Lorenzo Morandotti Si è conclusa con successo a Palazzo Pirelli a Milano la bella mostra "Amedeo Vergani Lombardia. Le radici della nostra identità" con oltre 60 scatti a colori del maestro della fotografia e del fotogiornalismo. Un percorso che documenta lo sguardo attento e indagatore del maestro sui temi dell'identità territoriale con momenti di vita quotidiana, sagre, feste e una significativa sezione dedicata all'operosità lombarda declinata in antichi e nuovi mestieri. Sabato 1° ottobre a fare da cicerone d'eccezione alla mostra è stato il fotografo ed editore comasco Carlo Pozzoni, che ha accompagnato un folto gruppo di visitatori alla scoperta delle foto e del loro autore. Pozzoni ha lavorato a lungo con Vergani, di cui è stato allievo e collega, e ha raccontato il dietro le quinte dell'arte fotografica e del fotogiornalismo con dovizia di aneddoti. Pozzoni nei prossimi mesi ospiterà nello spazio The Art Company di Como una selezione di una ventina di questi scatti di Vergani, molti dei quali sono dedicati al Comasco, al Lecchese e alla Valtellina. "Aveva sempre al centro l'uomo, la persona nei suoi scatti, è stato un maestro della fotografia analogica, capace di lavorare in modo esemplare e mirabile con la luce e il suo lavoro è stato riconosciuto a livello internazionale" ha detto Pozzoni per il quale Vergani è stato mentore e palestra di idee, sottolineando anche l'impegno di Vergani a difesa dei diritti della categoria dei fotografi negli anni in cui la crisi dell'editoria ha iniziato a farsi più pressante.
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