Si è aperta a Lignano Sabbiadoro (UD) la decima edizione della rassegna Economia sotto l’Ombrellone che ha dato voce a piccole aziende e artigiani. L’e-commerce al centro del prossimo appuntamento il 18 agosto
Durante l’incontro, dedicato a “La ripartenza dell’artigianato e delle Pmi”, i tre relatori hanno analizzato la situazione del settore artigiano e delle piccole e medie imprese friulane e nazionali, i cambiamenti indotti dal periodo pandemico, gli interventi che sarebbero necessari e le prospettive che si aprono per i prossimi mesi.
«La situazione – ha spiegato Tropina – è stata differenziata a seconda delle imprese. Per quanto riguarda CNA circa il 66% delle aziende ha dovuto fermarsi durante il lockdown, mentre altre hanno potuto continuare a lavorare. Fra chi si è fermato, la sofferenza è stata generalizzata anche se in alcuni settori, come ad esempio, il commercio, la ristorazione e il turismo la situazione è stata peggiore e, purtroppo, non sono poche le aziende che hanno deciso di non riaprire. Al momento, tanti stanno ancora navigando a vista perché non sanno cosa possa aspettarli visto che il problema del contagio non è superato. Nel frattempo, i consorzi di garanzia fidi delle varie categorie hanno visto quadruplicare il numero di domande rispetto a periodi normali. Purtroppo, tutto ciò è dovuto anche a una risposta molto disordinata fornita dalla Pubblica Amministrazione con bonus e aiuti dati in tempi diversi. Le associazioni di categoria di tutti i settori hanno provato ad aiutare gli associati al meglio, ma il sistema ideato dal Governo è stato talmente farraginoso che non sempre ci sono riuscite come auspicato».
Da parte sua, Genovese ha sottolineato come si aspettasse una ripartenza molto più “tragica”, mentre è rimasto piacevolmente sorpreso e oggi è «fra gli artigiani che guardano con molta positività al futuro. Riscontro, infatti – ha aggiunto -, una forte voglia nelle persone di rinnovarsi e rinnovare le proprie abitazioni, ricercando il bello e i prodotti artigiani di qualità. Credo che la nostra missione in questo periodo sia anche quella di stimolare e supportare questa voglia di ritorno al bello e ai prodotti ben fatti. Certo, la pandemia ha sottolineato ancora una volta come fare impresa in Italia, a tutti i livelli, sia un atto quasi eroico. Ci saremmo aspettati che chi ha scelto di rimanere a realizzare un’attività in Italia, creando economia e lavoro, fosse se non premiato, almeno aiutato e tutelato, ma non è stato così. Dalle istituzioni è arrivata una risposta confusionaria, complicata e non egualmente attenta a tutti i settori e a tutti i tipi di aziende».
Chiussi, che ha registrato la perdita del 40% di fatturato durante il lockdown, è rimasto però «enormemente sorpreso» nel vedere come dal 18 maggio, giorno della riapertura, «il lavoro è ripreso come se non avessimo mai chiuso, anche se con una notevole differenza: prima gran parte dei clienti chiedeva vestiti nuovi, oggi si vuole la rimessa a modello di vestiti acquistati negli anni scorsi. Il vero problema – ha continuato – non è dunque la mancanza di un mercato, quanto il fatto che è venuto meno il sostegno da parte delle istituzioni. Ci sarebbe voluto un sistema semplice, come quello adottato in Germania o negli Usa, grazie al quale le aziende costrette a chiudere si sono trovate delle cifre, commisurate al fatturato, inviate dallo Stato o dalle Regioni direttamente sul conto corrente senza dover stare dietro a tante domande, richieste di bonus o di prestiti bancari come è successo da noi».
Il lockdown ha però stimolato la voglia di esplorare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dall’e-commerce che possono diventare utili anche alle piccole aziende artigiane per trovare nuova clientela, farsi conoscere e anche instaurare rapporti di collaborazione. Proprio la collaborazione fra artigiani e aziende è stata, poi, indicata dai partecipanti all’incontro come una delle necessità per il futuro perché «solo collaborando – hanno detto i relatori – le piccole e piccolissime aziende possono trovare la forza per superare momenti cosi difficili come quelli che stiamo vivendo».
In conclusione, Genovese ha lanciato un appello a riattivare i voucher o un sistema analogo che permetta alle piccole aziende di assumere persone attualmente prive di lavoro per far fronte ai picchi di domanda e, al contempo, poter trasmettere a molti giovani le proprie esperienze e la propria arte.
La decima edizione di Economia sotto l’Ombrellone è organizzata da Eo Ipso - comunicazione ed eventi ed ha il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro e Turismo FVG. Co-main supporter: Greenway Group e Filare Italia; sponsor: Confidi Friuli, Lignano Banda Larga, Glp, Confindustria Udine, Karmasec, IS Copy e Real Comm; media partner: Scriptorium Foroiuliense; sponsor tecnici: Fondazione Villa Russiz, Pineta Beach, Lignano Pineta, Porto Turistico Marina Uno e Hotel Ristorante President.
GLI ALTRI INCONTRI PROGRAMMA
18 agosto
“Ripartire dall’e-commerce”
Andrea Magro – vicepresidente Lignano Banda Larga
Marco Tam – president Greenway Group – Filare Italia
Andrea Zaniolo – direttore New Business di Velvet Media
25 agosto
“La finanza per ripartire”
Mario Fumei – consulente finanziario e private banker
Paola Pallotta – managing director Capital Group
Cristian Vida – presidente Confidi Friuli
Modera: Carlo Tomaso Parmegiani, giornalista e responsabile editoriale Nordest di Eo Ipso.
L’ingresso è libero e gratuito.
Al termine degli incontri aperitivo offerto dalla Fondazione Villa Russiz.
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