In diretta streaming la presentazione in anteprima nazionale
Appuntamento mercoledì 28 ottobre alle 20.30
Un romanzo che riporta il lettore all’estate del 1985, quando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vengono obbligati a partire alla volta dell’Asinara, sede del penitenziario di massima sicurezza e luogo i cui insieme scriveranno parte dell’importante istruttoria del maxi processo contro Cosa Nostra. Ed è in una Palermo assuefatta alle bombe, al clientelismo e al pizzo che si muove un capitano sui generis: Carlo Farkas, figlio di esuli istriani che collaborerà con i due magistrati, alla ricerca della verità. Lo scrittore Alessandro de Lisi firma "Un'estate a Palermo. 1985.
Quando i boss persero la partita", romanzo edito da Nuovadimensione in uscita nelle librerie il prossimo 23 ottobre e protagonista di una presentazione in anteprima nazionale fissata per mercoledì 28 ottobre alle 20.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook @consorziobrianteovillagreppi e sul sito www.villagreppi.it.Organizzato dal Consorzio Brianteo Villa Greppi con il patrocinio della Fondazione Giovanni Falcone, l’evento vedrà l’autore de Lisi – scrittore e giornalista da anni impegnato in vari progetti di contrasto alle mafie – dialogare con il responsabile dell’area Cultura del Consorzio Villa Greppi Massimo Mazza e che potrà contare anche su un intervento in video della Professoressa Maria Falcone, sorella di Giovanni, Presidente della Fondazione Falcone nonché autrice della prefazione del libro.
Un volume, “Un’estate a Palermo”, che come anticipato è un viaggio negli anni della Palermo insanguinata e nelle vite blindate degli uomini dello Stato che dichiarano guerra ai clan: un ritorno all'estate in cui Falcone e Borsellino, "prigionieri" in una piccola isola della Sardegna, scrivono la celebre ordinanza-sentenza del maxiprocesso, primo atto d'accusa contro la mafia. Intrecciando fatti reali e personaggi di fantasia – primo tra tutti il capitano Farkas – de Lisi confeziona un romanzo generazionale che racconta, in un siciliano da marciapiede, la vita dei magistrati e di chi è stato loro accanto, facendo la propria parte.
«Villa Greppi – commenta la Presidente del Consorzio, Marta Comi – continua nel percorso di promozione della cultura della legalità attraverso la presentazione di questo libro, sperando di contribuire allo sviluppo di una nuova consapevolezza e di un accrescimento della conoscenza del fenomeno mafioso. Siamo onorati del patrocinio accordato a questo appuntamento da parte della Fondazione Falcone e lieti di poter ospitare, insieme all'autore del libro, anche la Professoressa Falcone in collegamento video».
«Volevo scrivere questo romanzo da tempo – racconta l’autore, Alessandro de Lisi – convinto che quegli anni Ottanta (Milano da bere, Roma da mangiare e Palermo da morire) siano stati determinanti per la politica stragista di Cosa Nostra, in accordo questa con il volere di certe "menti raffinatissime" di traditori dello Stato. Il primo pensiero, nella programmazione della scrittura, è stato ovviamente di rispetto verso i protagonisti di allora Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, molti altri e col dovere di cura per loro e verso il modello culturale investigativo che perseguivano, così come scrivere e rappresentare quindi questo sentimento di debito morale inestinguibile senza venire meno all’ironia e alla combattiva verticalità dei personaggi storici. Alla fine – aggiunge – un fatto determinante mi ha convinto a scrivere d’un fiato: il Covid 19, con l’inopportuno recente decreto del Ministro della Giustizia che ha dato la possibilità ai boss di tornare a casa per evitare il contagio. Molti di questi boss di Cosa Nostra erano tuttora in carcere grazie alle condanne del primo maxi processo di Palermo, scarcerati per il virus seppur in isolamento come prevede il 41Bis dell’Ordinamento Penitenziario nei casi di condanna per associazione di tipo mafioso. Così si è rafforzato un progetto narrativo che mi ha visto alle prese anche con la sfida di una personale “Spoon River”: prima tappa di un’indagine sì contro i boss e il pensiero mafioso, accanto ad affetti evocati, ripescati nella memoria più privata e storie personali intime, ricordi di gioventù, convivono ora con le invenzioni di sana pianta con al centro il protagonista, il capitano Carlo Farkas, il nuovo investigatore di Sicilia e quotidiane difficoltà umane, ma anche – conclude – il canto di una città a volte inaccettabile e sempre implacabile».
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