Gianfranco Colombo - Settantacinque anni fa, il 3 febbraio 1947, nasceva l’Accademia Corale di Lecco. Una realtà musicale di grande rilievo, che ancora oggi continua felicemente il suo percorso artistico. Quello che ci interessa qui raccontare sono le sue origini, che narrano anche la Lecco degli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale. Nella nostra città c’erano personaggi di alto profilo che volevano una rinascita non solo economica ma anche culturale. Uno di questi era il professor Vincenzo Saputo. Milanese, studi al Berchet e laurea in medicina, arrivò a Lecco nel 1944, assegnato all’Ospedale militare. Quindi, si specializzò in pediatria e fu il punto di riferimento per tutte le mamme lecchesi. Ma Saputo era anche un appassionato di musica. A otto anni entrò al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, dove per molti anni fu allievo di Ettore Pozzoli e Carlo Gatti, il primo biografo di Verdi, nonché direttore della Scala. Nel 1945 fondò a Lecco il Circolo Musicale e nel 1947 l’Accademia Corale di Lecco.
E’ lui stesso a spiegare il perché di questa iniziativa: «Il Circolo Musicale era ormai una realtà; da due anni mieteva successi di critica e di pubblico. Mi domandai allora perché non tentare anche l’avventura di arricchire la città di un’Accademia Corale invitando a formarla il professionista e l’artigiano, lo studente e l’operaio, l’insegnante e la casalinga, senza distinzione di censo e di età, riuniti tutti da desiderio di “far bella armonia”, come dicevano i nostri antichi e di diffondere e far amare non solo la polifonia del ‘500, ma anche le composizioni corali dei secoli successivi. Ne parlai con alcuni amici e ne ebbi adesione e appoggio. Tra questi il dottor Costantino Fiocchi, che diverrà generoso mecenate dell’Accademia, l’avvocato Franco Calvetti, per trentacinque anni prezioso vicepresidente, membro cantore e profondo conoscitore della polifonia vocale. Nacque così, il 3 febbraio 1947, l’Accademia Corale di Lecco, da principio legata al Circolo Musicale, più tardi, nel 1952, con vita e statuto autonomi». Dal 1947 al 1982 diresse l’Accademia il maestro Guido Camillucci. Nato nel 1912 a Milano, si diplomò al conservatorio “Giuseppe Verdi”. Docente nei conservatori di Parma e Piacenza e poi in quello di Milano, fu un grande appassionato ed esperto della musica corale e polifonica. Chiamato il “Toscanini della polifonia”, il maestro Camillucci fu determinante per la nascita e la creazione di un coro che si dedicasse alla polifonia pura e sapesse risuscitare autori come Monteverdi, Orlando di Lasso e Luis de Victoria, Luca Marenzio e Orazio Vecchi, i grandi protagonisti del Rinascimento. «Camillucci dirigeva senza bacchetta – scrisse Franco Calvetti – con quelle due mani che sembravano quelle di un mago o di un prestigiatore, pronte ad incitare, accarezzare, fustigare, rassicurare i suoi cantori, che rispondevano come dei soldati valorosi al loro Napoleone. La genialità di Camillucci era enorme e la grande sapienza del suo intelletto musicale la profondeva nella preparazione del suo coro». Le prime prove dell’Accademia si svolsero in quel febbraio del 1947 in una saletta di quello che sarebbe stato il ristorante Oreste, poi Larius. Il maestro Camillucci, davanti ad un pianoforte, provò le voci dei futuri cantori e successivamente fece cantare loro il madrigale “Zefiro torna e ‘l bel tempo rimena” di Luca Marenzio. La prima esibizione pubblica avvenne il 14 dicembre 1947 al Teatro della Società a Lecco. L’Accademia cresceva, incise dischi, e il 3 dicembre 1949 inaugurò i “Pomeriggi Musicali” al Teatro Nuovo di Milano.
Tappa fondamentale della storia dell’Accademia fu l’esecuzione integrale dell’Amphiparnaso di Orazio Vecchi, che si svolse, per la prima volta, il 12 aprile 1950 nel Salone d’onore del Palazzo Comunale di Lecco. Seguì il concerto del 10 maggio 1950 nell’Aula Magna dell’Università Cattolica davanti a duemila persone. La vera consacrazione avvenne il 2 giugno 1950 al Teatro Comunale di Modena, città natale di Orazio Vecchi. Fu un grandissimo successo di pubblico e di critica. Era l’inizio di un percorso che porterà l’Accademia in giro per l’Italia, forte di un repertorio che il maestro Camillucci sceglieva con grande cura. Nel 1982 Guido Camillucci lasciò l’Accademia, che proseguì con successo il suo percorso con i maestri Angelo Mazza e Antonio Scaioli, che ne è l’attuale direttore.
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