Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo queste considerazioni sull’esito del voto politico di domenica 25 settembre:
Si sono svolte domenica scorsa in Italia le elezioni politiche anticipate e i cittadini
hanno premiato le forze politiche populiste e anche demagogiche del Paese. Ha vinto la destra italiana, ha vinto la Meloni che da 5 anni coerentemente dall’opposizione ha condotto, da una posizione di comodo, una battaglia contro tutte le forze che si sono alternate alla difficile e complessa guida del Paese.
Anche a Lecco montagne di schede nei seggi indicavano la Meloni quale dominatrice, premiata da molti cittadini in linea rispetto a quanto avvenuto in quasi tutta Italia. Fratelli d’Italia diviene il primo partito con oltre il 26% dei voti, al Sud l’ex premier Conte recupera un significativo consenso, confermandosi con il 15% dei voti, a differenza della sinistra che annaspa e con il Pd che non raggiunge il 20% confermando tutte le difficoltà nel rapporto con quella che dovrebbe essere la sua gente, i lavoratori, le fasce sociali più deboli, i pensionati e anche strati sociali di ceto medio e imprenditoriali.
Non è un risultato inatteso. Si confermano infatti le previsioni che stimavano una crescita dei consensi alla destra, che avrà un premio aggiuntivo di deputati e senatori proprio in ragione del sistema elettorale che premia le forze che si coalizzano in un programma di governo del paese, a differenza delle forze progressiste che non hanno manifestato questa maturità, presentandosi disgiunte a questo appuntamento elettorale.
Le responsabilità della sconfitta elettorale sono molteplici, andranno analizzate e rimosse. Oggi il rischio è assai grande, in una situazione di crisi economica prolungata dagli effetti negativi della guerra in Ucraina, un’inflazione che erode il potere d’acquisto di stipendi e salari, il raddoppio delle bollette del gas e dei prodotti energetici stanno facendo saltare le attività produttive. Se molte chiuderanno i battenti, aumenterà la disoccupazione e la capacità di convivenza civile, tra i vari strati sociali più esposti e indifesi. Ecco un inedito e reale pericolo da evitare.
Si commenta in generale e si dice che il popolo ha sempre ragione. Mi permetto di dissentire: l’astensionismo o la rinuncia al voto, ancora in aumento, sono causa di un disinteresse che va combattuto prima con se stessi e con un certo modo di intendere l’impegno politico. Affidare una delega in bianco ad altre persone ogni 4/5 anni favorisce il qualunquismo dilagante. La personalizzazione della politica, la propaganda ingannevole sono elementi negativi da evitare e prevenire.
L’amarezza e la delusione per l’esito elettorale ci deve stimolare alla ricerca degli errori per farne tesoro e rimediare in futuro. Saremo più forti e credibili per recuperare non soltanto il consenso della nostra gente ma il necessario impegno e l’entusiasmo consapevole da persone semplici, da autentici protagonisti dei nostri tempi.
Ci hanno trascinato contro la nostra volontà in una guerra. Ebbene, dobbiamo insieme trovare le ragioni e le modalità per farla cessare. E’ un primo e grande obiettivo che il nuovo Partito democratico deve porre con forza nelle sedi deputate (Usa, Nato, Europa). La lotta contro la povertà è un altro tema, insieme a molti altri che coinvolgono la vita di ogni giorno e che ci attendono. Si voleva a ragione costruire un “campo largo”, ma su questi temi abbiamo lasciato “campo libero”.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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