Ne fu autore Vasco Cocchi e fornisce indicazioni preziose a chi i sentieri, le vette e le pareti rocciose non si accontenta di ammirarli e fotografarli ma li frequenta
di Claudio Redaelli
Le abbondanti precipitazioni di inizio dicembre che hanno visto cadere poco meno di due metri di neve sopra i 2.000 metri di quota, nel gruppo delle Grigne, determinando situazioni di criticità legate a possibili valanghe che avrebbero potuto raggiungere anche i sentieri fino ai 1.500-1.400 metri di quota, oltre ai primi episodi di cronaca riferiti a persone in difficoltà per essersi avventurate lungo i tracciati delle nostre montagne, fanno tornare di stretta attualità Salute è sicurezza in montagna, pubblicato nel 1991 dalle Edizioni cultura “Il Punto Stampa” - Cbrs editrice di Lecco.
A scriverlo, quel libro, fu Vasco Cocchi e in sede di presentazione non ci fu difficile sottolineare come l’autore sembrasse continuare in chiave moderna il discorso di Antonio Stoppani, dei valori e delle attenzioni che vi si implicano. E lo faceva, Cocchi, con riguardo scientifico, senza togliere ma anzi chiarendo la gioia di godere della natura con razionale ardimento, ossia contribuendo alla salute e non compromettendola, preservando la vita e non rischiandola con imprudenza.
Il riferimento al geologo, accademico e paleontologo, figlio illustre della terra lariana, prendeva spunto dalla sua opera Che cosa è un vulcano?, della quale parevano rivivere la poesia e la vita armonicamente fuse: “…mattina, smania nelle gambe, altura, aria imbalsamata, olezzo dei prati, profumo del bosco, sudore, erta sassosa, pelle…”.
Poesia e vita che si appunto ritrovavano in Salute è sicurezza in montagna, volume nato dalla realtà direttamente vissuta e che costituiva un viaggio ideale nella fisiologia sportiva. “Non mancando di affascinare - scriveva il sottoscritto nella prefazione - fornisce indicazioni preziose a chi i sentieri, le vette e le pareti rocciose non si accontenta di ammirarli in fotografia o con il cannocchiale. Dà consapevolezza dei rischi che si accompagnano alla pratica dell’escursionismo e dell’alpinismo, insegna la necessità e il modo di prepararsi e comportarsi adeguatamente a tale pratica”.
L’opera di Cocchi - curata con la dovuta attenzione e con la precisione che lo contraddistingueva da Gianni Maffeis, che si occupò tra l’altro della raccolta e della collocazione delle immagini che corredavano il libro - rappresentò in effetti un utile quanto innovativo strumento di formazione e informazione per i giovani, ma non soltanto.
Escursionismo e alpinismo erano del resto già allora largamente diffusi. Nasceva così l’esigenza di estendere e rafforzare la conoscenza della medicina sportiva e di incrementare la sensibilità verso di essa, specie per quanto riguardava l’alimentazione e l’allenamento.
Liberare in questo senso l’escursionismo e l’alpinismo dalle vecchie mitizzazioni gratuite e sottolinearne e coltivarne il fascino in una consapevole misura di rapporto dell’uomo con la natura era il miglior servizio che si potesse rendere alla gioia di vivere anche in questo campo. E il libro di Cocchi è questo servizio: vi si affronta il problema del doping nella pratica esasperata degli sport, vi si tratta delle più qualificanti nozioni di fisiologia sportiva, dell’alimentazione, dell’allenamento, del sistema cardio-circolatorio e respiratorio e vi si spiegano le più importanti nozioni di pronto soccorso.
Salute è sicurezza in montagna è stato in definitiva un messaggio di professionalità e allo stesso tempo di serietà nell’avvicinarsi alla montagna. Un invito all’uomo - che è “misura di tutte le cose”, per dirla con Protàgora - ma nel senso universale della parola.
Lo stesso Vasco Cocchi, introducendo il volume dato alle stampe dalla Tipolitografia Alfredo Colombo e la cui fotocomposizione era stata curata dallo studio grafico di Alberto Locatelli, scriveva che “per raggiungere, nella pratica sportiva, determinati traguardi non è sufficiente avvalersi di attrezzature all’avanguardia, di cognizioni tecniche, di indumenti moderni e sofisticati. E’ anche fondamentale conoscere se stessi”.
E ancora: “Un organismo in perfette condizioni fisiche, alimentato razionalmente, allenato come si deve, può raggiungere limiti di alto rendimento. Conoscere noi stessi ci dà modo di riconoscere tali limiti, di non andare oltre e di conservare la nostra integrità”.
Originario di Lecco, dove era nato il 24 ottobre 1917, Vasco Cocchi si era laureato in Medicina e chirurgia, per poi conseguire la specializzazione in cardiologia e in medicina del lavoro.
Ragno della Grignetta, fu consigliere del Cai centrale e fece altresì parte del consiglio sezionale del Club alpino lecchese. Tenne corsi di fisiologia, medicina sportiva e pronto soccorso in varie scuole di alpinismo e di sci alpinismo, discipline che praticò assiduamente. E con grande passione.
In tanti anni di attività sportiva e professionale maturò come detto una conoscenza non comune della montagna, intesa nei suoi molteplici aspetti.
Non a caso nelle pagine introduttive del libro Salute è sicurezza in montagna Cocchi ebbe a dirsi consapevole dell’importanza di divulgare la conoscenza delle principali funzioni del nostro organismo in rapporto alla pratica sportiva.
Significativo anche quanto ebbe a scrivere l’allora presidente del Cai Lecco, Peppino Ciresa: “Purtroppo gli incidenti in montagna sono sempre più frequenti vista la grande espansione che questa disciplina ha avuto negli ultimi anni. Ragione, questa, che dovrebbe indurre ogni frequentatore dei nostri sentieri alla conoscenza delle più elementari norme di pronto soccorso che a volte servono a ridurre le conseguenze quando non addirittura a salvare vite umane”.
“La grande esperienza di Vasco Cocchi - aggiungeva Ciresa - maturata in diversi anni di attività alpinistica ha contribuito in modo determinante alla realizzazione di questa pregevole opera”.
Salute è sicurezza in montagna, un libro di cui fare tesoro.
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