CHE SARA’ PRESENTATA GIOVEDI 10 GIUGNO 2021 ALLE ORE 18,45 A LECCO IN PIAZZA XX SETTEMBRE
di Germana Marini
Vale la pena di ricordare che nella mia recensione a “Gocce di emozioni”, la raccolta poetica d’esordio di Eleonora Cogliati , pubblicata nel 2011 dalla Casa Editrice Aletti, avevo evidenziato le innegabili consonanze tra gli struggenti versi di Eleonora e quelli di Antonia Pozzi, entrambe lacerate nell’intimo da un dolore senza nome. Due fragili creature, la reazione delle quali al male di vivere che le accomuna è però diametralmente opposta. Ad un’attenta disanima si attagliano ad entrambe i versi di Giorgio Vigolo: “Sei la tua casa di pena e non puoi togliere i sigilli, riaprire i sensi sui fiumi di sole”. Sennonché, diversamente dalla Pozzi, in Eleonora Cogliati, pure laddove la disperazione sembra sopraffare anche l’estremo, flebile attaccamento alla vita, ecco che dalle sue viscere dirompente si leva un urlo, a rivendicare il sacro – e salvifico – diritto d’esistere. Ho scritto e ribadisco, che tracciando un parallelismo tra i conflitti psicologici di Eleonora e quelli di Antonia, sostanziali sono alcune differenze. Nella Pozzi cogliamo un ‘alternanza tra resa alla sconfitta e disperato sforzo per ritrovare una consistenza e un senso nel trascorrere dei giorni.
Obiettivo che non è, purtroppo, riuscita a raggiungere.
Non così la Cogliati per la quale il superamento della destabilizzante chiusura è già in essere. Ci troviamo di fronte ad una poesia autobiografica e accorata che nella suddetta silloge lascia più che mai trasparire la sincerità a 360 gradi dell’autrice, che non esita a spogliarsi di ogni schermante orpello, per mostrare con provocatoria sfida le proprie sanguinanti ferite.
Ed ora, a seguito di quanto menzionato, ecco una nuova prova: una lirica dedicata ai figli Riccardo ed Edoardo da lei definiti “Inestimabili doni”. Un verseggiare improntato a nostalgici, non mai, però, esasperati ricordi.
ESSENZE D’AUTORE
Ricordo un tempo … lontano.
E un prato.
Rivedo una bimba seduta nell’erba,
tra fiori e farfalle
che danzano sulle note del vento.
Osservo quel prato con occhi di donna,
immobile distesa fiorita,
nel vento … che soffia muto …
La recensione coglie in pieno la poetica della Cogliati, la sua vita tranciata di netto, come coda di lucertola si dibatte dalla repentina interruzione del suo sogno di normale vita familiare. Ma come la lucertola, Eleonora sa ricostruire coda e affatti. Grazie Germana
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