Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:
Il drammatico epilogo delle classi dirigenti occidentali si va sempre più delineando e avvicinando alla resa dei conti. La realtà sociale più significativa a cui ci si è sempre ispirati, quella statunitense, mostra da anni evidenti contraddizioni mai risolte, a partire dall’integrazione degli afroamericani e delle minoranze etniche, sino al riconoscimento dei diritti civili alle donne e alla differenza di genere, con l’emersione di forze primatiste, xenofobe e trumpiste.
La capacità egemone imposta dalla fine della seconda guerra mondiale all’Europa e alle economie liberiste è giunta al capolinea, i valori reali si sono meglio evidenziati, nella capacità corruttiva con fiumi di dollari irrorati in ogni Continente e lo strumento militare destabilizzante della Nato.
La guerra in Ucraina e non solo è da collocarsi in questo contesto globale drammatico e complesso.
Significativa e indicatrice sarà l’evoluzione della crisi politica apertasi in Italia con la caduta del Governo Draghi, che si colloca in un contesto critico in tutta Europa, sia in Francia, Germania e a Londra con la cacciata del loro primo ministro.
L’atlantismo dietro cui si nasconde la subalternità intellettuale ai “padroni del mondo” si è esaurito con il continuo accodamento perdente alla linea guerrafondaia imposta dall’Occidente da oltre 30 anni nei vari scenari mondiali.
Ora, più che in passato, deve emergere con forza e determinazione chi pensa a un futuro di pace, per l’Italia e l’intera Europa, Ucraina e Russia incluse. E’ necessario rimediare agli errori computi sul piano internazionale che hanno portato alla guerra fratricida in Ucraina. Una nuova classe dirigente si impone, capace di lavorare e riscrivere rapporti e relazioni che devono essere supportati da reali valori di reciprocità, rispetto e convergenza dei rispettivi interessi e benefici.
Sarà difficile ma è necessario porre fine alla russofobia che da anni impera e si diffonde in Europa, che con strumentalità si è accentuata con l’invasione militare decisa da Putin in Ucraina.
Questo approccio sarà di reale ed efficace sostegno alla crescente opposizione del popolo russo contro la guerra voluta e imposta da Putin, aizzata da decenni dall’Occidente. Il muro contro muro chiederà altre vittime e conseguenze negative non soltanto economiche, sempre più insopportabili dalle popolazioni europee che vogliono la pace.
E’ un compito arduo e difficile, siamo in salita anche qui in Italia, tuttavia riteniamo che esista un terreno reale e fecondo su cui costruire e lavorare insieme per un progetto che sappia rispondere in positivo e guardi a 360°, lavori per le future generazioni che verranno. Non servono “cortine d’acciaio” ma invece costruttori di ponti che seminino futuro.
Non mancano in Italia le forze oscurantiste, demagogiche e sfasciste che credono di essere prevalenti in questo panorama decadente, sfiduciate dalla crescente astensione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, pronti a togliere libertà e diritti come sta accadendo negli Usa.
Le forze progressiste che si candideranno alla guida del Paese dovranno saper interpretare questo sentimento diffuso tra gli italiani, ma purtroppo soffocato dalle menzogne e dalle falsità dominanti che sinora hanno prevalso nelle scelte che non porteranno alla pace e alla coesistenza.
E’ fondamentale, in queste drammatiche situazioni per il Paese, attenersi alla storia e alle esperienze già vissute in passato dalle quali trarre insegnamenti: la Resistenza, la lotta contro il fascismo, la nostra Carta costituzionale, i nostri padri fondatori che tracciarono con il Manifesto di Ventotene le ragioni della pace e della convivenza tra le diversità dei popoli.
Sergio Fenaroli (Lecco)
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