Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questo intervento in merito alla guerra in atto in Ucraina:
La guerra criminale e fratricida in Ucraina non si ferma, le ragioni per il cessate il fuoco e un percorso che potrebbe indurre alla pace soccombono di fronte all’arroganza e al cinismo di chi da anni l’ha sapientemente pianificata, condizionando l’Ucraina, ponendo a repentaglio la vita di un popolo, perseverando con l’inganno e la complicità delle istituzioni nazionali e dell’intera Europa di continuare nello scontro armato sino alle estreme conseguenze destabilizzanti.
Si auspicava un cambio di rotta dalla visita di Biden in Europa. Gli esiti e le risultanze conclamate nel suo discorso conclusivo in Polonia hanno al contrario allargato le distanze tra le parti direttamente coinvolte nel criminale conflitto imposto da Putin.
L’Europa è stata posta nell’angolo, il complice silenzio-assenso la rende ininfluente a differenza degli specifici interessi di vicinanza, di coesistenza e economici, nei rapporti con la Russia senza alcun termine. Una prospettiva autolesiva inaccettabile che non aiuta il popolo ucraino alla pace e che penalizza i popoli d’Europa.
Biden, parafrasando un monito di papa Wojtyla - “non abbiate paura” - ha incitato alla continuità della guerra, auspicando la fine di Putin e tradendo anche le aspettative del popolo americano, che a grande maggioranza sogna la pace in Ucraina.
La Russia, la totalità dei Paesi ex sovietici e la stessa Ucraina sono diversi da noi, non hanno una storia democratica e pluralista come la nostra. Le classi dirigenti autocratiche che si sono messe alla guida di questi popoli hanno creato profonde disparità e privilegi tra i vari strati sociali, con un dissenso interno ampio.
La falsa dottrina occidentale di esportare la democrazia, alimentata da fiumi di dollari e armi sofisticate, consolida e legittima proprio gli autocrati che afferma di combattere. Le cattive esperienze del passato recente non hanno insegnato nulla? L’Iraq, l’Afghanistan, la Libia, la Siria… un elenco lungo. Non ne hanno mai azzeccata una!
Putin oggi è il nostro avversario che dobbiamo combattere con le nostre argomentazioni, rifacendosi ai nostri padri fondatori dell’Europa che dal carcere fascista di Ventotene individuarono un percorso che seppe rispondere alle esigenze di libertà, di coesistenza e di pace per tutti i popoli, non solo quelli europei ma di tutti i continenti e tra questi anche i popoli slavi, russi e ucraini.
Trasmettiamo questi valori alle giovani generazioni che hanno avuto finora la fortuna di vivere in pace e di non conoscere gli orrori della guerra.
La pace non è un regalo, la si costruisce e si difende ogni giorno, difendendo i nostri valori, considerando le ragioni e le paure dei nostri avversari.
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