Le considerazioni del presidente del Gruppo Giovani di Confcommercio Lecco, Mattia Maddaluno
La crisi legata all’emergenza Covid, con tutte le pesanti conseguenze che ha comportato per il terziario di mercato, non ha certo scoraggiato i giovani imprenditori. La conferma arriva direttamente dal presidente del Gruppo Giovani di Confcommercio Lecco, Mattia Maddaluno, in carica dall’aprile 2018. Una analisi che prende spunto da un lato da quanto emerso dall’Osservatorio Nuove Generazioni prodotto a livello nazionale da Confcommercio Giovani e OneDay Group (con il sostegno di Facebook Italia) e dall’altro dall’Executive Program, un progetto formativo a livello nazionale proposto sempre dal sistema confederale.
“Mi piace partire da un dato emerso dall’indagine dell’Osservatorio – esordisce Maddaluno, che siede anche nella Giunta di Confcommercio Lecco - Il 50% degli aspiranti imprenditori, giovani, uomini e donne, sceglierebbero il terziario come terreno di lancio per la loro impresa, e, nonostante la pandemia, un buon 10% si butterebbe sul turismo. E anche se la maggior parte pensa che la situazione economica dopo la pandemia sia peggiorata, il 64% di chi già ha un’impresa fonderebbe una nuova azienda oggi. Questi numeri, a mio avviso, dicono tutto della propensione per il “fare impresa” che ancora oggi c’è, pure nel nostro territorio. Anch’io aprirei domani un’altra azienda, nonostante il peso della burocrazia e delle tasse. Come ha evidenziato il nostro presidente nazionale Andrea Colzani nell'ultima convention di Firenze a inizio novembre, vale ancora la pena diventare giovani imprenditori: chi fa impresa è più concreto, meno spaventato dagli ostacoli che lo aspettano e ha più fiducia nel futuro”. E aggiunge: “Dopo due anni complicati in pochi si sono arresi. Anzi vedo, nei giovani imprenditori che incontro, tanta voglia e tanta determinazione. Questo mi pare anche frutto della consapevolezza di quanto abbiamo vissuto in questi mesi: tanti si sono fermati a riflettere sul loro lavoro e in molti casi hanno deciso di portare avanti cambiamenti. Magari lasciando un posto da dipendente e dando vita a una impresa. Oppure rivisitando e ripensando “vecchie attività” per renderle più appetibili e più in linea con le richieste dei consumatori e dei clienti. C’è voglia di sperimentare, ma soprattutto ci sono coraggio, ottimismo e fiducia nel futuro. Non siamo degli illusi: le difficoltà ci sono, ma non ci arrendiamo. Certo: le aziende devono fare utili e non beneficienza, ma credo che sia possibile impostare un modo diverso di fare impresa. Nella speranza che tutti capiscano che solo mettendo gli imprenditori nelle condizioni di creare e sviluppare le proprie attività si crea ricchezza per il territorio, con benefici per tutta la comunità”.
Anche le imprese guidate da giovani vivono la complessità del andare ad assumere nuovi addetti: “C’è difficoltà nel trovare personale anche per la presenza di alcuni strumenti che disincentivano la ricerca di un lavoro, in primis il Reddito di cittadinanza. Detto questo però la differenza deriva anche da quello che noi imprenditori andiamo ad offrire. Perchè se a un collaboratore proponi solo il “minimo base”, oggi è più complicato che questa persona accetti il posto, per tutta una serie di ragioni. A chi merita devi offrire di più! E non è tanto una questione relativa alla parte economica, ma anche di flessibilità, di welfare, di attenzione.... Il lavoratore è una risorsa per fare diventare ancora più competitiva un’azienda, non solo un costo da valutare. Ecco perché sostengo che l’imprenditore debba avere cura non solo del prodotto e della sede dove opera, ma anche del proprio collaboratore che va coinvolto e motivato. Dove ci sono attaccamento e partecipazione anche i risultati aziendali migliorano”.
Poi Maddaluno si sofferma sull’Executive Program (quattro moduli formativi vissuti tra settembre e ottobre, con una due giorni conclusiva tenutasi a Roma): “L’obiettivo era quello di conoscere meglio le attività della Confederazione e il ruolo dei Gruppo Giovani, oltre a quello di crescere come leader. E’ stato un percorso molto importante e di grande interesse per inquadrare il sistema associativo e capire alcune dinamiche. Una proposta stimolante che ha messo ancora una volta in luce il valore di Confcommercio e le sue enormi potenzialità per noi imprenditori”.
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