Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questa riflessione a pochi giorni dal 25 Aprile e dal 1° maggio:
25 aprile e 1° maggio, due date significative e appuntamenti importanti per la democrazia e per il mondo del lavoro in Italia e nel mondo, dove permane una guerra fratricida multidimensionale che coinvolge non soltanto l’Ucraina e la Russia ma il destino di tutti noi, come europei e cittadini del mondo.
Giornate con occasioni di festa e di incontro, ancora coinvolti nella pandemia che ci ha falcidiato e tenuto sospesi per oltre due anni nell’emergenza sanitaria planetaria. Auspicavamo che potesse servire da insegnamento per imporre un’agenda condivisa per un futuro migliore, ci siamo invece ritrovati immersi in questa guerra che non consente festeggiamenti.
Noi democratici, militanti sindacali “combattenti per la pace”, non siamo equidistanti, siamo da sempre contrari a tutte le guerre che rappresentano la negazione della ragione, la coesistenza tra i popoli, nelle diversità culturali, economiche, politiche, sociali e religiose.
Ci siamo schierati dalla parte dei popoli, dei lavoratori, ucraini e russi, in una guerra pluridimensionale evitabile e ora da fermare.
Le responsabilità e le cause del conflitto sono conosciute, datate almeno dal 2014, e vanno ripartite tra i diretti contendenti, con l’Occidente che le ha aizzate, finanziando e sostenendo militarmente un gruppo dirigente ucraino contro una grande potenza nucleare come la Russia, incuranti delle conseguenze nefaste prevedibili.
Tali errori sono sotto gli occhi di tutti. Il tempo lo dirà. Orrori, massacri, distruzioni, violenze inenarrabili contro le popolazioni civili, donne, bambini inermi, per non parlare delle conseguenze economiche negative che si ripercuotono su tutti noi, sui lavoratori e sulle fasce sociali più deboli.
La falsa narrazione finora prevalsa è basata sulle differenze tra “Paesi democratici” e “Paesi autocratici”, differenze da sempre esistite, tollerate e utilizzate per interessi di parte. Dove ci porterà questa presunzione atlantista espansionista, sostenuta dal Governo Usa? E dov’è la nuova Europa?
L’insegnamento dei nostri padri fondatori dell’Europa dovrà essere la nostra barra di guida per il futuro, un futuro di pace e di cooperazione per tutti i popoli di ogni Continente. Una cooperazione e una coesistenza mai sperimentata, per la “guerra fredda” imposta dal piano Marshall e dalla contrapposizione autolesionista di sistemi economici oggi superati.
Serie preoccupazioni si addensano in prospettiva. Ci auguriamo che questa guerra pluridimensionale finisca presto senza vinti né vincitori.
Sapranno le classi dirigenti attuali riconoscere gli errori compiuti e creare un “nuovo ordine mondiale” basato sull’equità degli scambi, sulla coesistenza e la cooperazione? Le future generazioni che formeranno le nuove classi dirigenti, saranno chiamate a questa complicata missione.
Questa è la prospettiva che dovrà animarci in futuro ed è con questo spirito propositivo, costruttivo e inclusivo che insieme, il 25 aprile, nelle nostre piazze d’Italia e del mondo ricorderemo il sacrificio di molti giovani che hanno dato la vita per la libertà e insieme il 1° maggio festeggeremo la festa internazionale dei lavoratori.
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