A.B. - Sabato 7 novembre, alle ore 17, presso la basilica di San Nicolò, in Lecco, avrà luogo la cerimonia di ordinazione diaconale di Alberti Tritini, 61 anni, lecchese della parrocchia di San Giovanni Evangelista, coniugato con tre figli, tutti maggiorenni. E’ la prima volta, nella storia ultra secolare della basilica prepositurale di San Nicolò in Lecco, antica collegiata, che avviene un’ordinazione di diacono permanente; la stessa non rappresenta una tappa di passaggio precedente l’ordinazione sacerdotale, come avviene nel diaconato ordinario.
Nel corso del secolo Novecento San Nicolò ha visto due solenni ordinazioni episcopali: nel 1951 con il vescovo Giovanni Battista Cesana, lecchese della parrocchia di Castello, missionario comboniano in Sudan; nel 1976, con il prevosto mons. Enrico Assi, divenuto vescovo ausiliare di Milano e poi titolare nella diocesi di Cremona, dove è sepolto nella cripta del duomo.
Vi sono state nell’ultimo trentennio de Novecento, sempre in San Nicolò, due ordinazioni di diaconi ordinari, seminaristi diocesani di Venegono che l’anno successivo sono divenuti sacerdoti. La cerimonia di nuovi diaconi ordinari è avvenuta anche nella vicina parrocchiale di Sant’Antonio Abate di Valmadrera nel 1985. Fra gli ordinati vi era l’attuale rettore del collegio Volta don Gabriele Gioia, che ha ricevuto il diaconato nella chiesa che è stata quella della sua prima Messa nel giugno 1986. Non vi sono mai state, invece, in San Nicolò ordinazioni sacerdotali. Ora è la prima volta di un diacono permanente.
La solenne cerimonia di sabato in San Nicolòdoveva essere presieduta dall’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini, ma è impedito dopo essere stato colpito dal morbo di coronavirus. Verrà sostituito dal vicario generale della diocesi di Milano, il vescovo mons. Franco Agnesi.
Nel territorio della città di Lecco il diaconato permanente ha due precedenti: Armando Comini, della parrocchia di San Nicolò, ed il compianto Giorgio Oggioni della parrocchia di San Giovanni.
Come si diventa diaconi permanenti? E’ la domanda che abbiamo posto al prof. Don Giuseppe Como, rettore della scuola di formazione presso il seminario arcivescovile Pio XI, di Venegono. Il rettore ha così risposto: “Per l’accesso al diaconato occorre rivolgersi direttamente al sottoscritto; si fa un primo colloquio preliminare di conoscenza e poi, se vi sono le condizioni minime, ha inizio un percorso di discernimento individuale, curato da un diacono, prima, e da un presbitero in un secondo momento. I candidati debbono presentasi prima del compimento dei 55 anni di età, mentre l’età minima è prevista dal codice di diritto canonico solo in riferimento all’ordinazione diaconale che non può avvenire prima dei 35 anni per i coniugati e di 25 anni per i celibi”.
Il rettore don Giuseppe Como ha poi aggiunto che la formazione al ministero, comunitaria, dura cinque anni oltre al tempo (da sei mesi a un anno circa) di discernimento individuale previo. Per l’ammissione al corso di formazione è necessario essere in possesso di un titolo di scuola media superiore, cioè di un titolo di maturità. I candidati al diaconato studiano presso l’istituto superiore di scienze religiose di Milano e sono tenuti a conseguire la laurea triennale in scienze religiose che prevede corsi biblici, di filosofia, storia della Chiesa, teologia sistematica e teologia pastorale. Si chiede che gli alunni siano presenti ad almeno due terzi delle lezioni.
I fedeli che sabato pomeriggio parteciperanno alla cerimonia di ordinazione di un diacono permanente in San Nicolò avranno modo di essere coinvolti in momenti di profonda riflessione, soprattutto spirituale e dottrinale. Il momento più suggestivo e penetrante sarà quando il candidato si stende sul pavimento dell’altare come gesto totale di oblazione e di donazione e l’assemblea dei fedeli intonerà le litanie di tutti i Santi. E’ la Chiesa terrena che chiede la protezione celeste di tutti i Santi, nella gloria eterna del Paradiso.
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