2022-03-01

“Speriamo non abbia a prevalere il calcolo meschino dei signori della guerra”


Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questa nuova riflessione sulla drammatica situazione in atto in Ucraina:

Questi giorni di grande preoccupazione e di timori per l’escalation dello scontro in atto e la folle guerra dichiarata da Putin all’Ucraina hanno visto la mobilitazione in tutte le città del mondo, comprese quelle della stessa Russia, di intere popolazioni che difendono la pace contro la guerra a sostegno del popolo ucraino. Continueremo a proporle sino a quando le armi non taceranno!

Le drammatiche immagini di distruzione, morte e isolamento di un popolo in fuga per salvare la propria vita sono disumane e inaccettabili. Tutti noi ci auguriamo che cessino quanto prima e venga ristabilito un ordine civile di convivenza e di pace, contando in questo anche nella storia fraterna che lega quei due popoli con la identica radice etnica e religiosa.

Sono milioni i russi che vivono in Ucraina e milioni gli ucraini che vivono in Russia. Con alcuni di loro sono in contatto proprio in questo difficile momento di “guerra fratricida” e loro stessi non vedono il momento che tutto finisca e si torni alla normalità.

Perché è potuto succedere? Perché non si è voluto evitarlo? Come e quando potrà e dovrà cessare? Sono alcune delle tante domande che ci si deve porre di fronte al dramma della morte e della guerra.

Nelle riflessioni precedenti abbiamo evidenziato la genesi e le cause storiche, le responsabilità geopolitiche inoppugnabili che ci hanno portato a questa tragedia. Nessuno le può cambiare, ma sono sufficienti per individuare le possibili vie risolutive di uscita che possono portare alla pace.

Ho soltanto una grande preoccupazione, un forte timore che il calcolo meschino dei prim’attori, “i signori della guerra” che hanno previsto e provocato questa recrudescenza, possano prevalere, possano favorire e gioire sul prolungamento di questo conflitto fratricida.

Temo peraltro che le tempestive misure di risposta (asimmetriche) poste in essere dall’Unione europea e dalla Nato, le sanzioni economiche finanziarie, il pericoloso sostegno nella logistica militare con uomini e mezzi vadano appunto nella direzione contraria a quella auspicabile del dialogo tra le parti e della pace.

L’epoca moderna che stiamo vivendo noi contemporanei, non ancora usciti dalla pandemia, insieme a tutte le altre emergenze naturali, climatiche e ambientali, ci pone - anche di fronte a questa drammatica tragedia della guerra in Ucraina e ad altre guerre in corso - interrogativi sia esistenziali sia di prospettiva e di futuro per le giovani generazioni. Si evoca a ragione una nuova epoca, non certamente la follia dello scontro nucleare.

Sapremo noi gente comune, sapranno gli statisti che in grande misura con i loro silenzi, le loro cecità e sordità protratte da più di 30 anni ci hanno condotti in questa drammatica condizione individuare un percorso che sappia rispondere alle rispettive esigenze e a ragioni di convivenza?

Insieme a un nuovo ordine mondiale equo e rispettoso dell’intera umanità e della natura, ritengo sia necessaria una nuova classe dirigente, nuove persone con nuove ragioni e con idee di convivenza.

Quanto stiamo vivendo in questa epoca segna il fallimento delle classi dominanti. Le future generazioni dovranno far tesoro dei nostri errori, degli egoismi, dell’arricchimento illecito, dello sfruttamento dell’uomo e della natura.

La pace  non è un regalo, ma la si costruisce ogni giorno sulle reciproche esigenze e ragioni.

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