Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
Si intensifica la battaglia elettorale tra le formazioni politiche che si contendono i voti dei cittadini italiani che il 25 settembre sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento, con una drastica riduzione di parlamentari sia alla Camera sia al Senato.
C’è da augurarsi che siano in molti ad adempiere a questo diritto-dovere di recarsi alle urne e scegliere i propri rappresentanti. Le prospettive economiche e sociali, sia a breve ma anche nel lungo periodo, sono alquanto preoccupanti e astenersi, rinunciare, sarebbe un errore imperdonabile.
Dagli ultimi sondaggi risulterebbe un marcato vantaggio della destra, galvanizzata da una comoda opposizione ai governi trascorsi e in particolare al governo Draghi, cacciato a casa anzitempo con un palesato e tardivo pentimento.
I cittadini italiani, che hanno in grandissima maggioranza condiviso le misure adottate dal governo durante la pandemia non ancora del tutto debellata, risultano alquanto confusi e disorientati per le scelte imposte dagli Usa e acriticamente adottate da tutti i governi europei nel conflitto in Ucraina, per gli orrori di una guerra fratricida in Russia e per le prevedibili conseguenze economiche negative di ricaduta sulle popolazioni europee.
Una guerra che doveva e poteva essere evitata, che rischia ogni giorno di avvitarsi su se stessa e di cui nessuno è ora in grado di vederne la fine.
Solo una forte e determinata sollecitazione dell’Europa nei confronti del governo Usa avrebbe oggi l’autorevolezza di chiamare al tavolo di pace la Russia e l’Ucraina per definire insieme le ragioni, i termini e i diritti di una necessaria fine del conflitto, concordata e condivisa.
In questo vuoto di iniziative per la pace si certifica una sudditanza incomprensibile delle forze progressiste europee e del partito più rappresentativo della sinistra italiana, che da troppi anni si dimena in scontri personalistici, trascurando un rapporto diretto con fasce popolari, lavoratori, pensionati e piccoli imprenditori che attendono soluzioni alle difficoltà economiche e una guida, un orientamento nel difficile contesto globale anche in relazione alla crisi climatica e ambientale.
Siamo immersi in una crisi sistemica, le soluzioni sono complesse ma non impossibili, le politiche liberiste hanno fallito, l’inflazione e l’impoverimento dilagano e si aggraveranno. Il 25 settembre ognuno si assumerà responsabilmente il proprio dovere. Non sciuperemo questa opportunità, ma chiediamo con forza che il partito guida della sinistra in Italia si assuma con forza l’onere e il compito di lavorare per la pace in Ucraina e in questo contesto operare con credibilità per la difesa degli interessi generali del Paese.
E’ un esercizio difficile e impegnativo, ma rientra nel ruolo prioritario di una forza progressista. Siamo contro tutte le guerre, siamo dalla parte dei popoli e il popolo ucraino non può essere usato quale vittima sacrificale. E’ necessaria un’operazione verità di prospettiva, per smascherare i disegni di dominio imposti dai signori della guerra occidentali e dagli oligarchi russi.
Soltanto in un contesto di pace, di rispetto e di sicurezza reciproca avrà senso ogni necessaria misura economica a tutela delle condizioni di vita delle fasce sociali più deboli e del mondo produttivo e delle generazioni future che vogliono crescere in un mondo di pace, tra modelli di vita diversi che dovranno coesistere e cooperare tra loro.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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