Gianfranco Colombo - Gli itinerari spirituali sono uno dei tanti percorsi possibili che si possono seguire tra le pagine del volume “Bellezze da vivere e da custodire” (Cattaneo editore). Dedicato ai quattro territori di Como, Lecco, Monza e Brianza, il libro consente di personalizzare interessi e passioni, cosa che faremo anche noi nell’andare ad individuare quei percorsi di fede che caratterizzano il Lecchese e la Brianza che ne fa parte. Nell’ampio ed illustratissimo capitolo intitolato “Sulle vie della fede”, incontriamo innanzitutto i santuari mariani, in cui si venerano le apparizioni o i miracoli della Vergine. Nella nostra provincia troviamo quello della Madonna della Bevera a Bulciago e il Santuario della Madonna del Bosco a Imbersago. «L’apparizione della Vergine qui avvenne nel 1617 – scrive Fabrizio Mavero - e il miracolo salvò un neonato rapito alle fauci di un lupo. Le originarie forme barocche sono più visibile all’interno, mentre l’esterno è caratterizzato da una lunga scalinata penitenziale ove domina la grande statua di Papa Giovanni XXIII, abituale frequentatore del luogo in gioventù».
Una “via sacra” molto nota è la “Via delle cappelle” di Somasca che conduce all’eremo di San Gerolamo Emiliani. «La devozione verso San Girolamo è molto viva da queste parti cosicché la “via sacra” risulta sempre molto frequentata, - continua Mavero - favorita dal fatto che al culmine della roccia che sovrasta l’eremo si ergono i resti di quello che viene considerato il “Castello dell’Innominato” di manzoniana memoria. Lungo la via sono state costruite, fra il 1837 e il 1902, con la partecipazione di numerosi artisti, undici cappelle nelle quali sono rappresentati altrettanti momenti della vita del Santo». All’interno di questo percorso dentro le manifestazioni legate alla fede, nel volume edito da Cattaneo hanno un posto privilegiato i “Legni sacri e preziosi”, ossia quelle sculture lignee che in qualche caso sono autentici capolavori.
Un esempio insigne è il “Compianto sul Cristo morto”, la scultura lignea che si trova nella chiesa di Santa Marta a Bellano. Per la verità ora è al Louvre a Parigi, per una mostra sulla scultura italiana del Rinascimento, e poi farà tappa al Castello Sforzesco a Milano, ma la sua sede naturale è a Bellano. La scultura è stata recentemente restaurata. Si è trattato di un restauro manutentivo per eliminare i depositi di polvere e far risaltare i colori, ma ci sono stati anche degli interventi che hanno ridato alle singole statue la loro posizione originaria. Sono state invertite di posizione la statua di Maria Maddalena e quella di un’altra donna, mentre è stata tolta la nona statua che non faceva parte originariamente del gruppo scultoreo. Il restauro è avvenuto grazie alla Fondazione comunitaria del Lecchese ed al Museo del Louvre. In accordo con la parrocchia di Bellano, che ne è la proprietaria, lo si è compiuto nella stessa chiesa di Santa Marta per evitare il rischio di danni legati al trasporto. Il gruppo ligneo è ora formato da otto figure a grandezza naturale, databili entro il primo quarto del Cinquecento.
Il gruppo originario di otto figure è attribuito a Giovanni Angelo Del Maino (con la collaborazione del fratello Tiburzio), scultore pavese della prima metà del XVI secolo. Tra questi “legni sacri e preziosi” hanno un posto di rilievo importanti polittici come quello della Passione che si trova nella chiesa di San Giorgio ad Annone. «Si tratta di una monumentale ancona lignea intagliata, dipinta e dorata – scrive Marco Sampietro – commissionata da Andrea Annoni e spedita da Anversa, uno dei principali centri delle Fiandre, dove una bottega rinomata in tutto il nord Europa l’aveva realizzata poco dopo la metà del Cinquecento. Il tema principale che vi è rappresentato è la “Passione di Gesù” illustrata nella sezione centrale dell’ancona vera e propria con gl antefatti raccontati nella predella». Questo “tour sacro” è completato dal “Polittico dell’Assunzione della Vergine”, opera pittorica di Marco d’Oggiono, nella chiesa di Sant’Eufemia a Oggiono; dall’ancona lignea tardo cinquecentesca che domina l’altare maggiore della chiesa dei Santi Fermo e Rustico a Cortenova; dal grandioso armadio realizzato da Federico Andreotti di Galbiate nel 1690 per la sacrestia della chiesa di San Giorgio a Cremeno, sulla cui cimasa si trova il busto ritratto
di San Carlo, realizzato nel 1695.
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