Gianfranco Colombo - Il 18 marzo 1951 fu inaugurata la chiesa di San Francesco, nel quartiere di Santo Stefano. Settant’anni fa una zona ancora poco abitata, ma che avrebbe avuto uno sviluppo straordinario, si trovò ad avere la sua chiesa. L’aspetto che rende questo anniversario ancora più importante riguarda coloro che furono i responsabili della nuova chiesa prima e della futura parrocchia poi, ovvero i frati cappuccini. Subito dopo la seconda guerra mondiale, i frati francescani tornarono a Lecco; ne erano rimasti lontani per più di un secolo. Erano arrivati nel nostro territorio nel 1576, anno in cui fu posta la prima pietra del convento di Pescarenico. La scelta di Pescarenico non fu casuale, ma attentamente vagliata dopo aver preso in considerazione anche la possibilità di erigere il convento nella località chiamata il Prato dove si trovava la chiesetta dedicata a San Giacomo apostolo.
Figura indimenticabile, fra quelle legate al convento, fu quella di fra’ Bernardo d’Acquate, estensore della «Cronichetta», testo fondamentale per la conoscenza dei fatti legati sia al convento, sia alla comunità di Pescarenico. La vita del convento ebbe fine il 23 aprile del 1810 quando Napoleone emanò l’ordine di soppressione di tutti i conventi, esclusi quelli ospedalieri e delle suore di carità. I frati lasciarono Pescarenico dopo 234 anni e l’ultimo rettore, padre Anselmo da Milano, provvide alle ultime formalità. Da quella data, si dovette attendere il 1949 per assistere al ritorno dei Cappuccini. In un primo tempo non mancò la suggestione di ripristinare il convento di Pescarenico, ma fu un’ipotesi presto scartata: la chiesa era una parrocchiale ed in quello che era stato il convento erano state costruite abitazioni private. Fu soprattutto l’opera dell’allora prevosto di Lecco, monsignor Giovanni Borsieri (1877-1963) ad individuare un terreno nella località di Santo Stefano.
L’autorizzazione per la costruzione del convento arrivò nel 1949 e proprio in quell’anno giunsero i primi frati: padre Massimino da Mesero e padre Agatangelo da Milano. Fu soprattutto quest’ultimo a darsi da fare per la costruzione della chiesa e del convento. Nel frattempo i frati vissero in due ex stalle ristrutturate in zona Ca’ Rossa.
Qui venne costruita anche una cappella che ospitò il Santissimo Sacramento e nella quale la domenica si celebrarono le messe. «Padre Agatangelo fu determinante per la costruzione della chiesa e del convento – scrivono Franca Magistretti e Ciano Benaglio nel volume “Frati tra la gente” – in quanto si adoperò con tutte le sue forze per portare avanti il progetto. Dal giorno dell’inaugurazione della cappella nella cascina Ca’ Rossa, infatti, le cose procedettero con sollecitudine». Nel 1950 giunse finalmente l’autorizzazione definitiva per la posa della prima pietra della chiesa e del convento. Il 13 giugno 1950 un processione
aperta da una lunga fila di frati, procedette dalla basilica di San Nicolò verso il luogo dove sarebbe sorto il nuovo complesso religioso. Alla cerimonia parteciparono: monsignor Bernareggi, delegato del cardinale Schuster, monsignor Borsieri, prevosto di Lecco, ed il sindaco di Lecco, Ugo Bartesaghi.Meno di un anno dopo, il 18 marzo 1951, la chiesa venne inaugurata ed a sottolineare l’importanza del momento, spiccava la partecipazione di padre Clemente da Milwaukee, ministro generale dell’Ordine Cappuccino. Della nuova chiesa, progettata dall’architetto Mino Fiocchi, diede un’esauriente descrizione padre Sisimio da Romallo: «La forma si ispira al lazzaretto di Milano: un muro perimetrale ottagono sostiene una cupola luminosa, con quattro finestroni e un lucernario su cui domina una croce che appare subito all’inizio di viale Principessa Maria Josè (oggi viale Turati). Linee sobrie, vano ampio e senza rientranze da cui si possa nascondere la vista del presbiterio; questo, a sua volta, sufficiente per ampiezza, luminoso con il retrostante coro dei religiosi, raccolto nella penombra e nel silenzio». Un anno dopo, il 23 marzo 1952, fu inaugurato anche il convento. In seguito, la chiesa fu eretta in “vicaria curata” con decreto 9 marzo 1962 dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini e successivamente divenne parrocchia il 3 giugno 1967 con decreto dell’arcivescovo Giovanni Colombo. Il primo parroco della neonata parrocchia di San Francesco fu padre Olinto da Solzago, che svolse con grande energia il suo mandato sino al 1969.
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