2021-08-26

Antonio Stoppani, un artista geniale





Gianfranco Colombo - «Dal sentimento del vero lo Stoppani non disgiunse il sentimento del bello. Alla verità scientifica egli procurò sempre di accoppiare le bellezze dell’arte. Fu perciò un artista sommamente geniale». Queste parole di Mario Cermenati (1868-1924) sintetizzano molto bene la figura di Antonio Stoppani, di cui quest’anno ricorre il 130esimo anniversario della morte. Scienziato illustre nato a Lecco nel 1824, Antonio Stoppani fu molto conosciuto ai suoi tempi.

Prima insegnò geologia alle Università di Pavia e Milano, poi divenne direttore del Museo di Storia Naturale del capoluogo lombardo. Riconducibile al liberalismo cattolico, l’abate, assertore convinto del dialogo tra scienza e religione cattolica, ebbe i suoi guai, soprattutto con l’“Osservatore cattolico”; guai che sfociarono addirittura in un processo, che fece non poco clamore e che Stoppani, peraltro, vinse. Proprio in occasione di questo processo il cronista del Corriere lo descrive come “un bel vecchio, dalla zazzera grigia”, che “veste coi calzoni da secolare” e “ricorda l'abate Listz”. Qui vorremmo ricordare il successo avuto da un'opera come “Il Bel Paese”. Uscito per la prima volta nel 1873, questo libro divenne un vero e proprio best seller, tanto da contendere il primato ad altre due opere celeberrime come il “Pinocchio” (1883) di Collodi e “Cuore” (1888) di De Amicis.

 Eppure quello di Stoppani non è un romanzo o un'opera narrativa, si tratta invece della descrizione delle bellezze naturali italiane, presentate con uno stile semplice e discorsivo, da un geologo insigne come era appunto il nostro autore. “Il Bel Paese” può essere preso come sintesi di quello che fu l'impegno scientifico e sociale dello Stoppani; nel suo libro, infatti, egli illustra ai lettori il territorio italiano dall'alto delle sue conoscenze anche per raggiungere lo scopo di far conoscere l'Italia intera proprio agli italiani. Antonio Stoppani concepì la sua opera come una serie di serate con i propri nipoti, i loro amichetti ed i rispettivi genitori, nelle quali egli descriveva le bellezze della nostra penisola. Queste “serate” furono in un primo tempo pubblicate sul periodico “Le Prime Letture”, quindi trovarono coesione e completezza proprio nell'opera “Il Bel paese”. Il grande successo ottenuto fece sì che il volume avesse numerose nuove edizioni; in particolare nella terza, del 1882, furono aggiunte nuove serate. Quello di Stoppani era un intento didascalico, ma entro questa struttura egli seppe inserire tutte le sue conoscenze di grande scienziato e viaggiatore. Le conversazioni dell'abate Stoppani vanno dalle Alpi Carniche ai grandi ghiacciai italiani, dai vulcani come il Vesuvio e l'Etna sino ai nostri mari e laghi. 

Un lungo itinerario ricco di informazioni scientifiche e di aneddoti, all'interno del quale non mancano i riferimenti al nostro territorio. Famosissimo è l'episodio, che occupa un intero capitolo, dell'incendio del monte San Martino. In queste pagine Stoppani descrive in modo inusuale la montagna. «Il monte San Martino – scrive – ha la singolare proprietà che il suo fianco, che discende verso il lago, visto di sera, quando il buio ne confonde le disuguaglianze, disegna con rassomiglianza meravigliosa, il profilo di Napoleone dormente, assai più colossale del colosso di Rodi. Non gli manca né la fronte protuberante, né il gran naso aquilino, né il mento di un ovale perfetto. Lo si vede benissimo disegnato o dalla via di Bergamo presso Chiuso, a mezzodì, o dalle pendici sopra Menaggio, a settentrione». Ma Stoppani parla anche della curiosa presenza del petrolio nella pianura Padana. 

Dopo aver descritto i pozzi petroliferi in America, egli si sofferma sul fatto che anche il Italia esistono i giacimenti dell'oro nero. Egli convince i suoi ascoltatori che non serve andare  in California o in Cina per vedere dei pozzi di petrolio. «Andiamoci colla ferrovia e ci troveremo in breve ora alla stazione di Borgo S. Donnino, tra Piacenza e Parma; e di là, con una buona camminata a Salsomaggiore. Il suo nome deriva certamente dalle sorgenti salate. Adesso l'acqua salata bisogna cercarla in grande profondità, scavando dei pozzi... ebbene quei pozzi sono altrettanti ho-tsing, ossia sorgenti di fuoco». Questo era l'abate-geologo Stoppani, un lecchese che seppe contendere il primato del successo a scrittori come Carlo Collodi ed Edmondo De Amicis.

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