2020-11-16

IL LAMENTO DEL TELESPETTATORE





di Germana Marini - Dopo aver trattato del “Covid-19” in tutti i suoi variegati aspetti, m’è parso ineludibile affrontare una non meno spinosa evenienza: quella di chi si ponga, per vivacizzare il “lockdown”, dinanzi all’apparecchio televisivo. Col risultato che a partire da “Uno Mattina”, condotto da Eleonora Danieli, alla “Vita In Diretta” del tardo pomeriggio, affidata ad Alberto Matano, lo sventurato fruitore è costretto a sorbirsi tutta una sequela di delitti, efferati e per la maggior parte irrisolti, orridi spargimenti di sangue per le motivazioni più futili, stragi della famiglia, messi in atto da fragili uomini, traditi dalla consorte reclamante la separazione legale, che fa uscire di senno lo spiazzato compagno, pestaggi, aggressioni mortali, stupri, vendette, lancio di neonati, partoriti in bagno, dalla finestra di casa, e quant’altro.  

Il tutto commentato da un nugolo d’esperti: leggi attori, prevalentemente “in ribasso”, psicoterapeuti, criminologi, sacerdoti, nonché l’immancabile Vladimir Lussuria, che si sgolano a dire la loro con vibrati accenti. Così che, in un ossessivo, angosciante clima, si fa sera, allorché è possibile assistere alla proiezione dei, tanto reclamizzati, “Orologi del diavolo” e di horror di vario genere, che non ti fanno dormire la notte. L’alternativa ai quali t’induce a ripiegare sulle esilaranti traversie di Fantozzi, alle prese con la fataleggiante signorina Silvani. 

Ma non si potrebbe, io dico, sollevare il morale sotto le suole di poveracci, già oppressi dall’allarmante evolversi di uno spietato morbo, con trasmissioni meno destabilizzanti e cruente?... 

Si potrebbe sì, se i programmatori non reputassero lo spettatore assetato di truculente rappresentazioni sceniche alla Dario Argento, il che, da quanto mi risulta, non è. 

Avverrebbe in tal modo che, come nel mio tipico caso, da mesi allettata o sulla sedia a rotelle, a causa di una rovinosa caduta, residuante una dolorosissima discopatia vertebrale, con fuoriuscita di formazione erniaria, avverrebbe, dicevo, che potessi assistere a spettacoli meno deprimenti. 

Perché non intensificare la trattazione di arricchenti argomenti di ordine culturale, ad esempio, visto che iniziative del genere sono oggi impensabili da realizzare, in concreto?... Ci sarebbe così dato giovarci di un virtuale, proficuo aggiornamento a più livelli, che ci compensi di tante cautelari ristrettezze. 


Una proposta, la mia, secondo le indagini condivisa da vari colleghi letterati, impediti a pubblicare le loro opere da Case editrici che hanno forzatamente “chiuso i battenti”. Sicché anche l’uscita del mio libro che, come annunciato dalla stampa tratta del “clamoroso retroscena sul furto della Gioconda”, slitterà di conseguenza. 

Sursum corda, amici!, nell’auspicio di tempi migliori, ancorché tardino a profilarsi! 


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