di Germana Marini
Classe 1927, abitava al primo piano di una vecchia casa di ringhiera di via Belvedere.
Per un quarto di secolo era stata guida turistica in città, lungo i percorsi manzoniani.
Una conoscenza del territorio, della sua storia e delle sue tradizioni che Nonna Gina aveva saputo trasmettere nei cinque libri che aveva scritto. Non solo ma aveva anche collaborato con Gianfranco Scotti al suo dizionario di italiano – lecchese.
Di straordinaria importanza è stato soprattutto l’impegno e la passione di Gina per il canto e la poesia che l’ha portata, da oltre 15 anni a questa parte, ad accompagnare il coro “Auser Leucum” nelle scuole e nelle case di riposo per recitare le sue poesie in dialetto.
Nelle sue conferenze, nei suoi incontri di divulgazione popolare, Gina ha passeggiato dalla riva fino alle vecchie mura, passando sotto il campanile di San Nicolò, entrando nei vicoli dell’attuale piazza XX Settembre, dal Torchio ai Granai, e sostando anche sul bordo delle tre antiche porte. Era un giro non privo di leggende e di fantasmi, intorno al borgo fortificato e nei sotterranei. Per Virginia Lanzetti i cunicoli che muovono all’interno della fortezza, dalle mura superstiti presso il sagrato della Basilica sino al vallo di largo Montenero, conservano gioielli nascosti dagli antenati lecchesi quando calarono i Lanzichenecchi. La terribile epidemia di peste successiva aveva fatto sì che persone che avrebbero nascosto nei sotterranei i loro averi più preziosi, non siano più potuti tornare a riprenderli, stroncati dalla malattia. Ricordava il passo notturno “zoppo” di un solo piede alla Maddalena, l’attuale via Torri Tarelli, dove un tempo si trovava un convento di Suore. Le religiose avevano dovuto fuggire precipitosamente e l’affannosa corsa aveva fatto perdere ad uno di loro uno zoccolo.
Virginia Lanzetti aveva caro il dipinto che la pietà mariana degli avi ha collocato all’angolo di via Luciano Manara con via Nino Bixio: è la Madonna dei Mulini, per la vicinanza di quelli un tempo presenti lungo il tratto terminale del Gerenzone, nella sua corsa verso il lago dove sfocia presso la statua di San Nicolò. L’ultimo mulino si trovava in via Nino Bixio, all’altezza dell’attuale palazzo con il civico numero 7, ed era quello dei Crippa. I lecchesi più anziani lo possono ricordare in quanto è stata la base di partenza, a metà anni ’50, delle prime cavalcate dei Magi organizzate nella sera di vigilia dell’Epifania dall’oratorio San Luigi.
Ha collaborato anche diverse volte con il Maestro Francesco Sacchi, in particolare con la realizzazione del libro “Il canto popolare e il suo tempo”.
Ha inoltre partecipato per numerosi anni in qualità di corista nel Coro Polifonico “Delfino Nava” del Decanato di Lecco diretto dal Maestro Giuseppe Mazzoleni.
Non scorderò mai la telefonata che la mattina presto mi fece: sorta d’inespresso commiato, che non potrò mai scordare.
Ciao, Nonna Gina, cosa intendevi dirmi non so, nè voglio sapere, ma certo è che mi resteranno per sempre impresse nella mente quelle tue affettuose parole!!!
A piangerla sono i figli Fausto con Carla, Antonio con Giovanna, Massimo,
i nipoti Umberto, Dario, Daniela e Gioia con i pronipoti.
I funerali verranno celebrati oggi Giovedì 10 febbraio nella Basilica di San Nicolò
Alle ore 10,45. Alle 10 verrà recitato il rosario.
Al termine della celebrazione Virginia Favaro Lanzetti verrà tumulata al cimitero di Castello.
Nessun commento:
Posta un commento