Il dettaglio per le province di Lecco e di Sondrio è in linea con il quadro complessivo. Tuttavia, sul fronte occupazione, dove si registra la stabilità come indicazione prevalente, emerge una maggiore incidenza delle indicazioni di aumento, rispetto a quelle di riduzione.
Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale sul mese di marzo, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è in linea generale sovrapponibile al quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como).
“Rispetto ai mesi precedenti l’indagine registra un miglioramento complessivo, anche se lo scenario continua ad essere disomogeneo e il sentiment, in larga parte positivo, che emerge dal campione di imprese deve fare i conti con le dinamiche distorsive che stanno interessando le materie prime di pressoché tutti i settori - sottolinea il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. Aumenti dei prezzi anche molto significativi, scarsa reperibilità e ritardi nelle consegne delle commodities stanno generando non poche criticità per le aziende associate e rischiano di tramutarsi in un freno per la fase di recupero che si sta avviando”.
“L’avanzamento della campagna vaccinale, che ci auguriamo possa procedere in modo sempre più spedito anche grazie alla disponibilità garantita dalle imprese - continua Lorenzo Riva - sostiene la fiducia di tutto il sistema nella possibilità di un vicino ritorno alla normalità, con il conseguente impulso a consumi ed investimenti”.
“I miglioramenti degli indicatori che sono stati registrati in marzo - commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - non si colgono ancora sul fronte dell’occupazione, che resta comunque orientata ad una diffusa stabilità. I giudizi, seppur qualitativi, rivelano comunque un miglioramento rispetto a quanto registrato nelle ultime edizioni dell’osservatorio congiunturale rapido e accanto alla stabilità fanno emergere una maggiore incidenza delle indicazioni di aumento, rispetto a quelle di riduzione. Inoltre il quadro complessivo è influenzato dall’utilizzo della cassa integrazione, alla quale le imprese stanno ancora ricorrendo. Alcuni comparti sono infatti più attivi di altri, condizionati sia dai periodi di chiusura determinati dalla pandemia, sia alla disponibilità di materie prime che impatta sui ritmi di produzione”.
Per quanto attiene gli ordini, le realtà di Lecco e di Sondrio rivelano un quadro dai toni simili nel quale risulta però più marcata la differenza tra crescita della domanda, indicata da quasi la metà del campione, e rallentamento, che interessa circa una realtà su dieci.
Nel dettaglio gli ordini sul mercato domestico migliorano per il 48,7% delle imprese, sono stabili per il 41% mentre rallentano per il 10,3%.
La domanda estera cresce invece per il 46,4% del campione, si mantiene sui valori del mese precedente per il 43,7% e diminuisce per il rimanente 9,9%.
L’indicatore associato alla produzione mostra per le aziende di Lecco e Sondrio un miglioramento, in linea con quanto esaminato per il campione dei tre territori globalmente considerati.
Il 44,7% delle realtà aderenti all’Osservatorio comunica un mantenimento dell’attività produttiva di febbraio, il 46,1% indica un aumento, mentre il restante 9,2% segnala una diminuzione.
Il tasso medio di utilizzo degli impianti risulta pari al 78,4%, in crescita di oltre tre punti percentuali rispetto al dato registrato lo scorso novembre (75,3%).
Le realtà di medie dimensioni confermano un tasso di utilizzo (82,5%) più marcato rispetto a quello registrato per le imprese fino a 50 occupati (75,1%). Considerando i settori merceologici di attività è riscontrabile un maggior impiego per le aziende metalmeccaniche (81,2%) rispetto a quelle degli altri settori (73,4%) e a quelle tessili (71,4%).
Sul versante del fatturato le aziende lecchesi e sondriesi tracciano uno scenario caratterizzato da un aumento dell’intensità degli scambi che interessa entrambi gli ambiti geografici di riferimento.
A livello domestico le vendite crescono per quasi tre realtà su cinque (58,2%), restano sui valori di febbraio per il 31,7% mentre rallentano per il 10,1%.
Le esportazioni sono considerate in espansione per il 45,1% delle aziende, stabili per il 39,4% mentre in diminuzione per il rimanente 15,5%.
Si riscontrano criticità legate all’insolvenza e a ritardi dei pagamenti da parte dei clienti per quasi un’azienda su cinque (19%).
Le previsioni espresse per le prossime settimane dalle realtà di Lecco e di Sondrio delineano, coerentemente con quanto esaminato per il campione delle realtà delle tre province, una situazione di diffusa conservazione dei livelli di marzo a cui si accompagna però una maggior incidenza di indicazioni di crescita rispetto a quelle di diminuzione.
Nello specifico, in circa due casi su tre (65,8%) sono comunicate aspettative stabili, nel 25,3% è ipotizzato un aumento, mentre nel restante 8,9% una diminuzione.
Per quanto riguarda l’orizzonte temporale di visibilità sugli ordini, il 22,8% delle imprese lecchesi e sondriesi indica portafogli sufficienti a coprire poche settimane di attività, una realtà su due (50,6%) segnala un orizzonte temporale di pianificazione di qualche mese, il restante 26,6% indica livelli di domanda sufficienti per oltre un trimestre.
Anche le imprese di Lecco e di Sondrio hanno dovuto far fronte a serie criticità nelle operazioni di approvvigionamento delle materie prime.
Nel corso degli ultimi mesi, nove realtà su dieci (89,5%) hanno registrato incrementi dei listini di acquisto, che hanno determinato impatti significativi sui costi di produzione nell’88,2% dei casi.
L’incremento delle quotazioni delle commodities ha causato un aumento dei prezzi di vendita per il 18,2% delle aziende, una contrazione del profitto per il 15,2%, mentre per il restante 66,7% si registrano entrambe le ricadute.
Oltre alla crescita dei prezzi le aziende hanno segnalato di aver dovuto far fronte a difficoltà di approvvigionamento che hanno riguardato l’estensione dei tempi di consegna nel 64,3% dei casi, la riduzione delle quantità approvvigionate nel 31%, nonché una diminuzione della qualità nel 4,8%.
L’analisi dei giudizi comunicati dalle aziende lecchesi e sondriesi con riferimento alle condizioni praticate dagli Istituti di credito conferma sostanzialmente quanto esaminato a livello congiunto. L’indicazione prevalente risulta essere la stabilità, segnalata dal 92,1% del campione, a cui si accompagnano giudizi di miglioramento per il 2,6% e peggioramento nel 5,3% dei casi.
Per quanto riguarda invece il giudizio formulato riguardo la liquidità aziendale, si registra soddisfazione per il 43,6% del campione, la situazione è considerata nella norma per il 48,7%, mentre per il rimanente 7,7% occorre intervenire.
Il quadro occupazionale per le imprese lecchesi e sondriesi si mantiene anch’esso orientato ad una diffusa stabilità ma, a differenza di quanto esaminato congiuntamente, è rilevabile anche una maggior incidenza di indicazioni di aumento rispetto a quelle di riduzione.
Nel dettaglio la situazione è considerata stabile rispetto ai livelli di febbraio per il 78,5% del campione, in miglioramento per il 17,7%, in peggioramento per il rimanente 3,8%.
In marzo la quota di aziende che ha indicato di aver usufruito di ammortizzatori sociali si attesta all’11,4%.
Le previsioni per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi risultano orientate alla conservazione dei livelli per circa tre realtà su quattro (74,6%), indicano un aumento per il 20,3% e una diminuzione per il rimanente 5,1%.
Il quadro resta ancora eterogeneo ma gli indicatori risultano in generale e diffuso miglioramento, sia sul mercato domestico, sia per quanto riguarda l’export. L’occupazione e le previsioni per l’andamento del business nelle prossime settimane sono nel complesso stabili. L’inaspettato shock delle materie prime, che non si limita solo alla dinamica in salita dei prezzi, penalizza le imprese aggiungendosi alle criticità legate al limitato orizzonte di visibilità sul portafoglio ordini e alle situazioni di insolvenza e di ritardo nei pagamenti.
I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di marzo, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, delineano un quadro in generale miglioramento rispetto ai livelli di febbraio. Gli indicatori associati a ordini, attività produttiva e fatturato mostrano infatti una maggior incidenza di giudizi di aumento rispetto a quelli di diminuzione.
La domanda evidenzia una crescita per oltre due realtà su cinque che interessa sia il mercato interno, sia l’export; si attesta attorno al 16% la quota di aziende che indica invece un calo delle richieste.
La produzione mostra andamenti in linea con quanto esaminato per gli ordini e si intensifica in marzo per circa quattro realtà su dieci.
L’esame della capacità produttiva mediamente impiegata si attesta al 69,9%, rivelando un aumento di due punti percentuali rispetto a quanto esaminato nella precedente edizione dell’Osservatorio (67,9% lo scorso novembre).
Il fatturato risulta anch’esso caratterizzato da una crescita che riguarda sia le vendite in Italia, sia quelle oltre confine.
Sono diffusamente stabili le previsioni per le prossime settimane, che indicano un mantenimento dei livelli di business registrati a marzo per due realtà su tre (66,7%); in caso di variazione le ipotesi di aumento (22,2%) risultano più diffuse rispetto a quelle di diminuzione (11,1%).
Nonostante i segnali di recupero riscontrati per i principali indicatori, permangono alcuni elementi di criticità legati in particolare alle situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, che penalizzano oltre una realtà su quattro (27,8%), e alla limitata visibilità del portafoglio ordini, limitato a poche settimane per quasi un’azienda su due (48,1%).
A tali criticità se ne sono aggiunte altre inerenti le materie prime. Dallo scorso novembre i prezzi di acquisto hanno infatti subito marcati e repentini incrementi che hanno penalizzato oltre tre realtà su quattro (77,2%).
Gli apprezzamenti delle quotazioni delle commodities hanno determinato impatti significativi sui costi di produzione per oltre quattro imprese su cinque (83,7%) ed hanno costretto le aziende ad aumentare, ove possibile, i prezzi di vendita e a ridurre i propri margini di profitto.
Oltre all’incremento dei listini, ulteriori criticità hanno riguardato l’estensione dei tempi di consegna, di molto allungati soprattutto nei comparti metalmeccanici e siderurgici, e la diminuzione delle quantità consegnate.
L’occupazione delle realtà del campione si rivela diffusamente orientata alla stabilità, segnalata in circa l’80% dei casi, descrivendo un miglioramento rispetto a quanto esaminato durante l’Osservatorio rapido di novembre 2020.
Anche le ipotesi formulate riguardo lo scenario occupazionale dei prossimi mesi si mantengono improntate alla conservazione dei livelli. Oltre tre aziende su dieci (31,5%) hanno segnalato di aver fatto ricorso in marzo ad ammortizzatori sociali.
GLI ORDINI
La domanda delle imprese lecchesi, sondriesi e comasche mostra un aumento per oltre due realtà su cinque ed interessa sia gli ordini sul mercato domestico, sia l’export.
A livello italiano il 42,7% del campione indica ordinativi in crescita, il 40,2% delle aziende comunica livelli stabili su febbraio mentre il restante 17,1% segnala una diminuzione.
Le esportazioni sono ritenute invece stabili per il 43,8% delle imprese, in aumento per il 40,5% mentre in rallentamento per il rimanente 15,7%.
LA PRODUZIONE
L’attività produttiva di marzo descrive, per le aziende delle tre province, dinamiche coerenti con quanto esaminato per gli ordini e in caso di variazione mostra una prevalenza di indicazioni di aumento.
A fianco del 46,8% di imprese che segnalano di aver confermato gli stessi livelli produttivi registrati in febbraio, il 39,7% comunica una crescita, mentre solo il 13,5% rivela una diminuzione.
La capacità produttiva mediamente impiegata dalle realtà del campione in marzo si attesta a quota 69,9%, dato di due punti percentuali più elevato rispetto a quanto rilevato alla fine dello scorso anno (67,9% in novembre).
All’interno del campione la situazione risulta eterogenea rivelando un maggior ricorso agli impianti di produzione da parte delle realtà al di sopra dei 50 occupati (76,5%) rispetto alle imprese più piccole (65,7%); con riferimento ai settori, invece, il tasso è elevato per le aziende metalmeccaniche (82,1%) mentre decresce via via passando alle realtà degli altri settori (63,9%) e a quelle tessili (51,9%).
IL FATTURATO
Il fatturato delle imprese di Lecco, Sondrio e Como segue le medesime dinamiche rilevate per gli indicatori associati alla domanda e alla produzione e rivela una fase di aumento che interessa sia gli scambi in Italia, sia quelli all’estero.
Le vendite sul mercato nazionale sono considerate in crescita per oltre un’azienda su due (51,2%), si mantengono sui livelli di febbraio per il 32,1% del campione, mentre diminuiscono per il 16,7%.
Il fatturato legato all’export aumenta invece per il 41,2% delle realtà, è stabile per il 40,5% e diminuisce per il rimanente 18,2%.
Oltre un’impresa su quattro (27,8%) ha dichiarato di aver dovuto far fronte a situazioni di insolvenza o di rilevanti ritardi dei pagamenti da parte dei propri clienti.
LE PREVISIONI
Le aspettative formulate dalle imprese dei tre territori riguardo l’andamento del business nelle prossime settimane sono principalmente improntate alla stabilità, questo nonostante sia riscontrabile, in caso di variazione, una maggior diffusione di giudizi di aumento rispetto a quelli di contrazione.
A fianco di due realtà su tre (66,7%) che comunicano di attendersi livelli di domanda, attività produttiva e fatturato in linea con quanto rilevato in marzo, il 22,2% del campione prevede una crescita, mentre il restante 11,1% una contrazione.
Nonostante le dinamiche favorevoli diffusamente rilevate per gli indicatori in marzo, permangono elementi di criticità legati al ridotto orizzonte di visibilità sugli ordini, inferiore ad un mese per quasi la metà (48,1%) del campione.
Gli ordini in portafoglio consentono una pianificazione dell’attività per un periodo superiore al mese per il 31,6% delle aziende, mentre va oltre un trimestre per il rimanente 20,3% delle realtà.
MATERIE PRIME
Le dinamiche distorsive che hanno interessato le quotazioni delle materie prime dal mese di novembre 2020 hanno avuto conseguenze anche in marzo.
Oltre i tre quarti (77,2%) delle imprese lecchesi, sondriesi e comasche hanno registrato infatti, negli ultimi mesi e in particolare in marzo, incrementi del prezzo di acquisto delle commodities principalmente trattate. Per oltre i quattro quinti (83,7%) delle realtà che hanno registrato tali incrementi, si sono verificati impatti significativi sui costi di produzione. Inoltre, per il 26% delle aziende l’apprezzamento delle materie prime ha determinato un aumento dei propri prezzi di vendita, per il 17,9% una riduzione dei margini di profitto e, per il rimanente 56,1%, una combinazione degli effetti precedenti.
Le criticità emerse sul fronte delle materie prime sono andate anche al di là delle sole, comunque rilevanti, dinamiche di costo: più di una realtà su due (53,2%) ha infatti dovuto gestire difficoltà nei processi di approvvigionamento che hanno riguardato un’estensione dei tempi di consegna nel 66,4% dei casi, una diminuzione delle quantità fornite nel 27,4% e, infine, un peggioramento della qualità nel restante 6,2%.
ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’
Secondo i pareri qualitativi formulati dalle realtà dei tre territori riguardo al loro rapporto con gli Istituti di credito, in marzo è riscontrabile una situazione di diffusa stabilità; a fianco dell’89,5% di giudizi che indicano il permanere delle condizioni, il 7,4% segnala un peggioramento, mentre il 3,1% comunica un miglioramento.
In relazione alla liquidità aziendale, lo scenario risulta maggiormente eterogeneo: il 41,5% del campione rivela soddisfazione per la propria situazione, il 39% ritiene il quadro nella norma mentre il rimanente 19,5% lo definisce migliorabile.
L’OCCUPAZIONE
A differenza di quanto esaminato per gli indicatori di domanda, attività produttiva e fatturato - per i quali sono stati registrati diffusi giudizi di aumento - lo scenario occupazionale delle aziende di Lecco, Sondrio e Como si rivela generalmente orientato alla stabilità. Per circa quattro realtà su cinque (79,3%) è comunicata infatti una conservazione dei livelli di febbraio, mentre le indicazioni di aumento (11,6%) e diminuzione (9,1%) tendendo a bilanciarsi.
A marzo poco meno di una realtà su tre (31,5%) ha indicato di aver fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
Anche le aspettative occupazionali per i prossimi mesi si mantengono fortemente orientate alla stabilità: il 71,5% del campione rivela di attendere un mantenimento dei livelli, il 15,2% ipotizza un incremento mentre il 13,3% prevede una diminuzione.
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