2020-10-31

Santuario della Beata vergine della Vittoria a Lecco. Nel mese di novembre 1940 il campanile veniva inaugurato





di Gianfranco Colombo - Ottant’anni fa, il 4 novembre 1940, veniva solennemente inaugurato e benedetto il campanile della Beata Vergine della Vittoria. Alto 61 metri, era stato completato il 18 ottobre 1940 con la grande croce di ferro fissata sul culmine della chiesa dagli operari della ditta Bigoni. Il campanile del Santuario della Vittoria era un’opera attesa e fortemente voluta dai lecchesi: «La torre posa su un terreno poco resistente – scrive Franco Ghilardi sulla rivista Archivi di Lecco – ma se ne sta ugualmente sicura perché a sostenere l’ingente peso le si è preparata una base corrispondente, studiata con amore dall’ing. Pietro Amigoni e dall’arch. Ing. Mario Ruggeri: una platea nervata in calcestruzzo che misura ben m. 13,20 di lato e m. 1,60 di altezza. Su questo zatterone la torre può navigare impavida sul grande fiume e l’immenso oceano dei secoli, pur attraversando le grosse procelle della storia. Dall’ultima parte del granito sporge poi la croce di ferro del peso di kg 180, dono della Società Anonima Badoni di Lecco». Del campanile parla in toni sin troppo entusiastici il sacerdote oblato Carlo Lucchini: «Per mio conto posso dire, con la coscienza di non esagerare, che, dopo il campanile di San Marco in Venezia, tutto considerato e sommato, preferisco il nostro campanile a qualunque altra torre campanaria d’Italia.

 E’ bensì moderno il nostro campanile, ma senza dubbio è degno della splendida tradizione italiana». Con il campanile si completavano i lavori esterni del santuario che era stato inaugurato domenica 5 novembre 1932, dall'arcivescovo di Milano cardinale Ildefonso Schuster, mentre la prima pietra era stata posata nell'autunno 1918 dal cardinale Andrea Ferrari. La nuova chiesa era dedicata alla Beata Vergine della Vittoria in memoria dei lecchesi caduti durante la prima guerra mondiale e veniva a colmare l’esigenza che era divenuta necessità per una città che si andava ingrandendo. L’occasione per la nuova costruzione si materializzò grazie alla generosità di Domenica De Dionisi, vedova di Ippolito Manzoni. La signora volle destinare il ricavato della vendita di un suo fabbricato in Via  Fratelli Cairoli proprio per l’erezione della nuova chiesa. Monsignor Luigi Maria Vismara, prevosto di Lecco dal 1906, acquistò subito il terreno su cui poi sarebbe sorto il Santuario della Vittoria, posò immediatamente anche la prima pietra nel 1918, ma non riuscì a reperire i mezzi per andare oltre. Va detto che monsignor Vismara morì nel 1930 senza poter completare il sogno della nuova chiesa e non ci riuscì per l’effettiva mancanza di fondi. A monsignor Vismara non mancavano, infatti, volontà e decisione, basti dire che dopo la sua morte il periodico “All’ombra del Resegone” scrisse che fu: «egoista nel bene; non chiese consigli a nessuno, non si lasciò guidare da nessuno; fu accentratore ostinato». Quello che non riuscì a monsignor Vismara, fu realizzato dal suo successore, il vicario episcopale don Salvatore Dell’Oro che costituì una sorta di comitato per la raccolta dei mezzi finanziari necessari a costruire la nuova chiesa. «Il denaro per tutto questo lavoro – scrive don Carlo Lucchini – è venuto dai lecchesi, né poteva essere diversamente. Da ogni parte della città vennero offerte di rilievo e piccole offerte, in molti modi da tutti e quando si dice tutti non si esclude nessuno». Il progetto artistico fu affidato all’architetto Pietro Palumbo. 

«La voluta monumentalità del tempio – si legge in un articolo di “All’ombra del Resegone” del 1932 - venne raggiunta dall’architetto con semplici movimenti di masse accuratamente ponderate e opportunamente ravvivate dal contrasto di tono fra i vari materiali impiegati. Il nostro giovanissimo concittadino ing. Pietro Amigoni ebbe a sua volta l’incarico dello studio dei particolari costruttivi e della direzione dei lavori. L’impresa Lotario Bigoni ha condotto i lavori con lodevole solerzia ed ampiezza di mezzi, vincendo non lievi difficoltà nelle manovre di sollevamento dei materiali a grande altezza specialmente dei grossi massi di pietra viva e delle incavallature del tetto. Nessun incidente è venuto a turbare l’ordine e il rapido progresso dei lavori». Questo succedeva nel 1930. Due anni dopo il Santuario della Vittoria venne inaugurato e nel 1940 l’erezione del campanile consegnò alla città un luogo sacro che è ormai un punto di riferimento per i lecchesi.

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