2020-09-18

Il sistema minerario dei Piani Resinelli




Cesare Perego - Lo sfruttamento dei giacimenti minerari nel lecchese risale al Medioevo. In origine si trattava di uno sfruttamento limitato  e superficiale dei depositi di materiale ricco di minerali metallici quali la Galena e Blenda, mentre poi si è passati a una ricerca sempre più estesa in profondità verso giacimenti più ampi, anche se non sempre di elevata qualità mineralogica. Nel XVII Secolo, erano già attive le miniere di piombo in Val Calolden, ma, per giungere a una massiccia estrazione dei minerali presenti nel sottosuolo lecchese, si sono dovuti attendere i progressi  tecnologici che hanno caratterizzato il XVIII e XIX secolo. Osservando la disposizione degli ingressi delle miniere, si può notare come questi siano sistematicamente ubicati al limite tra la successione Calcare di Breno-Calcare Metallifero-Bergamasco (sopra) ed il Calcare di Esino (sotto), rivelando un preciso significato geologico , in questo caso stratografico. La localizzazione dei giacimenti in questo settore coincide, infatti con il passaggio Ladinico-Carnico, quando la vasta piattaforma carbonatica del Calcare di Esino, fungendo da “trappola”, ha creato le condizioni per la concentrazione dei minerali.



L’emersione della piattaforma e lo sviluppo di un sistema carsico con un  abbondante circolazione idrica ha permesso una successiva ridistribuzione degli elementi lisciati su ampie superfici di accumulo. Galena, Sfalerite, (Blenda) e Barite, non si sono formate nella loro posizione  attuale in quanto tipiche di un ambiente idrotermale legato a vulcanismo, ma hanno,, per lo più, subito un trasporto , mentre la Calamina si è probabilmente formata per ossidazione in loco. I minerali estratti nelle miniere dei Resinelli attive fino agli anni 50 del 900, sono principalmente, la Galena e la Blenda, la Barite e la Calamina. La Galena è un solfuro di Piombo, si presenta in cristalli o granulari, che brillano per le numerose superfici di sfaldatura. Si tratta di un minerale che si origina in filoni idrotermali di media temperatura, in associazione con Blenda e Argentite. In un ambiente sedimentario come quello dei Resinelli è, probabilmente , derivato da concentrazione di materiale disseminato a opera della circolazione idrica di natura paleocarsica . La Galena è il principale minerale per l’estrazione del Piombo, ma talora è possibile ricavare una minima quantità di Argento. Spesso è possibile incontrarla in associazione alla Cerussite. La Blenda o Sfalerite, è un solfuro di zinco , si presenta in concrezioni formate da cristalli tozzi di colore variabile da giallo resina al bruno nerastri, contengono molto ferro. La Blenda si può trovare in filoni idrotermali, associati a Galena, ma anche in ambienti sedimentari, forse di origine chimica. Massimo minerale per l’estrazione dello Zinco, dalla Blenda si ricavano sottoprodotti , metalli rari quali Cadmio, Gallio, e Indio. La Barite è un solfato di Bario , si presenta in cristalli  tabulari lenticolari incolori o giallastri, rossastri o verdi, talora neri per la presenza di sostanze bituminose , organizzati in masse compatte. E’ comune come ganga di filone idrotermali. La barite è il principale minerale per l’estrazione del Bario. Il termine Calamina è comunemente utilizzato dai minatori per indicare una miscela di minerali da cui componente principale è l’Emimorfite un silicato di zinco . In genere si trova in cristalli molto piccoli e organizati  in croste e masse mammellonari di colore bianco.  Si forma nella zona di ossidazione dei giacimenti a solfuri di Zinco-Piombo ed è utilizzato per l’estrazione dello zinco.

Visitando la miniera Anna, nel cuore del Coltignone al termine della val Calolden, che non presenta particolari difficoltà è possibile percorrere  un itinerario accessibile a tutti. La miniera ha un ampio sviluppo di gallerie  e caverne di dimensioni ragguardevoli, che testimoniano un impianto tipico dell’epoca rinascimentale.

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