Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale sul mese di marzo 2022, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è in linea generale sovrapponibile al quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como).
“Da mesi ormai ci troviamo in una situazione estremamente complessa e, se gli indicatori sul territorio fanno emergere stabilità anche grazie ai fondamentali sani del nostro sistema produttivo, preoccupano i segnali che vengono dalle rilevazioni del Centro Studi Confindustria a livello nazionale, che sottolineano un indebolimento dell’economia italiana” - commenta il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. “E anche nelle nostre province le aspettative per le prossime settimane, pur restando in linea di massima orientate alla stabilità, prevedono una diminuzione per il 19% del campione”.
“Le aziende - continua Lorenzo Riva - operano in quadro di grande incertezza, condizionato dal conflitto che ha come teatro l’Ucraina, un dramma prima di tutto umano che ha impatti inevitabili anche sull’economia. La competitività è minata soprattutto dai rincari dell’energia, ulteriormente esacerbati dal conflitto stesso, oltre che da rialzo e scarsa disponibilità delle materie prime. Infatti, circa nove realtà su dieci segnalano di avere subito una contrazione dei margini di profitto e in molti casi, ovvero per oltre un’azienda su quattro, si è reso necessario riorganizzare l’attività produttiva a causa delle difficoltà sul fronte materie prime ed energia”.
“In un quadro di generale preoccupazione - sottolinea il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - sul versante dell’occupazione il nostro Centro Studi ha rilevato una prevalenza di indicazioni che vanno nella direzione della stabilità, anche per i prossimi mesi. Ed anzi è ben nota la cronica mancanza di competenze specializzate, in particolare di medio e altro profilo ma non solo che, se da un lato è un elemento di elevata criticità per le imprese del territorio, dall’altro conferma lo stato di buona salute del tessuto manifatturiero e il buon ritmo che, nonostante tutto, l’attività produttiva al momento mantiene”.
“Sarà importante, a maggior ragione in questo periodo, mantenere alta l’attenzione e seguire puntualmente l’evolversi della situazione attraverso il contatto quotidiano con le imprese - conclude Giulio Sirtori -, continuando ovviamente ad affiancarle con consulenza, servizi ed iniziative nelle diverse aree di interesse, fra le quali tutte quelle in ambito risorse umane e education, che consideriamo uno dei nostri fiori all’occhiello”.
EFFETTI DEL CONFLITTO RUSSIA - UCRAINA
Per le imprese di Lecco e Sondrio aderenti all’Osservatorio, le conseguenze determinate dal conflitto tra Russia e Ucraina implicheranno ulteriori impatti sul tessuto economico a livello generale, con effetti anche su quello locale. Nel dettaglio, circa tre realtà su cinque (58,9%) ritengono ci saranno ripercussioni sull’export aziendale, mentre per il 91,9% si verificheranno ulteriori aumenti delle criticità legate all’approvvigionamento di commodities e fonti energetiche.
DOMANDA
A livello lecchese e sondriese è riscontrabile uno scenario caratterizzato da una diffusa stabilità, confermata anche dal bilanciamento tra i giudizi di aumento e diminuzione che assumono entità simili.
Nel dettaglio, gli ordinativi sul mercato nazionale sono valutati stabili per tre aziende su cinque (60,3%), in espansione per il 22,2% e in diminuzione per il 17,5%.
L’export è ritenuto invariato, rispetto alle richieste di febbraio, per il 55,4% del campione, in crescita per il 21,4% e in rallentamento per il restante 23,2%.
ATTIVITÀ PRODUTTIVA
La produzione delle aziende di Lecco e Sondrio delinea in marzo un quadro di diffusa stabilità: oltre tre realtà su cinque (62,9%) confermano di aver registrato livelli di attività invariati rispetto a quanto realizzato in febbraio, il 19,4% comunica un aumento e il rimanente 17,7% una diminuzione.
Si attesta al 79,7% il tasso di impiego medio degli impianti, in diminuzione di circa due punti percentuali rispetto a quanto rilevato nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale.
Tra le realtà aderenti sono riscontrabili alcune differenze rispetto alla capacità produttiva mediamente utilizzata, in particolare considerando la dimensione. Le realtà con oltre 50 occupati indicano un impiego più elevato (83,1%) rispetto alle imprese di piccole dimensioni (76,7%). Il confronto a livello settoriale non rivela invece particolari distinzioni; si registra un tasso medio pari all’80,4% per le realtà metalmeccaniche, al 79,8% per le tessili e 78,5% per le imprese degli altri settori.
FATTURATO
L’indicatore associato alle vendite rivela andamenti favorevoli per le aziende di Lecco e Sondrio, con una marcata prevalenza di giudizi di crescita rispetto a quelli di stabilità e di diminuzione, sia per il mercato domestico, sia per l’export.
Il fatturato in Italia cresce per il 45,3% del campione, è stabile per il 42,2% ed è valutato in calo per il rimanente 12,5%.
Le esportazioni sono indicate in espansione da oltre quattro realtà su dieci (41,1%), risultano invariate rispetto ai livelli di febbraio per un’azienda su tre (33,9%) e in rallentamento per il 25%.
PREVISIONI
Le aspettative formulate dalle imprese dei tre territori riguardo l’evoluzione del business nelle prossime settimane tracciano un quadro di prevalente stabilità, così come indicato direttamente da circa due realtà su tre (63,3%). Il mantenimento dei livelli è avvalorato anche dal sostanziale bilanciamento tra le ipotesi di aumento (17,3%) e diminuzione (19,4%) che assumono entità simili.
La visibilità sugli ordini risente delle dinamiche distorsive che interessano a livello generale le catene di approvvigionamento di materie prime: in due casi su cinque (40%) gli ordinativi coprono un orizzonte di poche settimane, mentre si raggiunge qualche mese nel 33,7% del campione e solo nel restante 26,3% si supera il trimestre.
MATERIE PRIME
Le aziende lecchesi e sondriesi hanno confermato il permanere delle criticità inerenti alle materie prime già rilevate nel corso delle precedenti edizioni degli Osservatori congiunturali.
A marzo, in particolare, il 98,4% delle realtà del campione ha indicato di aver dovuto sostenere incrementi dei costi di approvvigionamento delle commodities di loro interesse rispetto al mese precedente. Le criticità hanno riguardato anche l’allungamento dei tempi necessari all’ottenimento delle materie prime e dei componenti (91,9% delle imprese), una minor disponibilità di materiale effettivamente consegnato dai fornitori rispetto a quello richiesto (74,2%) e, in casi più limitati, una diminuzione della qualità (19,4%).
Il balzo del costo delle fonti energetiche, unitamente al continuo apprezzamento delle materie prime, sta determinando effetti distorsivi sull’attività delle aziende di Lecco e Sondrio. Nell’84,4% dei casi è stata indicata una contrazione dei margini di profitto, nel 28,1% la necessità di introdurre una riorganizzazione del lavoro o dell’attività produttiva in toto o parziale e nel 7,8% una riduzione o addirittura un’interruzione dell’attività aziendale.
Oltre una realtà su quattro (28%) del campione ha indicato di aver effettuato o di stare effettuando valutazioni aziendali riguardanti l’investimento in impianti fotovoltaici in risposta ai proibitivi costi dell’energia elettrica.
CREDITO E LIQUIDITÀ
Il mese di marzo non rivela particolari evoluzioni nel rapporto tra gli Istituti di credito e le imprese di Lecco e Sondrio. Analizzando infatti i pareri formulati riguardo le condizioni praticate, si rileva un’indicazione di stabilità in quasi nove casi su dieci (87,3%). Da segnalare però che, in caso di variazione, è comunicato solamente un peggioramento (12,7%).
Per quanto riguarda il giudizio espresso riguardo la liquidita aziendale, si rileva soddisfazione per il 35,9% del campione, un quadro nella norma per il 43,8% e una situazione migliorabile per il rimanente 20,3%.
OCCUPAZIONE
Le imprese lecchesi e sondriesi tracciano un quadro di generale conservazione dei livelli occupazionali per il mese di marzo. Oltre tre realtà su quattro (77,8%) indicano infatti stabilità, il 14,3% segnala un’espansione e il restante 7,9% una contrazione.
Le previsioni per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi confermano lo scenario rilevato in marzo: nell’87,5% dei casi si ritiene non ci saranno variazioni agli organici, nel 9,5% sono attesi aumenti e nel rimanente 4,8% si ipotizza una diminuzione.
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