Nella Sala Bianca del Teatro Sociale di Como si è svolta la giornata di presentazione dell’iniziativa Como Città Fratelli Tutti, con un dialogo tra il sindaco Mario Landriscina e il vescovo Oscar Cantoni, moderato dalla sociologa Chiara Giaccardi.
Como Città Fratelli Tutti è un progetto pilota, patrocinato dal Comune di Como, al quale hanno aderito oltre 60 realtà del territorio. L’obiettivo è quello di creare nuove sinergie per dare risposte concrete ai bisogni delle persone, con attenzione particolare a chi vive in condizioni di solitudine, povertà e marginalità, attraverso l’utilizzo della piattaforma digitale SHAPS, creata dalla rete internazionale KPMG, che fornisce servizi professionali alle imprese e messa gratuitamente a disposizione del progetto comasco dalla fondazione Ifel - Istituto per la Finanza e l’Economia Locale di Anci. Questa piattaforma consente di incrociare le disponibilità dei cittadini e delle realtà attive sul territorio con i bisogni specifici della comunità. E’ possibile per chi si trova in una situazione di bisogno richiedere azioni di prossimità per prime necessità, ospitalità, supporto alla famiglia, lavoro e sviluppo di competenze, attività ricreative, consulenza e servizi.
«Mi sono volentieri adoperato per sostenere questa iniziativa - afferma il sindaco Mario Landriscina - che è basata sulla libera partecipazione e si pone al di fuori da ogni logica di potenziale strumentalizzazione politica. Offre peraltro la possibilità di una visione trasversale indirizzata ad una comunità che vuole fare sistema sia in questo settore che in altri ambiti, libera da condizionamenti di parte. Propone infatti un nuovo approccio culturale e pragmatico fondato su una visione costruttiva nell'unico interesse basato sullo spirito di servizio e sulla condivisione».
Il sindaco, stimolato dalle domande dell'autorevole moderatrice, ha inoltre rappresentato come nei momenti più difficili della pandemia la città ha toccato con mano il dolore per la perdita di tante vite, il dramma ulteriore dell'insicurezza socio-economica e della solitudine. Ma la comunità ha reagito e ha dimostrato delle risorse incredibili, meritevoli di essere messe a valore. Sono anche emerse contraddizioni e situazioni economico-sociali difficili, che prima di quel momento c’erano ma non si vedevano, e accanto a questo i singoli cittadini e le associazioni del territorio hanno portato vicinanza, aiuti e servizi a chi ne aveva bisogno.
Le istituzioni sono state il punto di riferimento: solo il Comune è riuscito ad aiutare circa 1.200 famiglie e a gestire, attraverso il Centro Operativo Comunale, le oltre 7.300 richieste telefoniche nelle settimane del primo lockdown per necessità contingenti come il trasporto agli ambulatori per visite mediche, la consegna dei farmaci e della spesa alle persone anziane, la distribuzione di tablet e pc per il proseguimento delle attività scolastiche, perfino imbustando e consegnando mascherine alla popolazione, alle comunità protette e ai medici di famiglia. Sono emersi quei legami di comunità originati da una cittadinanza responsabile e solidale. «Oggi - continua il sindaco - riprendiamo tutte queste esperienze con una visione nuova, che nasce dal basso, che responsabilizza chi eroga aiuti e chi li riceve, e che potrà dare nuova linfa a una collaborazione finalmente trasversale».
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