Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
A seguito dei risultati delle elezioni politiche del 25 settembre in Italia, con la vittoria della destra, ci si poteva auspicare un esito diverso dopo le elezione dei due presidenti del Senato, Ignazio Benito La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana? Obiettivamente no!
Tuttavia un commento rispetto al peso e al significato della loro storia personale è necessario per comprendere anche le scelte future di chi comporrà l’esecutivo con a capo la Meloni, rappresentante della destra più radicale in Italia e in Europa.
Il primo non ha mai nascosto il suo legame con il fascismo e le sue simpatie per Mussolini. Sempre ha snobbato ogni testimonianza e ricorrenza antifascista come il 25 Aprile, giornata nazionale dalla Liberazione dalla fine della guerra e dal fascismo. Il secondo non ha mai perso un occasione per denigrare le persone che rivendicano diritti civili e riconoscimenti per la loro diversità sessuale e la costituzione di famiglie aperte, anteponendo una visione antica di cristianità integrale di stampo oscurantista.
Nella sostanza sono insieme due figure altamente divisive in una realtà sociale molto articolata e composita come il nostro Paese. Tuttavia verificheremo insieme, e presto, se il cambio di ruolo suggerirà loro una capacità operativa istituzionale più inclusiva e aderente allo spirito costituzionale dell’alto ruolo e compito che si delinea innanzi a loro.
Grave è la rottura di Berlusconi e del suo gruppo, che si è defilato dall’elezione del presidente del Senato, ma - oltre a questo fatto che rasenta il ridicolo - si è consumato un fatto assai più grave: ben 18 senatori dell’opposizione non hanno rispettato le indicazioni dei loro partiti votando il candidato della destra, svilendo e aggravando la loro inconsistenza e inaffidabilità, per una opposizione efficace, a favore di tutti noi cittadini italiani, gettando un inquieto sospetto sul futuro.
La realtà della profonda crisi economica che si va profilando per tutti noi impoverirà sempre di più famiglie e imprese, per non pensare alla guerra che rischia di intensificarsi in Ucraina e alle speculazioni sui prodotti energetici dei “poteri forti” che agiscono indisturbati, decidono per tutti e su tutti.
Tutto ciò evidenzia un fatto incontrovertibile: questa classe dirigente che va delineandosi in Italia non sarà all’altezza delle sfide che la profonda e duratura crisi invece richiederebbe.
La preoccupazione fondata non è rivolta soltanto a chi grazie al voto degli italiani è legittimato a governarci, ma anche alle minoranze che non hanno saputo/voluto unirsi per provare a vincere le elezioni, e ora non sa ancora come fare opposizione rappresentando le aspettative di milioni di italiani.
Il momento è assai grave, insieme alla nuova politica, necessitano vigore e spinta unitaria da parte del mondo del lavoro e delle imprese, le loro organizzazioni sindacali, tutto il mondo del volontariato con le loro associazioni e la società civile, gli studenti e la loro intelligenza innovativa, i pensionati e la loro saggezza e con tutti loro la storia, il dettame e la guida della nostra Costituzione democratica e antifascista.
Sergio Fenaroli
Nessun commento:
Posta un commento