“Vent’anni di autonomia scolastica: è tempo di bilanci” L’idea di organizzare un momento di confronto sui vent’anni di autonomia scolastica, celebrati in questo 2020 tra emergenze vecchie e nuove, aveva come obiettivo proprio quello di fare il punto sui provvedimenti, adottati verso la fine degli anni ’90 del secolo scorso, che hanno dato il via a quel decentramento amministrativo invocato da più parti e che era ritenuto il percorso ideale per risolvere i problemi del momento e del futuro. Ovviamente il Dipartimento Istruzione di ANCI Lombardia ha colto l’occasione per approfondire gli aspetti che riguardano l’autonomia scolastica, con un confronto su ciò che ha dato un valore aggiunto al sistema dell’istruzione, sugli aspetti rimasti incompiuti e sulle criticità ancora esistenti. Venerdì 27 novembre è stata una giornata dedicata alla scuola, grazie all’impegno profuso dal Comune di Bergamo e, in particolare, dall’Assessore all’Istruzione Loredana Poli, che è anche Presidente del Dipartimento Istruzione, politiche educative e edilizia scolastica di ANCI Lombardia. Al mattino si sono svolti gli “Stati generali della Scuola digitale”, organizzati dal Comune di Bergamo, da USR Lombardia – AT di Bergamo e dall’Associazione Centro Studi ImparaDigitale, con un collegamento con il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Nel primo pomeriggio erano in programma tavoli di approfondimento. A seguire, il webinar sui vent’anni di autonomia scolastica, organizzato da ANCI Lombardia. Ha aperto i lavori Mauro Guerra, il Presidente di ANCI Lombardia, che ha sottolineato l’importanza di una riflessione che, mentre ci confrontiamo con una emergenza che ha investito pesantemente il mondo della scuola, sappia trarre da questa esperienza insegnamenti, sapendo però che esiste un domani che merita di essere pensato e progettato. Ha così invitato i numerosi partecipanti a ridare slancio all’autonomia, a valorizzare i territori come ambito in cui coprogettare l’offerta formativa e, ripartendo dall’alleanza tra istituzioni, ragionare su investimenti e diritto allo studio, rapporti tra scuola e Comune, digitalizzazione, connessioni e edilizia scolastica. Ma non ha trascurato le criticità che ancora affliggono il sistema scolastico e ha proposto di pensare a come affrontare e risolvere il problema delle nomine del personale scolastico e a come migliorare il raccordo scuola-territorio, consapevoli del ruolo svolto dagli Amministratori locali, che spesso intervengono per supplire alle carenze dello Stato, anche rischiando richiami della Corte dei Conti. E’ quindi intervenuta Augusta Celada, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha parlato della necessità di pensare a una scuola nuova, supportata dalla tecnologia e dall’indispensabile supporto del territorio. Il Direttore dell’USR ha apprezzato l’iniziativa di ANCI Lombardia, perché dopo vent’anni è giusto e doveroso avviare un bilancio sul percorso effettuato e verificare quanto ancora può essere messo in cantiere, nonostante le emergenze che hanno condizionato pesantemente gli ultimi mesi dell’attività delle scuole. Anche il Viceministro all’Istruzione, Anna Ascani, ha voluto essere presente con un video, condividendo l’idea di approfondire temi quali il digitale, la didattica a distanza integrata e il nodo delle infrastrutture. Ha ricordato la necessità di cablare le moltissime scuole che ancora non garantiscono la DAD e ha invitato a partecipare all’avviso per la banda ultralarga, per la quale il Governo nazionale ha stanziato 400 milioni di euro. Certo, la scuola in presenza è un’altra cosa, ma quanto appreso in questi mesi non andrà disperso. Il Viceministro ha auspicato più formazione, meno burocrazia e maggiori opportunità di sperimentazione, che le norme sull’autonomia scolastica consentono, anche per valorizzare talenti e potenzialità degli studenti e ha ricordato gli strumenti a disposizione per raggiungere gli obiettivi, dai patti di comunità alle intese con il mondo della sanità e dello sport. Loredana Poli ha quindi introdotto i temi del webinar, che si riprometteva di valutare come Ministero, scuole autonome e comunità territoriali possano concorrere al successo formativo di tutti e di ciascuno nella prospettiva post-pandemica. Ha parlato di problemi strutturali e infrastrutturali, di edilizia scolastica, della gestione del servizio scolastico attraverso il dialogo scuola-territorio, realtà che a volte fanno fatica a parlarsi e a capirsi ma quando si coordinano ottengono miglioramenti a favore dei ragazzi e delle ragazze. Ha ricordato quanto realizzato in questi vent’anni dai Comuni lombardi, dai servizi per il diritto allo studio (mensa, trasporto, assistenza educativa per l’inclusione e supporto ai progetti delle scuole) e ha sottolineato come il tema dell’assistenza educativa sia una priorità da affrontare, perché sono cambiate molte condizioni rispetto a quando era stata pensata decenni fa. Marco Campione, esperto in politiche dell’istruzione e figura molto nota al sistema scolastico, è partito dai temi che dovevano essere considerati parte integrante della scuola autonoma, come concepita oltre vent’anni fa. L’organizzazione e gestione del personale dovevano costituire aspetti imprescindibili per una vera autonomia, come pure il reperimento delle risorse. Adesso bisogna fare il passo che manca. Quando si è avviata l’autonomia, molte scuole erano già pronte, altre avrebbero avuto bisogno di maggiore gradualità. Rispetto all’emergenza, ha ammesso che la didattica a distanza in questo momento non è integrata, perché gli studenti delle superiori sono tutti a casa. E ha ricordato come, parlando di scuola, si parli sempre delle scuole superiori, dimenticando che invece il segmento 0-14 anni è determinante per i bambini e i ragazzi, per le loro famiglie e per i Comuni. Anche Patrizio Bianchi, negli scorsi mesi capo della task force del Ministero, ha illustrato in sintesi il lavoro svolto dal Comitato da lui presieduto, con i provvedimenti da assumere in vista del rientro a scuola a settembre. Ma ha poi avviato un’interessante riflessione sull’autonomia tout court, sui 50 anni di attività delle Regioni, sull’art. 117 della Costituzione e sul ruolo degli enti territoriali, sulle differenze tra il nord e il sud dell’Italia e sui rapporti con l’Università. A suo avviso va definito l’assetto generale del Paese e precisare poi quale ruolo debbano avere le autonomie. I temi affrontati hanno stimolato gli altri relatori, a partire dal Presidente Guerra, che non si è sottratto al confronto sul tema del rapporto tra i diversi livelli istituzionali, sul tema dell’autonomia differenziata e sulla necessità di un riordino istituzionale complessivo. Ha descritto la realtà della Lombardia, con oltre 1.500 Comuni, che devono pensarsi in un progetto di garanzia di servizi, immaginando un futuro dove misurarsi sul livello di istruzione di un territorio. Ha segnalato come il COVID abbia fatto esplodere contraddizioni strutturali del nostro sistema, soprattutto per la sanità, dove si sono registrate le maggiori criticità. A suo avviso andrebbe rimesso in campo lo spirito degli anni ’90, quando si è intervenuti avendo una visione, una prospettiva, che sono condizioni irrinunciabili per la ripartenza. Guerra ha citato i patti di comunità come strumento a disposizione di scuola e territorio, che sono inseriti in un intreccio di relazioni eppure sono in condizioni evidenti di separatezza. Ha ricordato l’esempio dell’utilizzo delle palestre scolastiche, che potrebbero costituire uno dei “ponti” tra scuola e territorio, con beneficio per tutti i cittadini e che invece sono uno dei nodi ancora irrisolti. E’ infine intervenuta la sen. Simona Malpezzi, Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, che ha sempre seguito il mondo della scuola e ha invitato i presenti a parlare non solo di bilancio ma anche di rilancio, soprattutto con una grande alleanza tra istituzioni. Malpezzi ha chiesto una visione a lungo termine, non considerando la scuola un terreno di scontro politico o di campagna elettorale permanente, ma come ambito dove gli obiettivi non si misurano nell’immediato e che perciò richiedono visioni e strumenti condivisi. Ha parlato di dispersione scolastica, di lotta alle diseguaglianze, di scuola professionale, di formazione dei docenti. Soprattutto ha parlato di responsabilità, a vari livelli, ma specialmente dei Dirigenti Scolastici. La legge su “La buona scuola” aveva tentato di affrontare il tema del reclutamento e della gestione dei docenti, della stabilizzazione dei precari e delle risorse a disposizione delle scuole. Sappiamo che molte proposte sono naufragate, per diversi motivi. Loredana Poli ha quindi ripreso alcuni temi posti dagli intervenuti, soprattutto il tema dei rapporti con il mondo del lavoro e delle scuole aperte al territorio e di come la scuola possa diventare il riferimento per tutta la comunità. In proposito Patrizio Bianchi ha ricordato come, in occasione del terremoto del 2012, quando lui era Assessore regionale in Emilia-Romagna, le tende in cui si faceva scuola erano diventate il “parametro della ricostruzione”: senza muri, “la scuola era più scuola di prima” e ha precisato che, dopo la pandemia, nulla sarà più come prima e che bisogna pensare adesso a come superare differenze e opportunità di inclusione, sapendo che ci attendono nuove sfide (big data e intelligenza artificiale), in un’Europa che sembra in affanno. Al termine, vivi apprezzamenti da parte dei numerosi presenti, con l’invito a proseguire il confronto e l’approfondimento.
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