Gianfranco Colombo - All’età di 95 anni si è spento don Alfredo Comi. Storico parroco di Barzio, don Alfredo era un sacerdote di carattere ed un amante dell’arte e della cultura. In particolar, è stata notevole la sua passione per l’opera di Alessandro Manzoni. Originario di Grezzago, dove era nato nel 1925, venne ordinato sacerdote il 3 giugno del 1950 dal cardinale Ildefonso Schuster. Dal 1950 al 1952 fu vice parroco a Santo Stefano Ticino, nel 1952 divenne parroco a Bernate e poi dal 1955 al 1969 guidò la parrocchia di San Bartolomeo Valcavargna. Il 2 marzo 1969 fu nominato parroco di Barzio e per 41 anni guidò la comunità locale fino all’arrivo dall’attuale parroco don Lucio Galbiati. Per don Alfredo la parola “pensione” non esisteva ed infatti continuò ad avere incarichi pastorali prima a Ballabio e poi a Cremeno. Si accennava prima alla sua predilezione per l’opera di Alessandro Manzoni, che lo portò a costituire una biblioteca manzoniana invidiabile. Nel 2006 il parroco di Barzio ebbe l’onore delle cronache perché decise di vendere al Comune la sua preziosa collezione libraria. La somma ricavata avrebbe finanziato la nuova scuola materna della parrocchia.
Un nobile gesto, visto che si trattava di un corpus di 1400 volumi che lui conosceva uno ad uno. In quell’occasione l’avevamo incontrato e fu interessante scoprire da dove nasceva la sua passione manzoniana: «Il merito di tutto questo – ci disse don Alfredo - è di due nobili sorelle fiorentine che ogni anno venivano a Barzio a trascorrere qualche giorno di vacanza. Si chiamavano Emma ed Augusta Degli Uberti. Erano due donne molto colte con cui parlavo volentieri anche di letteratura. Furono loro, nell’estate del 1972, a regalarmi un’edizione dei «Promessi sposi» del 1865. Ne rimasi affascinato e da lì, da quel volume, è iniziata la mia collezione.
La biblioteca si compone di 1400 volumi, tra cui 300 preziose edizioni dei “Promessi sposi” e molti volumi di critica letteraria. È insomma l’itinerario completo del mio attaccamento a questo autore ed alla sua opera». A testimoniare la predilezione di don Alfredo per Manzoni ci sono anche i due portali della chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro a Barzio. Scolpiti da Piero Maggioni, sono stati inaugurati nel 1985, in occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni, e sono ispirate proprio alle sue opere. Rimanendo sempre in campo artistico, non si possono dimenticare gli interventi effettuati, nel corso dell’anno 2018, nei confronti di due preziosi polittici cinquecenteschi, conservati nella parrocchiale di San Giorgio e nel vicino oratorio di San Rocco a Cremeno. In particolare, quello della parrocchiale di Cremeno riveste una notevole importanza ed il suo restauro ha restituito a tutto il territorio lecchese e non solo, una vera opera d’arte: «Il polittico è da considerarsi una fra le più notevoli creazioni pittoriche cinquecentesche del territorio lecchese. – ha scritto Oleg Zastrow - L'opera venne eseguita sotto la sovrintendenza del noto artista Sigismondo De Magistris, con la collaborazione di altri pittori, fra i quali il suo allievo Ambrogio Arcimboldi, nell'anno 1534». Don Alfredo, insomma, ci ha lasciato in eredità l’esempio di un grande sacerdote e uomo di fede, ma anche le opere che lui ha contribuito a far nascere o a salvare.In questo senso sono illuminanti le parole di Alvaro Ferrari, stretto collaboratore del sacerdote: «Sono tante le opere che don Alfredo ha direttamente compiuto o favorito e nelle quali mi ha spesso coinvolto. Vorrei citare innanzitutto il Centro sportivo Conca Rossa di Barzio, da lui favorito e incentivato con la cessione di aree di proprietà della parrocchia; la Fornace, che oggi non ci sarebbe se don Alfredo non avesse fornito garanzie sui pagamenti che la Comunità montana doveva all’ora proprietà; la scuola materna parrocchiale di Barzio: un miracolo di condivisione di comunità su una profetica visione di un futuro che negli anni duemila nessuno prevedeva e che don Alfredo aveva ben presente; il restauro della pala del Bergognone nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Cremeno e la riedizione del volume “Cremeni vetustas”. Non posso, poi, dimenticare la visita a Papa Francesco e la messa concelebrata da don Alfredo con il Pontefice. C’è solo una parola che riesce a definire il mio incontro e il mio vissuto con don Alfredo ed è “grazie”».
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