra le parti.
L’Occidente, l’Europa, l’Italia, le forze democratiche europee e nazionali devono riconoscere questa necessità prioritaria rivendicata dalle persone che sono scese in piazza, interpretando la speranza popolare anche di chi è stato materialmente impossibilitato a parteciparvi.
Noi occidentali siamo parte di un’alleanza militare. La Nato a trazione Usa e noi europei abbiamo esigenze e interessi diversificati dagli amici di Oltreoceano. L’atlantismo assurto a ideologia ci danneggia e oggi vi è un rischio reale che potrebbe condurci nel baratro di una guerra nucleare atomica.
La forza viva di tutti i manifestanti si unisce alle parole di papa Francesco e di tantissimi intellettuali che da tempo si battono contro questa guerra fratricida che poteva essere evitata.
Il nostro nuovo Governo marcatamente di destra è atteso alla prova di questo compito necessario nel contesto internazionale nel chiedere un cambio di rotta, rispetto sia alle sanzioni alla Russia sia alla fornitura di armi, considerando l’elevata pericolosità delle stesse, che oggi consentono di condurre i conflitti a distanza, da remoto, richiedono la definizione di accordi vincolanti anche con il “nemico più efferato” per far tacere le armi.
La complicata soluzione del conflitto sta nella storia, che è stata unilateralmente calpestata, negli accordi e nei trattati di pace che sono stati disattesi. Sarà necessario riconoscere le ragioni e anche le paure reciproche. Insieme, le parti in campo dovranno conseguire risultati efficaci nel salvare vite umane e favorire le convenienze della pace e della sicurezza per tutti.
La crisi sistemica di questo capitalismo aggressivo si sta consumando con piani speculativi giganteschi che ancor prima dell’invasione russa stanno soffocando famiglie e imprese per gli elevati e ingiustificati aumenti del gas e di altre materie prime a noi indispensabili, compromettendo la serenità e sicurezza economica di famiglie e imprese.
La comunità internazionale deve favorire il dialogo tra le parti. La pace, la convivenza, la sicurezza tra popoli diversi non sono un regalo, ma rappresentano un vincolo da alimentare, difendere e rispettare ogni giorno.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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