2022-06-04

“Ucraina, basta guerra! Si ponga fine ai massacri e agli orrori del conflitto”


Un’altra riflessione sulla guerra che si sta combattendo in Ucraina. A inviarcela è il lecchese Sergio Fenaroli.

Sono trascorsi 100 giorni dalla guerra fratricida in Ucraina e vorremmo con tutta la nostra forza gridare “basta!” e auspicare una convinta quanto determinata azione diplomatica per porre fine agli orrori e ai massacri di una guerra che miete vittime su entrambi i fronti. Basta!

E’ assai difficile e complessa la strada da intraprendere, auspicando la soluzione a questo conflitto che ha dispiegato in ogni forma le molteplici cause e responsabilità dirette e indirette che l’hanno fatta scaturire il 24 febbraio scorso, il fronte Usa-Nato da un lato e la Federazione russa dall’altro.

Il popolo ucraino sta pagando con il sangue e anche altri popoli, per le conseguenze indotte dal conflitto permanente, sono a loro volta vittime di questa guerra fratricida che poteva e doveva essere evitata.

Come fermarla e chi potrà farlo se le parti in campo continuano negli intenti causali a mantenere le loro prerogative che hanno portato allo scontro militare?

Autorevoli personaggi di elevato livello istituzionale e internazionale si sono abbandonati a deliranti dichiarazioni che inneggiano alla vittoria della resistenza ucraina per avallare sempre più drastiche sanzioni e l’invio di armi sempre più letali e offensive.

Tali impostazioni allontanano le soluzioni che non possono essere decise e assunte esclusivamente dal Governo ucraino, pur essendo la vittima sacrificale della guerra in atto. L’ausilio e la condivisione di tale responsabilità competono all’iniziativa congiunta e autorevole del Governo Usa e della Federazione russa.

La pace e libertà del popolo ucraino, da tutti auspicata, non può contemplare sudditanza a nessuno dei contendenti che l’hanno causata.

Chi auspica un piano Marshall per l’Ucraina dimentica che tale piano economico ha significato per l’Europa intera sudditanza e divisione che durano ancora ai giorni nostri.

Sappiamo che l’Italia e l’Europa sono parte essenziale dell’alleanza atlantica e oggi siamo chiamati a un passaggio di responsabilità. I veri amici non sono quelli che ti danno sempre ragione, i nostri destini futuri non possono essere affidati a persone abituate a convivere con le armi e a conflitti destabilizzanti in più parti del mondo.   

La nuova Europa che vogliamo costruire deve avere una classe dirigente che sappia trovare dalla storia, dagli errori, dalle guerre, anche dalla drammatica guerra in Ucraina, l’insegnamento non solo di rispettare gli avversari ma per saper convivere, coesistere e cooperare con gli stessi, favorendo la loro evoluzione democratica.

Non è sufficiente dire “Basta alla guerra, siamo per la pace”. E’ necessario mettere in campo iniziative straordinarie mai sperimentate nel passato che possano creare le premesse dell’avvio di un percorso che possa ricomporre le ragioni di una convergenza di interessi, oggi fortemente compromessi, e affidare a una nuova classe dirigente il compito di costruire un “nuovo ordine mondiale” basato sul rispetto, sulla giustizia e sull’uguaglianza tra i popoli.

Sergio Fenaroli

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