Un’antica leggenda sanguinaria su una strega. La nebbia del Polesine e le acque del Po a fare da palcoscenico ad un’inchiesta da brivido, su due orribili delitti apparentemente non collegati, in una trama che si snoda tra piccoli paesini silenziosi e tranquilli.
Arriva in libreria ‘La leggenda di Marinella’ (Mursia, pagg. 318, Euro17,00) edito da Ugo Mursia Editore nella collana Giungla Gialla, nuovo giallo del quarantaseienne scrittore rodigino Simone Pavanelli, che ha messo nero su bianco una storia criminale dove il mistero si intreccia con il fascino del Polesine.
Ne ‘La leggenda di Marinella’ un maresciallo dei Carabinieri, Vito Cupertino, comandante della piccola stazione di Canaro, si trova ad indagare su un caso inquietante: il ritrovamento in una barca incagliata sulla riva del Po del corpicino senza vita di un neonato di tre mesi. Il sottufficiale dovrà calarsi in un’inchiesta oscura, nella nebbia padana tra i canali e le campagne del Polesine, alla ricerca di un nesso tra la morte del bambino e quella di una donna trovata bruciata all’interno di una macchina rubata in un altro paese. Un caso archiviato come suicidio da un pubblico ministero troppo sbrigativo. Mentre un’aura mistica copre tutta l’indagine che sembra ballare su un’antica leggenda, quella di Marinella, la strega, Cupertino è un magistrato cocciuto andranno alla ricerca di una verità impossibile da accettare.
Simone Pavanelli (Torino, 1976) è un operaio metalmeccanico con diverse passioni. Si diletta a suonare il basso in due rock band e a fare videorecensioni per il blog GialloeCucina. Scopre la scrittura nel 2007 e da allora non smette di scrivere romanzi alternandosi con la lettura e la musica. Vincitore di alcuni premi in concorsi letterari, ha già all’attivo la pubblicazione di sette romanzi.
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