Aquanae prende le mosse dal mito delle anguane, creature appartenenti alle leggende di numerose tradizioni popolari italiane, che grazie al loro canto attirano a sé gli esseri umani per rapirli e trasmettere loro segreti legati alla saggezza della Terra e dell'Acqua.
La performance immersiva Aquanae consiste nel guidare lo spettatore disperso nel dedalo attraverso un unico strumento a sua disposizione: il suono composto dalle voci di due performer – le anguane-, la musicista Sara Bertolucci e l’attrice e cantante Valentina Donati, che si intrecciano alla musica. Ingannando di volta in volta la percezione delle distanze attraverso le voci, che si fanno ora vicine ora lontane, l’esperienza offre un concerto sempre unico a cavallo tra la finzione teatrale e l’esattezza della musica. Le due musiciste/performer utilizzano infatti la registrazione binaurale, che offre all'ascoltatore l'illusione di essere situato esattamente nell'ambiente di ripresa dell'evento sonoro. Attraverso un sistema di cuffie wireless, i partecipanti sperimenteranno così sin dall’inizio della performance la dimensione frastornante di una distanza spaziale, ma non uditiva, che li coinvolgerà da tutte le direzioni. Nel labirinto si imbatteranno nelle installazioni architettoniche progettate dall'architetto Alessia Zampini e costruite con gli elementi del mito: vegetazione secca, bambù, tessuti, lenzuola, acqua, lana.
Mentre lo spettatore viene richiamato è di fatto solo – sperduto in una ragnatela di suoni solo a lui percepibili in uno spazio in cui non si ha la padronanza dei movimenti.
Da questa camera iperbarica riemergerà grazie alla guida delle creature selvatiche stesse verso un non-luogo sicuro. Si dice che la prima cosa che Teseo fece, uscito salvo dal Labirinto, fu danzare: la performance si concluderà con un live set del musicista elettroacustico Davide Fasulo, che rielaborando i suoni delle performer creerà un momento finale collettivo e catartico.
La costruzione visiva dello spazio sarà invece a cura dall’artista multidisciplinare e designer argentina di fama mondiale Mono Giraud, che si occuperà anche di vestire le due performer con le sue creazioni in materiali tessili organici.
Inoltre, durante tutto il mese di settembre, la Sala Calvino del Labirinto ospiterà per la prima volta in Italia una mostra fotografica dedicata alle opere dell’artista argentina, nata a Buenos Aires nel 1963.
In particolare, saranno esposti gli scatti che documentano il suo progetto più recente MONOGIRAUD, in cui Mono fa appello a materiali, forme e colori organico-naturali per la creazione di oggetti, mobili e tessuti, invitando a un'esperienza sensoriale unica nel processo di vestizione degli spazi. Le fotografie parte di questa serie ritraggono i personaggi che abitano questo mondo, colti dall’artista in un’immobilità che ne rivela l'anima, senza nemmeno mostrare i loro volti, creando immagini stimolanti che commuovono lo spettatore.
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