La Direzione sanitaria degli Istituti Airoldi e Muzzi Onlus ha definito, anche in linea con la recente ordinanza ministeriale, un nuovo protocollo per favorire, laddove possibile, un maggiore contatto nei colloqui tra ospiti e familiari/caregiver, rispetto a quanto già viene fatto per gli incontri protetti (postazioni con vetrate e microfoni) che continueranno ad essere programmati.
In particolare sono stati individuati spazi all’aperto in cui gli incontri saranno ammessi in presenza delle seguenti condizioni: ospite con protezione vaccinale completa; familiare/visitatore in possesso di una certificazione comprovante lo stato di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 (entrambe le dosi) o l’avvenuta guarigione da Covid-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito allo sviluppo dell’infezione o l’effettuazione di un tampone molecolare entro le 48 ore precedenti la visita.
La programmazione delle visite continuerà secondo l’attuale organizzazione a cura dell’educatore/coordinatore infermieristico del nucleo di accoglienza dell’ospite. I familiari/visitatori dovranno attenersi alle indicazioni riportate sul patto di condivisione del rischio da sottoscrivere al momento dell’accesso in struttura.
“I nostri Istituti - afferma la vicepresidente Rosaria Bonacina - in realtà non sono mai stati chiusi. Da sempre, infatti, ci siamo attivati per rendere possibili i colloqui dei nostri ospiti con i loro familiari secondo le modalità che, via via, ci sono state indicate dalle normative. Inoltre abbiamo incentivato e favorito i contatti frequenti attraverso le video-chiamate. Siamo infatti ben consapevoli del valore e dell’importanza della relazione tra i nostri ospiti e i propri familiari. Ma, al tempo stesso, proprio a tutela della salute e sicurezza dei nostri ospiti, abbiamo dovuto applicare quanto ci veniva prescritto dalla normativa.
Ora si apre una nuova fase, che attendevamo da tempo e alla quale già ci stavamo preparando: permettere ai nostri ospiti di avere un contatto più diretto con i propri familiari, secondo le regole stabilite dalla procedura del Ministero. Utilizzeremo per i colloqui gli spazi all’aperto del nostro parco, salvo nelle giornate di pioggia. Avere assistito ad alcuni di questi incontri è stato davvero commovente: vedere finalmente i nostri ospiti poter stringere la mano ai propri familiari o vederli passeggiare fianco a fianco, ha ripagato delle fatiche di questa lunga pandemia. Un grazie sincero va alla Fondazione comunitaria del Lecchese che sosterrà anche economicamente questa nostra attività, che richiede un forte impegno organizzativo e di presenza del personale”.
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