La rassegna espositiva, che a Mandello sarà allestita dal 3 al’11 luglio, rappresenta una selezione delle centinaia di fotografie raccolte da Carlo Borlenghi e Carlo Zuccoli fin dagli anni Settanta, oltre a 25 grandi immagini di modelli dell’Aquila ambientati nel paesaggio lariano
(C.Bott.) E’ stato chiamato, emblematicamente, “i 100 anni dell’Aquila” ed è un progetto culturale e territoriale costruito su due tracciati paralleli: il primo ripercorre, attraverso una ricchissima documentazione iconografica raccolta dai fotografi Carlo Borlenghi, bellanese, e Carlo Zuccoli, mandellese, in tanti anni di appassionata ricerca, la stagione gloriosa della Moto Guzzi, il secondo “disegna” un lungo itinerario lariano che inizia e si conclude a Mandello Lario, dove l’azienda è nata e dove ancora oggi opera, dopo aver toccato tutti i paesi più direttamente coinvolti dallo sviluppo dell’impresa, dunque Lierna, Varenna, Bellano, Dervio, Dorio, Colico, Malgrate, Lecco e Abbadia Lariana.
Non mancano neppure tappe in alcune mete imperdibili della sponda opposta del lago quali il Pian di Spagna, la chiesa romanica di Santa Maria del fiore, il Museo della barca lariana, il Golf di Menaggio e le rinomate Villa Carlotta e Villa Melzi.
Un itinerario di poco più di 100 chilometri corredato dalle immagini, realizzate dai due curatori la scorsa primavera, che ritraggono alcuni gloriosi modelli, concessi generosamente da collezionisti privati, nei luoghi più suggestivi di quello stesso tratto lacustre.
Il progetto è stato attuato con il supporto della Camera di commercio di Como e Lecco.
LA MOSTRA “I 100 ANNI DELL’AQUILA”
La mostra “I 100 anni dell’Aquila” rispetta questo andamento binario: 25 pannelli bifacciali autoportanti (formato 200x200 centimetri), allestiti da una parte in bianco e nero con una selezione delle centinaia di immagini raccolte da Borlenghi e Zuccoli fin dagli anni Settanta e, dall’altra, 25 grandi immagini di “modelli” Guzzi ambientati nel paesaggio lariano.
La mostra, “aperta” 24 ore su 24 e illuminata da pannelli solari, sarà visitabile in sei comuni della sponda lecchese che hanno accolto l’invito di Mandello Lario, che inaugurerà la rassegna espositiva nel periodo compreso tra sabato 3 e domenica 11 luglio.
La mostra si sposterà quindi a Dervio (13-25 luglio) per poi raggiungere Bellano (27 luglio-8 agosto), Colico (10-22 agosto) e Lecco (26 agosto-5 settembre), prima di fare ritorno a Mandello in concomitanza con il motoraduno internazionale del centenario, dal 7 settembre al 3 ottobre. Il “tragitto” della rassegna espositiva si concluderà a Malgrate, dove la mostra sarà allestita dal 5 al 18 ottobre.
Nei mesi di agosto e settembre a questo progetto parteciperanno anche Abbadia Lariana (all’interno del Civico museo setificio “Monti”), Lierna (che allestirà una serie di pannelli “leggeri” sul lungolago Castiglioni, in prossimità dell’imbarcadero), Dorio (che li metterà in mostra nei pressi della stazione ferroviaria) e Varenna con una mostra diffusa tra la piazza e le contrade del centro storico.
La mostra “I 100 anni dell’Aquila” è realizzata con il supporto di Acel Energie e di “Vittoria Assicurazioni”, che celebra a sua volta i 100 anni della propria storia.
Una mappa che traccerà tre itinerari Guzzi sarà distribuita attraverso la rete degli alberghi e dei bed and breakfast, punto di arrivo e di partenza per chi ha scelto la
villeggiatura sul Lago di Como per i prossimi mesi.
IL LIBRO “I 100 ANNI DELL’AQUILA”
Il doppio racconto I 100 anni dell’Aquila - The Eagle turns 100 years old è stato raccolto in un volume di 256 pagine, con doppia copertina, doppia lingua e inserito nella collana “Grandi libri” di Cinquesensi editore. Il libro sarà in tutte le librerie a partire da giovedì 8 luglio.
Nel testo che precede la raccolta di immagini d’epoca in bianco e nero Pino Allievi, derviese, storicafirma del giornalismo sportivo, parla del beneficio economico, sociale e tecnologico che la Moto Guzzi portò nel territorio in cui si sviluppò e generale in tutto il Paese.
Un racconto originale dello scrittore bellanese Andrea Vitali sancisce questo omaggio celebrativo eaffettuoso.
Le immagini di Carlo Borlenghi e Carlo Zuccoli che ambientano i diversi modelli Guzzi nello scenario lariano sono introdotte da un testo firmato dalla giornalista e autrice di viaggi Ornella D’Alessio, che accompagna il lettore in un itinerario che si può definire a tutti gli effetti “dell’Aquila”.
UN PROGETTO TERRITORIALE CORALE
“Siamo orgogliosi di aver creato, in collaborazione con Carlo Zuccoli, Carlo Borlenghi e “Cinquesensieditore”, questo ambizioso progetto - dice Riccardo Fasaoli, sindaco di Mandello - Non si tratta di una semplice realizzazione editoriale e neppure di una semplice mostra. Per l’Italia e per il mondo le motociclette di Mandello sono state compagne di viaggio e di lavoro per diversi decenni del XX secolo. La mostra intende provare a trasmettere ciò che la Guzzi è stata per “quel ramo del lago di Como” dove è nato e cresciuto il mito. Un viaggio fotografico, storico e fisico attraverso i nostri luoghi del cuore e le nostre comunità, legate a filo doppia all’azienda mandellese”.
“Con convinzione - afferma dal canto suo il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi -abbiamo da subito aderito a questa felice intuizione editoriale che lega la Guzzi al territorio unico del Lago di Como. Crediamo fermamente nell’opportunità di “fare sistema” tra Comuni e di celebrare i 100 anni di questo marchio che ancora oggi è
un vanto assoluto per Mandello e per tutto il Lario. Per Bellano è ulteriore motivo di
orgoglio sostenere Carlo Borlenghi e gli autori di questo progetto che lo hanno realizzato in modo così eccellente”.
Emblematico anche il commento di Monica Gilardi, sindaco di Colico: “Il Comune di Colico ha accolto con entusiasmo la proposta progettuale per i festeggiamenti del secolo di vita della Moto Guzzi. E vi ha aderito in onore a un’azienda tanto cara a molti miei concittadini e ai numerosi appassionati di queste due ruote uniche nel loro genere. La bellezza dei luoghi del nostro territorio ha fatto da cornice e sublimato l’essenza stessa della Guzzi: le due ruote esaltano la storia e la cultura di Colico, la natura e il paesaggio accolgono in armonia i veicoli, simbolo della capacità dell’uomo di inventare, di fare e di mettersi in gioco da oltre cento anni”.
“Si tratta di una mostra che unisce la storia industriale del territorio al territorio stesso - osserva Stefano Cassinelli, sindaco di Dervio – con immagini splendide. E’ significativo che tutto il Lago sia unito per il centenario e speriamo che questa sinergia si consolidi sempre più nel tempo, per il bene di tutti”.
“Lecco partecipa alle celebrazioni dei 100 anni dell’Aquila - è la dichiarazione congiunta di Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, e dell’assessore alla Cultura, Simona Piazza - portando questa esposizione in città. Un evento che vuol fare conoscere la storia della cultura manifatturiera della nostra provincia e che è capace di parlare non soltanto ai cittadini ma anche ai turisti. Per questo ci auguriamo che, su questo esempio, possa strutturarsi un livello sovraterritoriale di eventi in grado di esaltare sempre più le caratteristiche uniche del territorio”.
A loro fa eco il sindaco di Malgrate, Flavio Polano. “Il Comune di Malgrate ha da subito convintamente aderito alla proposta di proporre sul lungolago del paese la mostra che ricorda i 100 anni di vita dell’Aquila - afferma - L’azienda Moto Guzzi è certamente un vanto per Mandello Lario, dove è nata e si è sviluppata, ma di fatto tutto il territorio lecchese ha contribuito, attraverso i tanti lavoratori che in questi 100 anni vi hanno lavorato, a renderla famosa nel mondo. Un’icona dell’industria lecchese e italiana da sostenere e preservare e le istituzioni locali devono sinergicamente sentirsi chiamate a mantenere saldo sul nostro territorio questo gioiello della motoristica”.
Silvano Stefanoni, sindaco di Lierna, e l’assessore alla Cultura Simonetta Costantini aggiungono: “Anche Lierna sarà presente all’evento per la celebrazione dei 100 anni della Guzzi con una mostra sul lungolago Castiglioni. Questo evento è ancora più coinvolgente per tutto il territorio lecchese perché per anni molti paesi lacustri e in particolare Lierna, con tante piccole fabbriche artigianali impegnate nella produzione dei componenti dei magnifici modelli, hanno contribuito al meritato successo della stessa Guzzi. Con un pizzico di orgoglio e di fierezza Lierna oggi rappresenta il passato, il presente e il futuro della Moto Guzzi”.
Non meno entusiasta dell’iniziativa Mauro Manzoni, sindaco di Varenna, il quale afferma: “Varenna aderisce con convinzione al progetto dedicato ai 100 anni della Guzzi. Una buona occasione per caratterizzare un intero territorio all’insegna di un progetto comune: la celebrazione di un prodotto lariano di grande qualità, che coniuga ingegno e design e accende la passione di migliaia di estimatori nel mondo. Un compleanno raccontato da un’interessante pubblicazione, che contrappone le spettacolari immagini a colori dei modelli, sapientemente abbinati agli scorci dei nostri borghi, alla nostalgia delle immagini in bianco nero, testimonianza della sua gloriosa storia”.
IL LAGO DI COMO
“I cento anni della Guzzi sono un evento eccezionale per il territorio lariano, lombardo e italiano - commenta Fabio Dadati, presidente di Lariofiere - La Guzzi ci caratterizza: le persone, i luoghi, la storia. E’ parte di noi ed è un grande motivo di interesse internazionale. Se il ramo comasco ha Villa d’Este e il Centrolago ha Bellagio, noi abbiamo la Moto Guzzi. E tutti abbiamo il Lago di Como! Il sogno è che si realizzi un museo della Guzzi pari a quello della BMW di Monaco, che rappresenta un motivo di viaggio e di fermata per ogni giorno dell’anno. L’idea di realizzare il libro e la mostra ha dato quel valore aggiunto, quei contenuti che servivano all’anniversario. Idea e contenuti di valore”.
“Per questi motivi - aggiunge - ci siamo impegnati per sostenere il progetto che Sara Vitali e Alessandra Tanghetti Borlenghi hanno saputo realizzare unendo l’arte di Carlo Borlenghi e di Carlo Zuccoli alle parole di Andrea Vitali. Grazie al presidente, alla Giunta camerale e al presidente di Confindustria Lecco e Sondrio. Grazie al Comune di Mandello e alle altre municipalità che hanno aderito all’iniziativa. E grazie agli albergatori e ai titolari dei bed & breakfast che si stanno impegnando per promuovere sul mercato turistico il centenario dell’Aquila. Perché la Moto Guzzi non è rappresentata soltanto dal raduno di settembre, la Guzzi per noi è tutto l’anno”.
DAL LIBRO “I 100 ANNI DELL’AQUILA”
PINO ALLIEVI - Una storia: leggenda nel tempo
La maggior parte arrivava in treno. Ma c’era chi giungeva a Mandello Lario con il battello. O persino remando dopo avere attraversato quel ramo del Lago di Como. Altri si sobbarcavano chilometri in bicicletta o in moto. I più fortunati vivevano in paese e potevano dormire qualche ora di più, recandosi al lavoro a piedi. Era uno sciame ordinato e silenzioso quello che la mattina presto entrava nei cancelli di via
Parodi con la voglia di cambiare il mondo. Ognuno consapevole di offrire il suo contributo prezioso a un panorama socio-politico in trasformazione dal quale sarebbe uscita un’Italia migliore. Gente semplice, arguta, che si portava dentro una missione.
E’ però un errore pensare che la Moto Guzzi - vista con gli occhi di oggi - fosse solo leggenda. Anzi non lo è mai stata, nonostante i cento anni inducano a trasformare qualsiasi trascurabile episodio di cronaca in un gesto epico: il tempo dei ricordi è sempre eccessivamente generoso.
Molti degli attori che si sono succeduti sul palcoscenico della più prestigiosa marca motociclistica italiana sono effettivamente avvolti da un alone fiabesco, generato da un solido ancoraggio alla realtà intrecciato a magnetismi che non vibravano altrove. E questo ha fatto la differenza. Ma il tutto è avvenuto in un contesto industriale difficile e competitivo, che costringeva a porsi su livelli di eccellenza per emergere e sopravvivere al cospetto di una concorrenza spietata, con aziende che nascevano e chiudevano in un batter d’occhio”.
ORNELLA D’ALESSIO - Gli incanti del Lago di Como
“Gli incanti del Lago di Como non conoscono stagioni. E’ sempre il momento giusto per lasciarsi stupire dalla bellezza del terzo specchio d’acqua dolce più grande d’Italia, originato dallo scioglimento di un enorme ghiacciaio e modellato dalle erosioni glaciali del Pleistocene. E’ un lago storicamente molto amato, come testimonia la letteratura da Plinio il Vecchio a Goethe, fino a Stendhal che semplicemente lo definì “sublime”.
Un viaggio lungo la “Y” lacustre più celebre al mondo è un’esperienza da fare, almeno una volta nella vita. E’ quel che pensano i tanti motociclisti che portano la loro Guzzi - mono o bicilindrica, a seconda dell’anno di produzione - in pellegrinaggio a Mandello Lario, per la fatidica foto davanti al cancello rosso dello stabilimento o di fronte alla statua in marmo bianco di Carlo Guzzi, nella piazza del municipio. E’ un po’ come un viaggio alla Mecca dei guzzisti. Un pellegrinaggio che è anche l’occasione perfetta per fare il periplo del lago, se possibile prendendosi il tempo per scoprire e ammirare borghi, scorci, giardini, ville e chiese, racchiusi nell’abbraccio stretto delle Alpi Orobie.
Così, l’itinerario non può che partire proprio da Mandello, tra le rocce aguzze delle Grigne e le acque lacustri, a maggior ragione quest’anno che cade il centenario delle moto marchiate con la celebre Aquila”.
ANDREA VITALI - Io e la moto
“In tutta sincerità posso solo fare ipotesi per chiarire cosa mi spinse ad acquistare in età ancora giovanile, diciamo prima dei trent’anni, una moto, Guzzi naturalmente, modello Imola 35 e del canonico rosso. Fu forse una specie di rivincita contro un destino, se non crudele, perlomeno grottesco che mi aveva già fatto intuire quanto il mio rapporto con le due ruote non avrebbe mai potuto essere idillico.
Si tratterebbe in questo caso di una sorta di prova di forza caratteriale, a dimostrare che la volontà, la perseveranza sono in grado di farti superare qualunque ostacolo. O altrimenti si potrebbe chiamare in causa la psicanalisi, con la relativa interpretazione di traumi più o meno infantili che governano poi, dai più profondi recessi della coscienza, i comportamenti dell’età adulta.
Quale che sia la ragione, della qual cosa ormai non mi interessa più un bel nulla, quell’acquisto fu l’ultima tappa del mio viaggio nel mondo delle due ruote, concluso con la cessione ad altro soggetto del mezzo in questione e con un accordo economico di transazione che, per la cronaca, aspetta ancora di essere soddisfatto. E di anni ne sono passati.
Molti di più, invece, sono quelli che in un certo senso mi aprirono gli occhi sul potere contrattuale delle moto, o motorini in genere. E’ storia cui già mi è capitato di accennare scrivendo, più frequentemente raccontando per incorniciare i miei esordi letterari. Anzi, più precisamente epistolari. Già, perché qui mi tocca tornare a quella età della vita in cui il tempo sembra non passare mai, si ha voglia di diventare adulti in fretta, per poi pentirsene amaramente, e tra le tante esperienze ammantate di novità c’è anche quella del primo, acerbo amore.
Chi non ne è stato folgorato alzi la mano e mi sembra di vederne assai poche. Quindi ci capiremo se affermo che il fulmine a ciel sereno che mi colpì all’occipite mi mise nelle condizioni di fare qualcosa senza precise idee su come comportarmi. E l’epoca era ben lontana dalla liberalità con cui si può agire adesso.
Con discrezione mi disposi ad attaccare la bella, messa nel mirino a colpi di bigliettini lasciati sul banco di una terza media. Se anche ricordassi, e giuro che non ne ho memoria..., ma se anche ricordassi cosa vi scrissi non lo rivelerei nemmeno sotto tortura. Lascio piena libertà all’immaginazione altrui di concepire frasi che a quell’età potessero solleticare la curiosità femminile”.
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