2021-02-08

L’Elba delle miniere




Cesare Perego - Se Portoferraio è il capoluogo dell’Isola d’Elba, nodo stradale e marittimo, Porto Azzurro è il centro storico più caratteristico, con la sua bella piazza, il lungomare, il paesaggio le bancarelle, le vetrine, i negozi e un pizzico di allegra mondanità che non guasta, a poca distanza ti immergi, nell’entroterra dell’Isola d’Elba, lontano dalle spiagge e dalle onde si trovano due realtà di grande interesse: gli splendidi itinerari di trekking e l’Elba delle miniere. Tanto facile ed immediato è l’approccio ai primi, quanto difficile è l’accesso alle seconde. Molte miniere sono infatti ormai chiuse, abbandonate e difficili da scovare. Ancora poche, sono meta di itinerari guidati, ma un buon lavoro è in corso da parte del Parco Minerario Elbano.

Eppure per quasi tre millenni l’attività estrattiva ha rappresentato una delle principali risorse economiche dell’isola, e varrebbe la pena di ridarle il dovuto peso. La scoperta di questo mondo andato perduto può certamente iniziare con una visita al museo minerario Elbano con sede a Rio Marina, dove si trova la Direzione Generale delle Miniere. Ma la tappa obbligata per eccellenza rimane la “Piccola Miniera” di Porto Azzurro. Non si tratta in verità di una vera miniera, ma di una ricostruzione fatta a regola d’arte da un elbano, Emilio Giacomelli, figlio di un minatore e, per un certo periodo, minatore a sua volta. 

La piccola miniera è in effetti un capolavoro, un gioiellino che richiama numerosi visitatori, in particolar modo scolaresche. Qui è tutto ricreato alla perfezione e presentato in modo da simulare non solo lo scenario, ma anche l’atmosfera che in miniera si respirava: un’atmosfera fatta di fatica, di sudore, a volte di paura, ma anche della soddisfazione di veder emergere dopo tante fatiche le pietre luccicanti. All’Elba la ricchezza non veniva dall’oro, ma dal ferro, tant’è che la pirite, da cui il ferro viene estratto, veniva chiamata la “Regina dell’Elba”. Il viaggio all’interno della miniera attraversa i paesaggi più caratteristici: le strette gallerie che sbucano nei “saloni di coltivazione”, ossia quelle stanze dalle cui pareti veniva staccato progressivamente il materiale, puntellando affinché le superfici assottigliate non cedessero. Così spiega la voce fuori campo che accompagna i visitatori nel loro procedere attraverso le varie fasi dell’esperienza mineraria; l’estrazione prima e la lavorazione poi. Lavorazione che si svolgeva fuori dalla miniera, nell’attiguo laboratorio museo. Splendida e interessante è l’esposizione di una grande varietà di minerali provenienti sia dalle miniere dell’isola sia dal resto del mondo: alcuni sono autentici pezzi da collezione.

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