Presentata con un inedito e originale confronto con il Nameless Music Festival la 50esima edizione della Rassegna Organistica Valsassinese che quest’anno festeggia l’importante traguardo con 25 concerti in 17 chiese distribuite su 14 comuni.
Un’edizione speciale per la Rassegna Organistica Valsassinese sin dalla sua presentazione. Il programma estivo della kermesse che da decenni valorizza gli strumenti e le chiese del territorio è stato svelato durante una interessante tavola rotonda in cui il direttore artistico Daniele Invernizzi ha chiacchierato con Alberto Fumagalli, ceo e fondatore del Nameless. 31enne il primo, classe 1985 il secondo, Invernizzi e Fumagalli hanno raccontato al pubblico esperienze, aneddoti e difficoltà, ma anche i risultati decisamente sorprendenti di quella che per entrambi è nata come passione diventando col tempo vera e propria vocazione. L’incontro è stato reso possibile da La Fucina, associazione culturale dell’altopiano di recente istituzione.
“Per conoscere l’organo non si deve andare ad ascoltarlo a messa - illustra Invernizzi molto pragmaticamente - la musica organistica ha duemila anni di storia e si è sviluppata principalmente in ambito laico. Per conoscere l’organo occorre ascoltare un concerto d’organo, uno strumento che offre al suo solista la possibilità di far suonare una intera orchestra quindi sono svariati gli stili e le interpretazioni. Nell’anno del cinquantesimo abbiamo invitato alcuni tra i migliori musicisti del panorama internazionale: la componente straniera è decisamente importante, quattro solisti tre dei quali entusiasti di tornare da noi, mentre sarà la prima volta per l’americano Nathan Laube, interprete di grande talento e seguito negli Usa come da noi ci si appassiona ai cantanti di San Remo. Avremo poi una classe di organisti norvegesi che prolungherà la settimana di vacanza sul Lago di Como per partecipare alla residenza organistica organizzata per fine giugno a Barzio insieme al Conservatorio di Bergamo. Non si parli però di esterofilia - prosegue il direttore artistico - perché così come gli stranieri sono di chiara fama, gli organisti italiani che impreziosiscono il cartellone sono tra i musicisti del nostro paese più apprezzati e ricercati oltre confine per concerti e masterclass”.
Il richiamo internazionale del proprio evento, e non da meno del territorio che spesso diamo per scontato, è stato affrontato anche da Alberto Fumagalli, amministratore del Nameless, festival di musica elettronica cresciuto nella piana di Barzio e che la scorsa settimana ha portato ad Annone 100mila persone in cinque giorni. “Il Festival è andato decisamente bene, ben oltre le nostre aspettative soprattutto considerando il momento da cui veniamo. Mi fa piacere inoltre che tanti dei nostri clienti, nonché la gran parte dello staff, abbia scelto di nuovo come punto d’appoggio la Valsassina. Per noi è un modo di restituire qualcosa a un territorio che ha scommesso su di noi quando a Lecco eravamo dipinti come un rave party da cui stare alla larga”.
“Confrontandomi con promoter e manager internazionali - racconta Fumagalli ricollegandosi alle tematiche affrontate da Invernizzi - mi trovo a dover spiegare dove si trovi Barzio prima, Annone oggi, uso anche il riferimento del Lago di Como e la loro reazione è sempre, “ah ok quindi Milano”. Ecco, per chi lavora a Los Angeles, una città che da noi si estenderebbe da Milano a Genova, non è concepibile questo ‘campanilismo’, anche dal punto di vista burocratico per cui mi trovo a rapportarmi con quattro sindaci, una dozzina di rappresentanti
al tavolo per l’ordine pubblico. Tutti estremamente disponibili e comprensibili, non posso negarlo, ma la difficoltà organizzativa è oggettiva. Però quando si organizza un evento in città, ad esempio a San Siro, dove accogliere 80mila persone è la normalità ogni domenica, questo non lascia traccia. La Valsassina al contrario dà la possibilità di lavorare facendo scoprire e apprezzare il territorio, questo è stato per noi il valore aggiunto, e se si riesce a creare un legame tra il luogo in cui viviamo e il pubblico dei nostri eventi, loro non vedranno l’ora di tornare l’anno successivo. Alla Rassegna Organistica - prosegue Fumagalli - va il merito di contemplare la Valsassina e la Valvarrone come un’unica realtà”.
Da 35 anni il territorio come volano per fare cultura e turismo è alla base anche del Festival tra Lago e Monti, che quest’anno con la Rassegna Organistica Valsassinese condividerà un concerto. In un video, proiettato in sala, i saluti e l’in bocca al lupo del direttore artistico Roberto Porroni.
Uno sprone a fare rete per la cultura e a non perdere le occasioni di rilancio del post pandemia arriva anche da don Lucio Galbiati, presidente della Rassegna Organistica Valsassinese. “L’esempio della Rassegna, i cui meriti vanno al direttore artistico Daniele Invernizzi, dovrebbe venire ripreso da tutti i nostri paesi. Insieme si può fare qualcosa di veramente importante valorizzando le ricchezze che abbiamo”.
IL PROGRAMMA IN BREVE DELLA 50ESIMA EDIZIONE
In occasione del mezzo secolo la Rassegna ha donato al territorio un organo positivo da trasportare ove manchi uno strumento, costruito da un organaro bergamasco e decorato in Perù dagli artigiani dell’ Operazione Mato Grosso. Verrò subito messo alla prova, tra gli altri anche nei concerti ai Piani di Bobbio e ai Piani di Artavaggio. La manifestazione musicale che unica contempla nel suo cartellone l’intero territorio della Valsassina e della Valvarrone, ha dedicato quest’anno una particolare attenzione alle collaborazioni - Coro Valsassina (24 luglio) e il Festival Tra Lago e Monti (7 agosto) - senza nulla togliere alla proposta di nuovi talenti e alla capacità di attrarre solisti affermati del panorama musicale internazionale.
Per fare dei nomi, Nathan Laube, concertista 34enne di Chicago, virtuoso estremamente brillante e interprete raffinato, vera stella del panorama musicale mondiale, chiamato sabato prossimo a tagliare il nastro della Rassegna al cospetto dell’imponente organo Mascioni Op. 1016 della chiesa parrocchiale di Barzio. Altro celebre musicista, noto soprattutto per le sue interpretazioni dei compositori del ventesimo secolo, è l’organista e direttore d’orchestra Wayne Marshall (9 luglio),Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. ‘Padrini’ della Rassegna, la cui costante partecipazione testimonia la qualità della scelta artistica, il maestro tedesco Ludger Lohman (19 agosto) e il professore olandese Ben van Oosten (10 agosto), quest’ultimo titolare della apprezzata Masterclass. Non meno importante la partnership stretta con il Conservatorio di Bergamo che si realizzerà in una residenza organistica e un concerto degli allievi (25 giugno).
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