QUINTA ED ULTIMA PUNTATA
Di Germana Marini Come dal titolo, nel corso di un Congresso Nazionale del partito Socialdemocratico, avvenuto a Roma tempo addietro, l’Onorevole Berlinguer, appreso che l’editore Alfredo Colombo, colà presente unitamente ad una delegazione, risiedeva a Lecco, pregò lo stesso di recapitare a Claudio Redaelli “un cordiale saluto”, secondo quanto da lui vergato sul retro della cartolina del Congresso (vedasi foto).
Scritto da Redaelli alquanto gradito, in quanto inatteso, e serbato con compiacimento negli anni, insieme ad altrettanti attestati di benevolenza e stima.
Abbiamo nella puntata scorsa parlato della fierezza palesata da Redaelli per la realizzazione della trilogia “L’Adda, il nostro fiume”.
Aggiungiamo che tra gli altri importanti eventi che l’hanno visto protagonista è da annoverare il già menzionato Congresso Mariologico Internazionale, che ha visto la partecipazione di centinaia di lecchesi e del Presidente Padre Gaspar Calvo Moraleio.
Delegazione guidata dall’allora Sindaco della città, Lorenzo Bodega, ricevuto dal Santo Pontefice di fronte ad una marea di persone, e dove i nominativi dei cittadini di Lecco sono stati citati in mondovisione al completo.
Gesto unico nel suo genere da parte della Santa Sede, in ambito Giubilare.
Un intervento che rese possibile la ricostruzione del Santuario Mariano di La Nang, in Vietnam.
Evento, questo, assai apprezzato, secondo le testimonianze raccolte in tale occasione da Adriano Stasi, membro ufficiale della Pontificia Accademia Mariana.
Nelle successive tappe romane, riscontri altrettanto positivi sono stati ottenuti con la consegna alle rispettive organizzazioni dei testi pubblicati.
Fiore all’occhiello delle quali, il cinquantesimo di fondazione della Facoltà Teologica stessa, circostanza nella quale Claudio Redaelli, alla presenza delle più alte personalità accademiche, ha recato la sua appassionata testimonianza con magistrali interventi, sottolineando l’impegno dell’intera realtà lecchese , con i seguenti, vibranti accenti:
“Eccoci nuovamente qui con tutto il nostro carico di umanità, di vicende grandi e piccole, liete e dolorose.
Siamo nuovamente a Roma, nella casa di Pietro, nella casa del Papa, partecipi del cammino del grande popolo del Giubileo, del quale vien da ascoltare quasi visibilmente le mille e mille voci, in coro e solitarie, che da qui salgono al cielo; vien da considerare i molteplici itinerari interiori che hanno preso da qui le mosse, come dall’acqua rigeneratrice del Sacro Fonte, ai piedi dell’altare.
Dall’edificio di pietra, il pensiero è portato alla costruzione spirituale, ai prodigi di grazia e di santità di cui le pareti del tempio sono il simbolo e, in certo modo, lo strumento.
È un cammino di fede, e domanda dunque di essere guardato con l’occhio della fede, in un atteggiamento umile e pio, che consente di vedere la trama essenziale di tutti gli avvenimenti , secondo il misterioso piano di Dio.
Dal linguaggio delle cose, a quello delle anime.
Questo atteggiamento pone sulle nostre labbra gli accenti della gratitudine al Signore per gli incomparabili benefici che ha dispensato attraverso il ripetersi delle tappe di tale cammino nell’anno giubilare.
È una vetta, dalla quale lo sguardo si estende sulla diramazione dell’avvenire.
Nell’edificio di pietra i nostri antenati hanno deposto una concezione della vita: la concezione cattolica, e questa dura ininterrottamente sulla mutabilità delle cose che il tempo travolge nel suo rapido scorrere.
Se nella costruzione materiale si succedono mutamenti, in concomitanza con esigenze tecniche o con il cambiamento dei gusti artistici, la concezione spirituale rimane sempre la medesima.
Essa è simboleggiata eloquentemente dalla casa sulla roccia, di cui parla il Vangelo con un’immagine robusta e incisiva: vennero i venti, cadde la pioggia, si abbatté la bufera, ma quella casa rimase in piedi, perché era edificata sulla roccia.
Ed eccoci allora nella prospettiva del futuro a considerare questo nostro nuovo incontro.
Nella Bibbia c’è un passaggio meraviglioso, che interpreta il nostro sentimento.
E’ l’affermazione del salmista che si rivolge a Dio: “ Mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte”.
Al salmista fa eco San Pietro, il primo Papa, con un richiamo che parte dalla visione del quotidiano: “Davanti al Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno”.
Noi non sappiamo cosa ci prepara l’avvenire.
Sappiamo però, come ripeto, che agli occhi del Signore “un giorno solo è come mille anni”.
È così che auspico per il futuro di ciascuno di noi: un’ intensità di fervore e di propositi pari a quelli che viviamo in queste straordinarie giornate, con la benedizione di Dio e l’intercessione di Maria”.
Procedendo nell’elencazione dei riconoscimenti, Claudio Redaelli nel maggio 2002 ricevette la laurea come socio onorario della Pontificia Accademia Mariana Internazionale città del Vaticano.
Indi nel giugno del 2002 è tra i relatori a Roma nel decimo anniversario della morte del frate-poeta David Maria Turoldo.
Mi corre a questo punto l’obbligo di specificare che quanto da me scritto l’ho ricavato dai dettagliati “appunti di vita” di Claudio Redaelli, da lui stilati con scrupolosità e certosina pazienza.
Frutto di un accorto speculare in un passato, della durata di ben più di cinquant’anni, se si tiene conto che dal 1949 al 1957 fu segretario della FGCI.
Mancano in effetti due anni soltanto a Redaelli per il raggiungimento dei cinquanta di iscrizione all’Ordine Nazionale dei Giornalisti; tessera che gli fu rilasciata dal Ministero di Grazia e Giustizia.
Per tutto quanto ha avuto l’opportunità di fare, spendendosi senza riserve nel suo stimato periodico, il direttore Claudio Redaelli mi esorta a ringraziare sentitamente a suo nome gli amici che gli sono stati vicini, tanto nei momenti buoni che in quelli difficili.
Ringraziamento esteso ai lettori de “Il Punto Stampa”, ai sottoscrittori, agli inserzionisti e a tutti coloro che in lui hanno creduto, accordandogli quella fiducia che gli ha consentito di sviscerare tutte le complesse e assillanti problematiche della realtà lombarda.
Informiamo chi ha seguito con partecipazione appassionata le tappe di questo suo indefesso e solerte percorso, che il prossimo 21 settembre 2020 Claudio Redaelli festeggerà il suoottantottesimo compleanno, in ottima forma, intellettuale e fisica.
Preparandoci pertanto sin d’ora a tributargli quegli onori che davvero si merita, unitamente all’esternazione della nostra sincera gratitudine e affetto, rimandiamo i fedeli lettori al fausto giorno del suo genetliaco!
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