Un messaggio: “Era il nostro “padrone”, ma un padrone di un’umanità straordinaria e lo ha dimostrato sino all’ultimo”. E un altro: “Soltanto una volta mi capitò di incontrare un imprenditore e amministratore d’azienda come Guzzi, era Marisa Bellisario”
(C.Bott.) “Tutti i lecchesi, la classe dirigente e l’imprenditoria in particolare, in questo periodo di grandi difficoltà per il futuro determinate dalla pandemia da coronavirus e dalle incognite che si delineano per il futuro nostro e dell’umanità intera, dovrebbero rifarsi all’insegnamento di persone del calibro di Ulisse Guzzi e di altre grandi figure lecchesi tra le quali anche Ugo Bartesaghi, che in momenti topici seppero scegliere e indicare a tutti, con la loro cultura e il loro esempio, la giusta strada da intraprendere. Onore e gloria a persone come Guzzi”.
E’ uno dei significativi messaggi pervenuti dopo la pubblicazione del servizio - a firma di Gianfranco Colombo - dedicato a Ulisse Guzzi, nativo di Mandello Lario, figlio del fondatore della gloriosa Casa dell’Aquila, imprenditore illuminato e uomo della Resistenza, nel quarantesimo anniversario della morte.
“Capire le nostre radici per sapere chi siamo e anche, in parte, dove andiamo - ha scritto un altro lettore - Ottimo scorcio di storia lariana ed eccellente ritratto di una fulgida figura”.
Lucia Codurelli, ex parlamentare, parla di Ulisse Guzzi come di “un pezzo di storia a tutto tondo del Lecchese e non solo”. “Per me come per tantissimi altri che hanno passato la vita al “Tubettificio ligure” ad Abbadia Lariana e poi al “Tubettificio europeo” - aggiunge - il suo ricordo è tuttora vivo. Sì, era il nostro “padrone” ma un padrone anomalo, di un’umanità straordinaria e lo ha dimostrato sino all’ultimo. Non è un caso che ai suoi funerali fossero presenti in massa le lavoratrici e i lavoratori. Mi auguro allora che, una volta superata questa pandemia, la Biblioteca “Pozzoli” di Lecco e non solo si ricordi di Ulisse, della sua storia e della sua compagna Angela, altrettanto protagonista dalla Resistenza in poi”.
“Io ho conosciuto Ulisse Guzzi - si legge in un altro messaggio a firma Gennaro Pannozzo - quando mi sono innamorato di sua nipote Romilda. Ci ha invitato subito a cena. Facevo il sindacalista della Fiom-Flm a Lecco e seguivo anche il “Tubettificio ligure” di Abbadia Lariana. Da quando ho conosciuto Ulisse ci sono state tante chiacchierate sul presente ma soprattutto sul passato, cioè sulla Resistenza. Qualche settimana prima di lasciarci mi chiese di accompagnarlo con la mia auto a vedere il lago. “Per l’ultima volta”, mi disse”.
E più avanti: “Angela Locatelli era la sua ombra. Erano molto uniti. Quando il “Tubettificio” iniziò a andar male io ne parlai con Pio Galli, all’epoca segretario generale della Fiom. Voleva sapere come stavano le cose dal momento che lui e Ulisse erano stati compagni nella lotta di Resistenza. Telefonò a Guzzi e lo invitò a Roma insieme a me. Ricordo quel pranzo e ricordo altresì l’insistenza di Pio affinché la fabbrica venisse venduta alla “Allosuisse”, mentre Ulisse insisteva sulla Efim. Galli non riuscì a convincerlo, anche perché l’Angela voleva che il “Tubettificio” rimanesse italiano. E così fu”.
E Bruno Fabretto scrive: “Ulisse Guzzi, un padrone anomalo. Nella mia lunga vita professionale, iniziata proprio al “Tubettificio”, ho avuto modo di valutare le capacità di molti imprenditori e amministratori d’azienda. Soltanto un’altra volta, però, mi capitò di incontrarne una come Ulisse Guzzi, era Marisa Bellisario”.
“Ho avuto anch’io la fortuna di conoscere Guzzi perché qualche volta accompagnava sua moglie Angela ad acquistare prodotti gastronomici - osserva Filippo Di Lelio - Si intratteneva pure con mio suocero Nino Rigamonti, primo cugino di Ugo Bartesaghi… Parlo degli anni Settanta del secolo scorso”.
In un ultimo messaggio si legge: “Un personaggio senza tempo, ufficiale, militare, partigiano, imprenditore, uomo di cultura e promotore di eventi”.
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